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Vincenzo Salemme in scena con Teresa Del Vecchio (foto Riva)

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COSENZA – Il pubblico del teatro Rendano letteralmente conquistato da Vincenzo Salemme e dalla sua comicità travolgente. Tre serate (inizialmente erano due, la terza è stata aggiunta a furia di richieste di biglietti) tutte e tre sold out e pubblico divertito e applausi a raffica. Il suo “Napoletano? E famme ‘na pizza” continua in una tournèe trionfale da nord a sud regalando due ore di pieno divertimento ad un pubblico che riempie i teatri spazzando via la paura della pandemia, degli assembramenti, dei contagi e di tutte le cose delle quali ci siamo dovuti nutrire in questi due anni. Ci si riappropria del teatro e lo si fa con una risata liberatoria, una risata che le mascherine fanno fatica a contenere, una risata che sembra più una esultanza per una normalità che pare riavvicinarsi sempre di più.

Cosenza non ha fatto eccezione, unica tappa calabrese quella inserita nel cartellone di prosa organizzato da L’Altro teatro in collaborazione col Comune. E se venerdì sera l’attore, a fine spettacolo, ha lamentato un impianto di riscaldamento forse non troppo funzionante (LEGGI), sabato si è prodigato in complimenti alla città, al pubblico, al teatro Rendano che ha mostrato il volto migliore di sè.

Lo spettacolo inizia proprio con Salemme in scena che spiega di aver messo insieme le due commedie con le quali era in tournèe a marzo 2020, quando è arrivato lo stop, e cioè “Una festa esagerata” e “Con tutto il cuore” (entrambe diventate anche film), e di aver fatto rivivere quei personaggi e quelle storie su un terrazzo comune (che bella la scenografia di Francesca Romana Scudiero) sul quale si affacciano le famiglie Parascandalo e Camaldoli e gli universi narrativi a loro collegati. Sono da citare i bravi attori Antonio Guerriero (ormai spalla, anche social, di Salemme), Teresa Del Vecchio (vista più volte al fianco di Salemme), Vincenzo Borrino (vi ricordate il cameriere falso indiano dalla testa oscillante?) e i giovani Sergio D’Auria e Fernanda Pinto (vista spessissimo in Casa Surace).

Lo spunto dei due spettacoli che dovrebbero mixarsi, quasi a formare un mash up o forse un sequel, chissà, resta però, solo un’idea, perchè lo spettacolo fa presto a distaccarsene e a prendere un’altra strada, quella delle gag che Salemme recita con gli altri oppure da solo (ed è la gran parte dello spettacolo). E quando resta da solo Salemme sembra tenere il pubblico in una mano, tocca mille argomenti (il rapporto tra moglie e marito, quello coi figli, le tradizioni gastronomiche, i modi di dire, i modi di essere) e spara battute a raffica, con una velocità tale che le battute arrivano a mitraglia sul pubblico che impazzisce dalle risate.

“Il napoletano è l’unico – dice a un certo punto – che oltre a dire di essere napoletano deve anche esserlo. E quindi gli altri si aspettano che sappia cantare, che sia allegro, che sia un po’ imbroglione, che ami il caffè e la pizza e mille altre cose… ma perchè?”

Lo spettacolo per lunghi tratti diventa un divertentissimo one man show, Salemme fagocita la scena con la sua simpatia e la sua immensa capacità istrionica, l’idea iniziale fa presto a sparire e non c’è più traccia di una trama o di una narrazione. Restano solo risate e applausi, applausi e risate, e forse, alla fine, visto il momento, va bene anche così.

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