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Un bel 9 è il voto dell’Accademia della Crusca al testo di Brunori in gara a Sanremo 2025; Nel brano cita anche la scirubetta
UN bel 9 è il voto che l’Accademia della Crusca ha assegnato al brano che Brunori porterà a Sanremo dal titolo “L’albero delle noci”. Il suo testo è stato considerato tra i migliori. Brunori è orgoglioso di questo «giudizio». «Era un obiettivo – dice – quello di portare un testo importante e rappresentativo della poetica che mi ha sempre caratterizzato. Sono felice che siano stati apprezzati la cura e l’attenzione dedicati a questo brano. Nei due anni di realizzazione del disco abbiamo fatto attenzione a ogni aspetto in maniera meticolosa. Questo risultato rende orgoglioso me e chi lavora con me».
Nell’analisi dei testi delle canzoni dei big in gara al Festival di Sanremo, a cura del professor Lorenzo Coveri dell’Accademia della Crusca, vengono bocciati Elodie e Massimo Ranieri, Giorgia prende un sei, il nostro Brunori invece promosso a pieni voti.
Parlando del brano “L’Albero delle noci”, l’Accademia dice che «È il testo di una vera canzone d’autore: letterario, con immagini sofisticate, figure retoriche di livello. Interessante, intimo, autobiografico, nel parlare della gioia e della responsabilità di mettere al mondo una figlia».
Chissà però se l’Accademia della Crusca ha colto nel verso “Sono cresciuto in una terra crudele dove la neve si mescola al miele” il riferimento alla scirubetta che in Calabria possiamo considerare come un sorbetto fatto con la neve fresca e il miele di fichi, un dolce povero ma tanto amato a queste latitudini. «Se n’è accorto subito mio zio – ha detto divertito Dario Brunori durante la conferenza stampa – appena ha ascoltato il testo era felice del fatto che per la prima volta veniva fatto un riferimento alla scirubetta». Brunori in maniera ironica ha spiegato anche che stanno pensando «di metterlo nel merchandising. Chissà se riusciamo a portare durante il tour qualcuno che può preparare la scirubetta con la neve della Sila (sorride divertito ndr)».
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La scirubetta rimanda alla vita familiare, alle nonne che preparano per la gioia dei bambini questo dolce speciale e parlando di bambini il pensiero va a Fiammetta, la figlia di Brunori a cui il brano è dedicato, che quando il padre canta “adesso splende una piccola fiamma” si indica con il dito e dice: «Sono io!». Il brano racconta la rivoluzione e le inquietudini che una nascita porta in una famiglia. «Si parla spesso della felicità di diventare genitori, ma io volevo anche condividere la paura di sentirsi inadeguati, incapaci di sostenerla» spiega.
«L’albero del titolo poi esiste davvero, nel paesino in cui vivo (a San Fili ndr): mi sono convinto che contenga le canzoni che scrivo, quindi volevo omaggiarlo. Questo disco – dice ancora Brunori – parla della fatica, ma anche della gioia del prendersi cura delle relazioni forti e non solo di quelle sentimentali perché bisogna circondarsi dell’umanità giusta. Questa è una cosa fondamentale».
E scorrendo il testo c’è un’altra frase che richiama il mondo brunoriano, è “La notte che arriva nel giorno che muore” che ci ricorda subito la famosissima “Il 31 d’Agosto c’è una storia che nasce e un’estate che muore” della canzone Guardia ’82.
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