INDICE DEI CONTENUTI
- 1 Che significato ha per lei il pianoforte?
- 2 Qual è il repertorio che ama di più?
- 3 Quale messaggio desidera trasmettere al pubblico?
- 4 Ci sono stati momenti difficili nel suo percorso artistico?
- 5 Un sogno ancora da realizzare?
- 6 Andrea Bauleo, cosa ha significato per lei vincere questo riconoscimento a Vienna?
- 7 Come è venuto a conoscenza del concorso?
- 8 Da chi era composta la giuria internazionale che ha premiato i vincitori al Musikverein di Vienna?
- 9 Quali brani ha eseguito?
- 10 Quali emozioni ha provato a suonare in luoghi così prestigiosi?
- 11 Come si è preparato per questo concorso?
- 12 Andrea Bauleo, un consiglio per i giovani che si avvicinano alla musica?
Il pianista calabrese Andrea Bauleo è pronto a tornare alla ribalta con una serie di concerti imperdibili. Ecco le date.
COSENZA – Il pianista calabrese Andrea Bauleo è pronto a tornare alla ribalta con una serie di concerti imperdibili. Questo pomeriggio, al teatro comunale “Massimo Troisi” di Morano Calabro, accompagnerà i presenti in un affascinante viaggio tra i più grandi successi di Ennio Morricone per l’appuntamento “Musica nel cinema”.
Il 24 novembre, il maestro Bauleo si esibirà per l’associazione Quintieri presso l’Accademia Flautistica di Reggio Calabria. Le opere in programma includono la Ballata op. 23 n. 1 e la Ballata op. 52 di Frédéric Chopin, il celebre Liebestraum n. 3 di Franz Liszt, e due composizioni di Sergej Vasil’evič Rachmaninov: il Preludio op. 23 n. 4 e la Sonata n. 2 op. 36. Un evento che promette di toccare le corde più profonde dell’anima. Il 15 dicembre, il maestro Bauleo incanterà il pubblico con la sua straordinaria sensibilità e i suoi virtuosismi in un recital per l’Associazione Polimnia, accompagnato dal tenore Stefano Tanzillo.
Docente di Pratica e Lettura Pianistica presso il Conservatorio “Giovanni Paisiello” di Taranto, Andrea Bauleo ha mosso i primi passi nella musica nella città di Cosenza, iniziando la sua attività concertistica a soli nove anni. Da allora, il suo viaggio non si è mai arrestato, portandolo a esibirsi in importanti teatri in Italia e in tutta Europa. Sin da adolescente, ha sacrificato il tempo libero per studiare il pianoforte. Eppure, non ha mai avuto dubbi: sapeva che il suo sogno era lì, sui tasti bianchi e neri. Il talento non è solo nelle sue mani che scorrono sicure sul pianoforte, ma soprattutto nella profonda sensibilità con cui vive la musica e la trasmette al pubblico. Quando Andrea Bauleo si siede al pianoforte, ogni nota racconta una storia, ogni passaggio è un frammento della sua passione per la musica.
Di recente, il pianista calabrese ha raggiunto un traguardo significativo vincendo il primo premio di categoria all’International Vienna Piano Competition 2024 “Wiener Klassik”, tenutasi nel leggendario Ehrbar Saal di Vienna. In questa competizione di altissimo livello, ha dimostrato di possedere non solo padronanza tecnica, ma anche una sensibilità emotiva rara. Con ben otto categorie in gara, ognuna con otto finalisti provenienti da paesi come Italia, Inghilterra, Azerbaijan, Svizzera e Corea del Sud, Bauleo ha impressionato una giuria di esperti composta da docenti e musicisti di fama mondiale, riunitasi al Musikverein per premiare i vincitori.
Con questa vittoria a Vienna, Andrea Bauleo non solo rafforza il suo percorso artistico, ma offre anche un esempio di dedizione e determinazione. La vittoria a Vienna è solo un capitolo di una carriera pronta a esplorare nuovi orizzonti e ad ispirare tanti altri giovani musicisti. Dopo aver incantato la giuria viennese, il maestro guarda avanti, verso nuovi palcoscenici e nuove sfide, con l’arte sempre al centro della sua vita. Per saperne di più, abbiamo intervistato il pianista Andrea Bauleo.
Che significato ha per lei il pianoforte?
«È tutto. È il mio mondo, la mia identità. Quando sono al pianoforte, mi sento veramente me stesso».
Qual è il repertorio che ama di più?
«Il periodo Romantico è quello che mi emoziona di più. Chopin e Rachmaninov sono i miei preferiti. Poi, ovviamente, ci sono Mozart, Beethoven. ognuno ha un’anima differente. La musica è così: con ogni pezzo, il pianista e il pubblico condividono un’emozione diversa».
Quale messaggio desidera trasmettere al pubblico?
«Suonare con passione e autenticità è fondamentale. Il bello della musica è proprio questo: trasmettere emozioni. La musica deve toccare il cuore e far vibrare le corde dell’anima. Se manca il pathos, la performance non ha senso. Cerco sempre di far divertire chi ascolta, scegliendo brani orecchiabili. Spero che il pubblico possa sentirsi avvolto da questo mondo».
Ci sono stati momenti difficili nel suo percorso artistico?
«Assolutamente sì, e ce ne saranno ancora. Ma se c’è una passione così grande, non si molla mai. Si lotta per raggiungere il massimo, anche se richiede sacrifici. Ho sacrificato tanto, specialmente durante l’adolescenza, quando avrei potuto dedicarmi ad altro. Ma non mi è mai pesato, questo è sempre stato il mio sogno».
Un sogno ancora da realizzare?
«Direi che ho già realizzato il mio sogno più grande: suonare ed essere un pianista. Certo, si può sempre migliorare: il bello di questa professione è che non c’è mai un punto d’arrivo. Si studia e si cresce di continuo, e ogni traguardo, come quello di Vienna, è uno stimolo a fare di più. In questo mestiere non si finisce mai di imparare».
Andrea Bauleo, cosa ha significato per lei vincere questo riconoscimento a Vienna?
«È stato incredibile. Non partecipavo a concorsi da anni, soprattutto perché ormai dedico gran parte del mio tempo all’insegnamento. Sono andato a Vienna principalmente per visitare la città, per respirare quell’aria intrisa di storia musicale, e trovarmi sul palco come concorrente è stato emozionante. Vincere? È stato davvero inaspettato e straordinario».
Come è venuto a conoscenza del concorso?
«È iniziato tutto quasi per caso, quando ho visto un annuncio online. Erano in 250 da tutto il mondo a tentare l’ammissione alla fase finale. Dopo una dura selezione, sono stato scelto per competere in queste sale splendide e storiche di Vienna. Non solo suonare in un luogo come la Ehrbar Saal ha un significato enorme per un pianista, ma è stata un’occasione rara di esibirmi con la presenza in giuria di figure di eccellenza nel panorama musicale».
Da chi era composta la giuria internazionale che ha premiato i vincitori al Musikverein di Vienna?
«Christiane Karajev (AT), professore al Music University di Vienna (MDW); Tim Ovens (DE), professore al Music University di Vienna (MDW); Eliane Reyes (BE), professore al Royal Conservatory di Brussels e al Conservatoire National Supérieur de Musique di Parigi; Konstantin Semilakovs (LTU), professore al Music University di Vienna; Jeffrey Swann (USA), professore alla New York University; Jovanka Banjac (AT), professore alla Music University di Vienna (MDW)».
Quali brani ha eseguito?
«Mozart: sonata in La minore Kv 310 1 movimento; Liszt Wagner: Isolde liebestod; Rachmaninoff: momento musicale in mi minore op 16 n 4».
Quali emozioni ha provato a suonare in luoghi così prestigiosi?
«Sono esperienze uniche. A Vienna, ogni cosa sembra trasmettere musica: dall’organizzazione alla qualità degli strumenti, fino all’atmosfera nelle sale storiche. Quando sei lì, circondato dai monumenti di Mozart e Beethoven, ti senti a casa. Per un musicista classico, esibirsi qui è davvero il massimo».
Come si è preparato per questo concorso?
«La preparazione è come quella degli atleti: richiede costanza e rigore. La tecnica si affina giorno per giorno, allenando tendini e mente. Prima della prova finale, ho avuto a disposizione un’aula per il riscaldamento, un dettaglio che ho apprezzato molto. È importante fare un po’ di “risveglio muscolare” prima di esibirsi. Questo concorso mi ha dato una carica enorme. Vorrei partecipare ad altre competizioni. Sono esperienze che ti arricchiscono, sia come musicista che come viaggiatore».
Andrea Bauleo, un consiglio per i giovani che si avvicinano alla musica?
«Alla gioventù e all’umanità in generale consiglio di avvicinarsi all’arte, qualunque essa sia: pittura, musica, teatro. L’arte ti arricchisce, è una risorsa per l’anima, amplia la mente e ti aiuta a vedere il mondo da prospettive diverse. Spero che i giovani comincino presto a fare musica».
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