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Gli Zabatta Staila

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COSENZA – Aprite le finestre….” dal noto brano “Buonanotte Cosenza” cantato anche dal reuccio della musica italiana, Claudio Villa, in un’interpretazione appassionata e toccante, approda il 18 luglio all’Arena del Teatro Rendano, alle ore 21.00, in grande stile “ma diversa” per festeggiare, gli 80 anni del cantante cosentino Mario Gualtieri.

La nuova versione “melodica rap”, pur mantenendo l’impianto originale del ritornello, ha visto il rimaneggiamento degli Zabatta Staila al completo.

Cosa ha spinto il noto “gruppo mascherato” ad acquisire nel loro repertorio un brano melodico ma sicuramente lontano dal loro stile “rap”? A specificarlo sono Solfamì e Zabatta, incontrati, per l’occasione, in un luogo riparato dallo sguardo della gente, rigorosamente con il loro volto coperto.

“Abbiamo voluto ripercorrere – afferma con entusiasmo Solfamì sfoggiando un sorriso sornione – le note che hanno reso popolare una città, Cosenza, un cantore melodico come Mario Gualtieri e le due generazioni che ci separano. E ci siamo accorti, che avevamo proprio bisogno di un’interpretazione musicale così radicata ad un certo punto della nostra carriera. Una testimonianza d’amore verso le radici e …Aprite le finestre lo esprime tutto”.

“E poi – continua timidamente Zabatta, che insieme a Solfamì scrivono i testi delle canzoni – i nostri genitori hanno amato tantissimo Mario, sono stati i fans più sfegatati e alcuni di loro, hanno condiviso spesso il palco con lui da musicisti, vocalist o arrangiatori, e non mi chieda chi, perché voglio mantenere il segreto”.

Un’identità nascosta, quella dei membri della Crew, che oltre a Zabatta (schivo e silenzioso) ci sono Solfamì (allegro ed espansivo), Jakky di Nola dall’accento canadese (dedito alla vita mondana, che per ogni parola detta o cantata vuole il soldo in mano), Vana e Spagna si occupano della produzione dei video della crew raggiungendo numeri importanti, visto l’autoproduzione (due burloni irriverenti), e in ultimo ma non l’ultimo Marracaibo (il mattacchione della crew) che lancia caramelle sulla folla e regala soldi falsi.

Alcuni di loro sono prestati a questa esperienza che vivono con tanto entusiasmo visto che fanno altro nella vita.

Il gruppo celato dei Zabatta Staila, ha talento e un’ottima presenza scenica. Danno importanza al volto che mascherano perché è la chiave giusta per raccontarsi, raccontare e legare emotivamente con il pubblico che li segue. Eterogeneo. Le loro canzoni enfatizzano i luoghi e i posti, le espressioni comuni dialettali, i personaggi famosi della città e le loro abitudini ma soprattutto mettono in risalto “uno stile”, quello del cosentino doc. Dovrebbero essere personaggi pubblici ma il loro livore nel nascondersi è alto pari a quello di stare insieme.

Una performance la loro che non cade mai nel volgare, anzi, hanno un sogno. Attraverso la musica desiderano cambiare il passo alla loro terra. Sono moltissimi i giovanissimi che sul web li emulano, li imitano, li cantano. E’ sempre Solfami che racconta della loro scelta musicale, dell’anonimato quando si esibiscono. “Noi rappresentiamo – afferma con una fossetta simpatica sulla guancia – quel genere di pubblico a cui chiediamo di riflettere sull’importanza del mondo, di una nazione, una regione, una città, un rione denunciando, attraverso il rap e le note quello che non va nel verso che dovrebbe”.

“Spesso raccontiamo la nostra città – aggiunge Zabatta dallo sguardo assorto – ironizzando sul cosentino legato a gesti usuali e metodici, a stereotipi e vizi quotidiani”.

I ragazzi “mascherati”, colti e preparati ridono nel descrivere le ostentazioni, tipiche di una società che boccia un ricercatore e promuove chi vanta apparenti ricchezze attraverso gli status symbol o gli stati sociali mendaci. Non credo si conosceranno i loro volti nello show dedicato agli 80 anni di “Mario Gualtieri” del quartiere Casali. In fondo Maruzzo li applaudirà da lassù, riconoscendoli uno per uno e ringraziandoli uno per uno per averlo festeggiato…. Aprendo le finestre insieme a tantissimi cosentini.

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