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Gli organizzatori del Joy Festival

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DOPO i mesi vissuti è necessario tornare a scoprire la vera natura dell’animo umano, ciò che eleva lo spirito e ci permette di provare amore, felicità, gioia. È questo l’obiettivo primario del Joy Festival-L’Arte della Gioia, evento multidisciplinare la cui prima edizione si svolgerà dal 3 al 5 settembre a Castrovillari, tra i vicoli del suo caratteristico centro storico, negli spazi all’aperto e nelle sale del Castello Aragonese e del Protoconvento francescano, per un weekend ricco di appuntamenti di ogni genere.

Il Joy Festival nasce da un’idea dell’associazione culturale “Alegria”, presieduta da Maddalena Panebianco, che abbiamo intervistato.

Qual è stato il momento esatto in cui è nato in voi l’idea di organizzare il Joy Festival e quali sentimenti vi hanno spinto nella realizzazione di ciò?

«L’idea di organizzare un Festival multidisciplinare era in noi già da diversi anni e si è concretizzata durante il lockdown, poiché ci siamo resi conto di quanto l’arte, in tutte le sue forme, possa essere motivo di unione, condivisione, sollievo in un periodo particolarmente complicato. L’arte come veicolo di gioia è il presupposto fondamentale che ci ha fatto arrivare al concetto di dover avvicinare il pubblico all’arte, un pubblico che però non è solo fruitore di essa ma che in prima persona si avvicina ad un’arte e la sperimenta in prima persona».  

In che modo è organizzato il Festival?

«Sono presenti diverse discipline, raccolte in cinque aree tematiche: l’arte della musica, l’arte della danza, l’arte dell’immagine, l’arte della parola e l’arte della vita. In ogni area tematica abbiamo provato ad inserire almeno tre discipline diverse. Ad esempio verrà una ballerina dal Lussemburgo che farà  Dance Empowerment, cioè un discorso di consapevolezza di sé e del proprio corpo attraverso la danza; ci sarà un corso di fumetto con il Novi, per avvicinare i giovani al fumetto. Ci sarà anche una masterclass con Davide Shorty che farà una lezione di freestyle e poi ci saranno corso di scrittura creativa, corsi di scrittura sul web. Ci soffermeremo poi anche sull’arte della vita, intesa come tutte quelle cose che non sono propriamente arte ma che portano comunque gioia, che ci aiutano ad essere in sintonia con il mondo che ci circonda e quindi yoga, power yoga, meditazione. Accessibilità. Inclusività, sostenibilità e sicurezza sono temi importanti di cui il Joy Festival si portavoce».

In che modo?

«Durante l’organizzazione dell’evento, ci siamo resi conto quanto per noi fosse fondamentale condividere con chiunque questa gioia, poiché tante volte i Festival sono mirati a determinati fasce d’età o fasce sociali. Abbiamo pensato, quindi, anche a delle attività per i bambini: ci sarà una libreria mobile dove si leggerà con tutti i bambini, ci sarà yoga anche per i più piccoli, percorsi fuori dal castello all’interno di una zona verde con diversi giochi anche sostenibili, dove si impara ad utilizzare anche materiali di riciclo. Con l’associazione “Famiglie Disabili” abbiamo poi pensato di fare due corsi, uno di fotografia e uno di danza. Abbiamo creato per gli anziani un corso di danza-espressione, quindi di armonizzazione del corpo attraverso la danza e un corso di yoga. Rendere il Festival sostenibile per noi è stato fondamentale, infatti abbiamo realizzato delle borracce che possono essere acquistate durante il Festival, così come anche i bicchieri utilizzati durante l’evento verranno dati previa cauzione e potranno poi essere riconsegnati o portati con sé. Anche per ciò che riguarda l’allestimento, abbiamo cercato di realizzarlo evitando l’uso di materiali inquinanti e abbiamo anche creato un kit con tanti oggetti in cotone o carta riciclata, un porta cicche di sigaretta per evitare che vengano gettate a terra».

Ora che mancano pochissimi giorni al Festival, quali sono le vostre aspettative?

«La nostra aspettativa è di certo quella di portare tante persone a vedere attività che sono diverse dal solito. Anche i concerti a cui abbiamo pensato lo sono: il primo giorno ci sarà il trio di Horacio “El Negro” Hernandez, così come il Dj set che ci sarà successivamente con Alex Perdido, il Maestro Garofalo dei Sud Sound System e Abramo Laye Senè, percussionista africano. Stessa cosa per il secondo giorno, in cui vi è l’omaggio a Lucio Dalla in una giornata dedicata alla canzone d’autore con diversi musicisti e Dario Brunori che suonerà insieme a loro per creare un qualcosa mai stato fatto, per rendere omaggio a Lucio Dalla. Nell’ultima giornata ci sarà invece Stef Burns che salirà sul palco con gli Avulive. Ci aspettiamo che il pubblico resti soddisfatto ma soprattutto colpito dalla novità e ci aspettiamo che la gente partecipi il più possibile ai corsi e alle masterclass pomeridiane».

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