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Mogol e Gianmarco Carroccia

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Mogol e Carroccia con lo spettacolo Emozioni e le canzoni di Battisti a Corigliano Rossano, l’autore: «È bello vedere che le cantano anche i giovani»

IL viaggio tra le canzoni di Lucio Battisti e Mogol chiude a Corigliano-Rossano il Festival “Exit – Deviazioni in arte e musica”. Il primo settembre, ore 21,30 al Quadrato Compagna, Mogol, il più grande poeta del Novecento, e Gianmarco Carroccia danno vita a un evento che promette di regalare momenti di rara intensità.

Un’occasione per rivivere la magia di canzoni che hanno segnato la storia della musica facendo sognare intere generazioni di italiani. Lo spettacolo è organizzato da Piano B, in collaborazione con Gf Entertainment. Abbiamo intervistato i due artisti.

emozioni, la storia di mogol e battisti, Come nasce questo spettacolo?

Mogol: «Si potrebbe pensare che questo spettacolo nasca da una mia idea, invece non è così. Tutto partì quando l’impresario della mia scuola ricevette una telefonata per una serata vicino Fondi. Quando mi recai lì trovai un ragazzo che cantava sulla spiaggia dove c’erano duecento persone circa. Ma questo paese vanta una montagna verticale che scende sul mare e che faceva da sfondo. Le strade erano piene di gente, oltre duemila persone, che assistevano allo spettacolo. Un grande successo. Ho chiesto a Gianmarco Carroccia se avesse fatto qualche scuola e mi rispose che aveva frequentato la mia” (CET – Centro Europeo di Toscolano ndr). Abbiamo diplomato tremila allievi e tutti non me li posso ricordare. Ho notato inoltre che aveva una forte somiglianza con Lucio Battisti, del tutto naturale sia chiaro. Ma anche che cantava con una voce molto simile a Battisti e con una sensibilità molto particolare. Mi sono accorto che piaceva moltissimo. Abbiamo iniziato a lavorare insieme. Io lavoro con altri gruppi, ma lui è sicuramente, tra coloro con cui lavoro, è colui che ha un’impronta più vicina alla mia emozione».

Cosa la colpisce di più della reazione del pubblico a questo spettacolo?

M: «La gente canta. La gente, sollecitata, a cantare canta con piacere. Le parole le conoscono. Ciò che non credevo possibile, e invece mi ha sorpreso, è la presenza di molti giovani. Cantano anche loro. Probabilmente hanno trovato i dischi di Battisti in casa dai genitori e li hanno ascoltati. Ho forse hanno imparato le parole sentendole cantare dai genitori. Ho la certezza che lo spettacolo piaccia. I teatri e le piazze sono sempre colmi».

Oltre averle scritte, ogni tanto canta le sue canzoni?

M: «Sì, le canto quasi sempre. Lo faccio per far cantare la gente. C’è una particolarità che è interessante. La gente che è stonata è convinta che non può diventare intonata. Ma io ero il più stonato delle persone. Non è vera questa cosa. Ogni persona può diventare intonata con l’esercizio. Cantare con un cantante bravo è un ottimo esercizio per diventare intonati».

Il titolo dello spettacolo è Emozioni. Cosa la emoziona oggi?

M: «L’emozione più grande me la suscitano i bambini piccoli piccoli, perché per me sono un miracolo. Quando mi avvicino a loro, chiedo permesso alle loro madri, e cerco di strappargli un sorriso, perché quando sorridono ha un significato. Per me quando un bambino sorride, quel sorriso è colmo di significato. Significa che il bambino ha capito di essere nato. Finché non sorride non sa di essere nato, non sa che è nato. Il sorriso è una prova della sua esistenza a sé stesso».

Che emozioni si provano nel cantare le canzoni di Battisti al fianco di Mogol?

C: «È sicuramente una grandissima emozione, non a caso abbiamo intitolato Emozioni il nostro spettacolo. È la prima cosa che proviamo quando diamo vita a queste canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana. Anche lavorare accanto a uno dei più grandi poeti dei nostri giorni è un grande privilegio emotivo».

Questo viaggio tra le canzoni di Battisti e Mogol, cosa le ha insegnato?

C: «Che questa sono canzoni che fanno parte della vita di ognuno di noi, tramandandosi di generazione in generazione. Hanno una forza particolare: ognuno di noi le collega a un periodo della propria vita. Spesso dando un significato strettamente personale. In questo spettacolo, oltre che cantare queste canzoni, le racconteremo, cercando di svelare anche il reale significato delle stesse».

Da dove nasce questa passione per Battisti?

C: «Nasce da piccolo, quando ascoltai “Le allettanti promesse”. Da lì inizia ad apprezzare anche tutta la produzione di Battisti e quella cantautoriale italiana. La canzoni di Battisti e Mogol fanno parte della nostra identità».

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