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BOCCHE aperte, stupore, meraviglia, è l’immagine dei bambini davanti al grande schermo. E ai bambini è dedicata La Grotta dei piccoli la sezione della Guarimba International Film Festival, il noto festival sul cortometraggio giunto all’edizione numero 9.
Un festival nel festival, un ricco cartellone quello 2021 che ha ottenuto la medaglia dalla Presidenza della Camera dei deputati. L’evento, realizzato in collaborazione con Unicef Italia, nasce nel 2016 per stimolare la creatività e la scoperta di nuovi immaginari nei più piccoli attraverso il cinema.
Dal 7 al 12 agosto, in contemporanea con il festival maggiore, “La Grotta dei Piccoli” proporrà a bambini e ragazzi 100 cortometraggi animati provenienti da 33 diversi paesi del mondo, che omaggiano temi come l’amicizia, la famiglia e l’amore, ma affrontano anche questioni come la diversità, le emozioni e il rapporto con la natura. Valeria Weerasinghe è la curatrice della programmazione, così ci parla della rassegna
L’edizione 2021 vanta cartellone molto ricco, tanto nei linguaggi utilizzati che nelle tematiche trattate: che cosa racconterà quest’anno La Grotta dei Piccoli?
«La qualità dell’animazione quest’anno è molto alta, con una selezione di corti in grado di esplorare diverse tematiche e tecniche, capaci non solo di intrattenere, ma anche di creare punti di discussione e riflessione. C’è una bellissima diversità nelle storie e nei linguaggi. Abbiamo molto da offrire ai nostri giovani spettatori, per questo abbiamo pensato di dividere il programma in due parti. In prima serata ci saranno titoli dai toni più leggeri, molto colorati e con storie un po’ più semplici e divertenti, adatti anche a bambini piccolissimi. I corti che trattano temi più forti e richiedono quindi più attenzione, anche emotiva, meglio comprensibili a ragazzi un po’ più grandi, saranno inseriti invece nella seconda parte della serata».
Qualche film per ragazzi particolarmente interessante?
«Ce ne sono davvero molti. Mi viene in mente “Kapaemahu” che affronta la questione di genere e dell’identità, in cui, oltre ad un contesto visual meraviglioso da vedere, i personaggi protagonisti sono degli spiriti “mahu”, ovvero delle persone che hanno in loro sia una parte femminile che una maschile, e nel contesto della storia sono dotati di poteri magici. Anche Hinaleimoana Wong-Kalu, una dei tre registi del corto, è una mahu: non si identifica come uomo o donna ma in entrambe le parti. Lei stessa ha affermato che attraverso il suo lavoro vuole far capire ai giovani che è importante accogliere questa dualità, perché non è una debolezza, ma una forza».
Ci saranno molti film che affrontano temi che fanno parte della vita di tutti i giorni…
«Sì, esatto. Ci saranno corti che tratteranno questioni come la relazione con la disabilità, la percezione che ognuno di noi ha del proprio corpo in contrapposizione a quella che invece hanno gli altri, come ad esempio avviene in “Roberto”, film spagnolo diretto da Carmen Córdoba González. Ci sono poi cortometraggi che parlano della relazione con la malattia, anche quella mentale: è il caso di “Mum is pouring rain”, film francese che affronta la tematica della depressione di un familiare vista dagli occhi di una bambina di circa 10 anni. È sempre bello vedere dei film in grado di far evadere lo spettatore in mondi immaginari, abbiamo anche questo tipo di corti, però è ugualmente emozionante ritrovarsi in alcune situazioni. Parlare di vita reale è fondamentale, perché permette di normalizzare certi aspetti che vengono percepiti ancora oggi come tabù, mentre bisogna far comprendere che sono cose che fanno parte della vita e di noi stessi, ed è importante capirlo fin da piccoli».
In cartellone anche alcuni corti che portano l’attenzione sulla questione ambientale.
«La Guarimba ha da sempre a cuore la tematica ambientale, e anche per La Grotta dei Piccoli ci sono titoli dal taglio ambientalista selezionati per la sezione Cambur, un progetto di sostenibilità ideato dall’associazione e anima ecologica dell’evento. Un esempio è “Only a child”, un progetto al quale hanno preso parte 20 registi, sotto la supervisione di Simone Giampaolo. È una sorta di poema visivo che dà forma alle parole pronunciate nel 1992 da Severn Suzuki, la bambina che a soli 12 anni, al vertice di Rio delle Nazioni Unite, chiese agli adulti di prendersi cura del nostro pianeta».
È il suo terzo anno come programmatrice di questa sezione: cos’è per lei la Grotta dei Piccoli?
«Per me la Grotta è un luogo magico che avrei voluto frequentare io stessa da piccola. È uno spazio in cui il bambino o il ragazzo si trova di fronte a tante forme di narrazione e d’espressione ed è lì che guarda, che assorbe, si stupisce o rimane perplesso, confrontandosi con tutti questi diversi modi di raccontare una storia. Ognuno di noi ha un punto di vista diverso ed è giusto che questa diversità traspiri anche nell’arte e nell’animazione, in questo caso».
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