Arturo Brachetti
3 minuti per la letturaDAL suo entourage tengono a dire che il nuovo spettacolo di Arturo Brachetti, “Pierino, il lupo e l’altro” in scena al Teatro dei Ruderi di Cirella il 20 agosto alle ore 21,30, non è uno spettacolo ma un concerto. E questa novità innesca naturalmente la prima domanda.
Uno spettacolo nuovo, un concerto, non sarà allora che dobbiamo aspettarci anche uno Brachetti tutto nuovo?
«Un po’ – è la risposta di quello che viene considerato più grande attore-trasformista del mondo, con una “galleria” di oltre 350 personaggi, di cui 100 interpretati in una sola serata – diciamo un Brachetti meno visivo. Una serata piena di tante cose e che nasce da urgenze narrative diverse».
Ce le racconta?
«Intanto c’è un orchestra (l’Ensemble Symphony Orchestra diretta da Giacomo Loprieno, ndc) insieme alla quale racconterò la favola di Pierino e il lupo, ovviamente a modo mio, e interagendo con gli strumenti musicali. E poi c’è una seconda parte piena di storie, di personaggi raccontati alla mia maniera, di parodie. Avendo un’orchestra a disposizione si può variare molto, giocare molto, anche sulle musiche di autori importanti come Nino Rota, e Wagner».
Sarà un’estate tutta lavoro per lei o ci sarà spazio anche per le vacanze?
«Io mi auguro di lavorare il più possibile. Anche se in tournèe in genere si trova sempre il tempo per staccare la spina e approfittare delle bellezze che i diversi luoghi ci offrono. Come dico spesso, noi che facciamo questo mestiere siamo un po’ degli zingari di lusso».
In Calabria sarà anche così?
«Come sempre. Ci sono stato diverse volte durante gli anni. Mi ricordo della Cosenza di venticinque, trent’anni fa col suo centro storico abbandonato. Oggi per fortuna non è più così».
E quando viene in Calabria cosa pensa?
«Che purtroppo bisognerà pagar dazio alla dieta… e io non posso permettermelo».
Ma è vero che lei si allena alle due del mattino?
«Certo. Io sono un vampiro, non dormo mai. A quell’ora mi capita spesso di allenarmi e poi di andare a dormire alle quattro».
Come ha trascorso il lockdown?
«In due modi diversi. All’inizio ero pieno di energia, ho studiato tecniche nuove, ho dipinto, ho letto molto, ho scritto e ascoltato podcast, ho fatto molta ginnastica. Poi è arrivata la fase dell’amarezza, quella che ha colpito chiunque faccia questo lavoro. E ho cominciato a darmi dei compiti ogni giorno. Speriamo adesso di esserne usciti definitivamente».
Lei a proposito di questo concerto parla di musica che si vede. Che significa?
«Che la musica è capace di creare delle suggestioni assolute. In scena io disegno delle figure, con la tecnica del sand painting, che la musica dell’orchestra mi ispira in quel momento. La musica è un tema universale, quando la ascoltiamo basta chiudere gli occhi e immaginare delle cose».
E dice anche che è uno concerto di show teller e di divulgazione del teatro. Ci spiega anche questa?
«Mi piace questo mettere insieme arti diverse. Ci sarà Pierino e il lupo, ci sarà un percorso a sorpresa tra i differenti stili di direzione musicale, reso divertente dalla complicità dell’orchestra e del pubblico, ci sarà il sand painting. Il tutto per dimostrare come come il connubio tra le arti, apparentemente lontane tra loro, possa creare nuove e affascinanti esperienze».
Ma ci sarà anche il “solito” Brachetti? Quello delle mille trasformazioni, per capirci.
«Certo, le mie trasformazioni non possono certo mancare».
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