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Achille Lauro e Boss Doms nel foyer del Teatro Rendano di Cosenza nel 2019

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La prima esibizione di Achille Lauro a Cosenza fu il 18 luglio 2019 al “Festival delle Invasioni”. Tutti i retroscena di quel giorno, quando l’artista cancellò i pregiudizi e regalò dal vivo una performance indimenticabile mostrando talento da rocker e un’anima gentile


Era il 18 luglio 2019 ed il palco del “Festival delle Invasioni” era posizionato a lato del teatro Rendano, di fronte la statua di Bernardino Telesio imponente come un soldato a guardia: Achille Lauro aveva compiuto 29 anni da una settimana, arrivava per la prima volta con un live a Cosenza ed alle spalle si lasciava le polemiche non proprio glitterate del Festival di Sanremo (anche all’Ariston quell’anno era stata la sua prima volta). Lo stiloso Lauro de Marinis, nome di battesimo dell’artista, quell’estate debuttava con un certo alone di mistero nel capoluogo bruzio, inserito in un cartellone che, in linea con la filosofia di “Invasioni”, era stato pensato sul filo delle contaminazioni culturali, del dialogo e dell’incontro tra generi diversi.

Nella sezione “Beni suonati” nel programma di luglio c’erano Daniele Silvestri, la cantautrice Maria Antonietta, Peppe Voltarelli, Giovanni Truppi, Izi, Raphael Gualazzi e Calcutta (quest’ultimo nell’ambito del Be Alternative Festival) fino al gran finale di settembre in piazza Bilotti con Mahmood. C’era pure Diodato, che sarebbe stato vincitore del Sanremo successivo, cioè di quell’edizione 2020 immediatamente pre-lockdown, quando alzò il trofeo al cielo con “Fai rumore” e, subito dopo, poi il covid chiuse il mondo nel silenzio di casa. Ma “Invasioni 2019” fu un’annata strepitosa.

ACHILLE LAURO TRA PROTESTE E PREGIUDIZI, DA SANREMO A COSENZA

Quel 18 luglio, per il sound check di Achille Lauro lì in alto nel centro storico, non faceva nemmeno un caldo eccessivo. Accanto al palco nel pomeriggio rimase fermo per parecchio un van dai vetri oscurati. A provare gli strumenti per lo staff del cantante era salito solo il deejay Gow Muzik. Di Achille Lauro, ancora, non si vedeva l’ombra. Per lui all’epoca c’era tanta curiosità verso il personaggio, meno verso i brani.

Nel suo esordio a Sanremo condotto da Claudio Baglioni più che gareggiare aveva dovuto difendersi. Dagli attacchi, dai pregiudizi, dalle dicerie. Ciò nonostante Claudio Bisio all’Ariston lo aveva presentato così: “La sua musica luccica come la madreperla” e Virginia Raffaele aveva evidenziato: “Si è fatto notare per una scrittura innovativa e trasgressiva”. Prevalsero però le polemiche. Il rapper Frankie Hi-NRG in un tweet aveva fatto notare come il brano Rolls Royce, portato dal trapper, fosse molto simile a 1979 degli Smashing Pumpkins. «Ho saputo da poco di questi rumor – rispose Lauro – Sono onorato, magari! Ringrazio per l’accostamento, ma il mio brano musicalmente non c’entra nulla con quello, e la sua linea melodica è tutt’altra». Ci fu persino una band romana, gli Enter, a rincarare la dose con l’accusa di essere stati copiati. Era il segnale che Achille Lauro stava irrompendo sulla scena provocando fastidio.
Per non parlare delle insinuazioni sul doppio senso di Rolls Royce legato all’uso dell’Ecstasy. Lauro tornò a rispondere: «Ogni giorno esce una cosa nuova, prima il plagio che non è un plagio. Ora questo. Ma Rolls Royce è la macchina, è lo status. Il pezzo è una fotografia di tutte le icone mondiali dagli anni Cinquanta a oggi: dal mondo di Hollywood alla musica, allo stile».

L’ARRIVO DI ACHILLE LAURO A COSENZA

A Cosenza arrivò al “Festival delle Invasioni” con questo carico di controversie e con il disco d’oro ottenuto grazie alla hit “C’est la vie”.Quel pomeriggio a un certo punto le portiere del van dopo oltre un’ora si aprirono e, a sorpresa, scesero Achille Lauro e l’amico producer, oltre che partner del celebre bacio iconico, Boss Doms, al secolo Edoardo Manozzi. Lauro era in camicia scura e ampio cappello texano. Boss Doms aveva occhiali da sole a visiera e meches gialle.
Nell’immaginario spiantati, in verità griffatissimi dalla testa ai piedi ma nessuno lo sapeva, men che meno l’ammiratrice che, ignara del valore, gli chiese: “Mi regali il tuo cappello?”. Entrambi avevano un portamento affascinante, un’eleganza naturale. Salirono sul palco, fecero le prove e dopo non sparirono nel van. Rimasero a lungo a fare autografi e foto con i fan senza bisogno di alcuna divisione o transenna, non erano necessari bodyguard a tenere le distanze perché distanze con la gente non ne volevano. Lauro e Boss andarono via soltanto quando ormai mancava poco all’inizio del concerto. Chiesero consiglio per un buon gelato, andarono a prenderlo da “Zorro” a piazza dei Valdesi.

TALENTO DA ROCKER E ANIMO GENTILE

Quella sera del 18 luglio 2019 fu magica perché il pubblico scoprì la bravura di Achille Lauro dal vivo. Insieme a Boss Doms ed al resto della band, non fecero una semplice scaletta musicale. Fu uno show totale, una performance trascinante, l’esibizione di due “animali da palcoscenico” che sembravano praticare il live ad alti livelli da chissà quanto tempo. Invece erano agli inizi del successo dopo una gavetta nei sottoscala. Furono strepitosi.
Al termine del concerto, con una lucidità ed una freschezza fuori dalla norma – dopo tre ore in cui avevano saltato e sudato come i Rolling Stones -, sia Lauro che Boss Doms si fermarono amabilmente all’interno del Rendano a chiacchierare con gli organizzatori dell’amministrazione comunale, con i giornalisti e con i tanti steward che prestavano servizio alla sicurezza dell’evento. Battute, risate e selfie fino alle 3 del mattino, tipo due vecchi amici. Il massimo della trasgressione fu una birra giusto a decomprimere. Glamour, immagine, educazione. In estrema sintesi: un buon esempio.

DAL 2019 A OGGI

Da quel “Festival delle Invasioni” ad oggi ci sono di mezzo successi, libri, progetti di beneficienza, la sensibilità verso gli ultimi, sfilate di moda e, come sua bussola personale, il costante pensiero al “ragazzo di strada” che è stato. Nella notte tra il 31 dicembre ed il primo gennaio 2025 Achille Lauro ritorna a Cosenza con ben altro biglietto da visita rispetto a quel 2019. Scelto dall’esecutivo per il tradizionale Concertone di piazza, calcherà le tavole a due passi dal ristorante “Tina Pica” che richiama la via romana del suo “Amore disperato” con cui è in cima alle classifiche.
Il suo talento si esprime al meglio dal vivo e dal vivo va visto e goduto. Corsi e ricorsi: oggi 34enne, Achille Lauro il prossimo febbraio avrà davanti un altro viaggio (a Sanremo) e, intanto, la città di Cosenza per cantare. Sembra già di sentirlo dal palco: “Siiiiiiignore e signori! Maaaaadame e monsieur! Buon anno!”.

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