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Lina Siciliano in una scena di "Una femmina"

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SARA’ domenica 13 febbraio il giorno del regista cosentino Francesco Costabile al festival del cinema di Berlino, che si apre giovedì 10. Il suo lungometraggio d’esordio, “Una femmina”, sarà presentato nella sezione Panorama, quella dedicata ai film d’autore, e proiettato in anteprima mondiale (in mattinata per la stampa e alle 22 nello Zoo Palatz per il pubblico).

Il film di Costabile è uno dei tre titoli tricolore insieme a “Nel mio nome” di Nicolò Bassetti e “Calcinculo” di Chiara Bellosi, ma l’autore calabrese condividerà il red carpet con due maestri come Paolo Taviani, nel concorso principale con “Leonora addio” e Dario Argento, ospite di Special Gala con “Occhiali neri”. Tratta dal romanzo-inchiesta “Fimmine ribelli” del giornalista Lirio Abbate, l’opera prima di Francesco Costabile è una storia di riscatto femminile, perché sono le donne a squarciare l’omertà e rompere i legami di sangue con le famiglie di ‘ndrangheta.

La ferita più dolorosa della Calabria arriva alla Berlinale in una narrazione inedita, spiazzante e passionale. Un film spietato, che nelle note di regia è raccontato come una fiaba dark con ritmo di azione, dove le asperità e la dolcezza del dialetto restituiscono le contraddizioni di una terra tormentata, recondita e ignota, eppure magnetica, che il regista ha definito “territorio inconscio di qualcosa che è sommerso”.

Scritto da Abbate con Edoardo De Angelis e sceneggiato inoltre da Serena Brugnolo e Adriano Chiarelli e lo stesso Costabile, è un romanzo di formazione visivo enfatizzato dall’effetto straniante di inquadrature statiche e della fotografia pittorica di Giuseppe Di Maio, mentre le musiche fondono assillanti suoni concreti e l’etnofolk di Davide Ambrogio (nella colonna sonora ci sono anche due brani del cantautore reggino ispirati a una lettera scritta dalla nonna).

L’archetipo femminile è potenza pura, rabbia primordiale, salvezza. Protagonista infatti non è un’attrice professionista, ma una giovane donna nata a Cariati, Lina Siciliano: Costabile ha trovato la sua Rosa durante un provino in una casa famiglia di Cosenza, con un colpo di fulmine di sguardi nella sua ricerca di vissuti e cicatrici vere. Nel film è una ragazza calabrese che affronta con rabbia e coraggio il segreto della scomparsa della madre, mettendosi contro i codici d’onore della sua famiglia. Ed è Rosa ma anche Maria Concetta Cacciola, Giuseppina Pesce, e tutte le donne che dicono no alle radici di ‘ndrangheta.

Il primo trailer diffuso in rete ne esalta l’intensa interpretazione che ha importanti legami emotivi con la realtà, poiché la ventiseienne Siciliano è diventata madre durante la lavorazione del film e il set si è fermato per consentire alla protagonista di vivere questo momento e ritornare con una consapevolezza più forte.

La maternità e il rapporto tra madre e figlia sono infatti temi portanti della storia: una relazione femminile che nelle famiglie di mafia deve fare i conti con la sottomissione alle regole criminali, che sono maschili ma le donne devono apprenderle in una feroce iniziazione alla violenza, per loro innaturale.

Nel film, tra gli altri, accanto a Lina Siciliano, ci sono ottimi attori come Fabrizio Ferracane, Anna Maria De Luca e Luca Massaro, Simona Malato e Francesca Ritrovato, oltre alla piccola Rosa Santeramo nel ruolo di Rosa bambina. Prodotto da Tramp Limited e ‘O Groove e distribuito da Medusa, uscirà nelle sale italiane il 17 febbraio, ci auguriamo con qualche premio come bottino berlinese.

Intanto ci sono già segnali promettenti dal mercato internazionale con una critica su Variety e la collaborazione con la società Intramovies, che al festival promuoverà il film tra i distributori europei.

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