Peschi in fiore
2 minuti per la letturaCOSENZA – Se siete capitati a Sibari in questi giorni, sarete rimasti catturati dallo spettacolo dei peschi in fiore. Un piacere per gli occhi, uno scatto irrinunciabile per i nostri social, ma per i produttori della piana causa di molte notti insonni.
«La fioritura quest’anno è arrivata in anticipo di venti, trenta giorni. E per gli agricoltori non è un bene – spiega Francesco Cufari, presidente della Federazione degli Ordini dei dottori agronomi e forestali della Calabria – Marzo è un mese in cui si può andare incontro a improvvise gelate: se dovesse verificarsi un abbassamento repentino delle temperature si perderebbero interi raccolti».
La fioritura anticipata dei peschi, determinata dai primi caldi fuori stagione, ci racconta l’impatto dei cambiamenti climatici sui cicli delle colture anche nella nostra regione.
«Stesso discorso per il mandorlo, “sbocciato” già a febbraio, o per i cereali che invece rischiano di maturare tardi: non abbiamo avuto periodi di freddo abbastanza lunghi e le piante che oggi dovrebbero essere cresciute fino a 10 o 15 centimetri sono ancora sotto i 5» spiega Cufari.
Cosa fare? Aspettare e sperare che si mantengano gli impegni di riduzione delle emissioni di gas serra per limitare il riscaldamento globale?
«Sì, ma non basta – spiega il presidente dell’Ordine degli Agronomi e Forestali – È necessario adattarsi, prendere le giuste contromisure. Bisogna essere resilienti». Per queste ragioni l’Ordine ha organizzato, insieme a Infolife, una due giorni di riflessione e dibattito sul cambiamento climatico che vedrà la partecipazione di tanti esperti che hanno studiato il fenomeno e sviluppato possibili soluzioni per adattarsi ai mutamenti in corso. «L’evento è aperto a tutti, non solo agli addetti ai lavori – dice Cufari – per capire cosa accade in ambito agricolo, forestale e urbano. E anche come difendersi dalle fake news».
Si inizia venerdì 22 alle 9 in Provincia, presso la Sala Nova, e si chiude sabato 23, sempre a partire dalle 9, ma al castello svevo con due panel tecnici. «Adattarsi per gli agricoltori significherà riprogrammare i cicli – spiega il presidente degli Agronomi – o puntare su varietà diverse. Senza dimenticare che un altro effetto dell’innalzamento delle temperature è il calo della disponibilità idrica: fiumi, falde, laghi a secco e lungo le coste la salinità che aumenta. Dobbiamo indirizzarci verso un uso più razionale delle risorse idriche.
Si può ricorrere alla subirrigazione, ovvero all’irrigazione sotterranea che evita l’evaporazione dell’acqua: è una tecnica che in realtà in Calabria si usa da vent’anni ma che bisogna estendere. O ancora – continua Cufari – si possono introdurre sensori capaci di misurare il fabbisogno delle piante». Bisognerà adattarsi anche da un punto di vista fitosanitario.
«Con le mutate condizioni climatiche patogeni finora secondari possono diventare antagonisti principali e patogeni alieni, importati da Africa, Egitto, Oriente possono essere favoriti dalle temperature mutate» avverte l’esperto.
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