Un momento dell'assemblea
2 minuti per la letturaLONGOBUCCO – La montagna continua a bruciare, inesorabile. Ormai sono circa dieci giorni che i roghi mangiano ettari di bosco su più fronti distinti. Il risultato è devastante. Così i cittadini hanno scelto di reagire, di diventare in un certo senso i “guardiani” di questi boschi. Lo hanno fatto in una assemblea pubblica alla quale ha partecipato anche il sindaco. Da queste parti le persone si stanno costituendo in un comitato dal basso. Da una parte spingono per voler creare un gruppo di volontari a guardia dei territori, dall’altra insistono per puntare alla riorganizzazione del servizio anti incendio, che in questi giorni sta dimostrando tutte le sue lacune. Servono giovani, preparati e qualificati, che possano tenere sotto controllo questi territori in caso di emergenza, per il resto dovranno esserci anche dei gruppi pronti “tutelare” questi tesori. E’ una prima, importante reazione quella messa in campo da un giovane emigrato in Olanda, Vincenzo Romano, mentre le squadre aeree e di terra intervengono senza sosta sui fronti accesi. Ma Longobucco dovrà anche fare i conti con il dopo, sul futuro prossimo di fronte agli scenari lunari provocati dalle fiamme. Il sindaco durante l’assemblea spera «che questi criminali vengano consegnati alla giustizia» e si appella ai presenti affinché «collaborino» per stanare gli incendiari. Tutto questo «mettendo da parte qualsiasi polemica tra maggioranza e opposizione». Il sindaco Giovanni Pirillo, raggiunto telefonicamente in serata, è letteralmente sfiancato da quanto sta accadendo. Lo si sente dalla sua voce. «Il danno – ci racconta – è davvero difficile da quantizzare» ci sono troppi ettari di bosco andati in fumo. «Il problema è che appena se ne spegne uno se ne accende un altro, è chiaro che abbiamo qualche sospetto su origini dolose». Il paese è letteralmente accerchiato dai roghi. «Sembra quasi fatto con metodo scientifico – racconta – Abbiamo un fronte da Cariati e uno da Acri». E poi i fuochi sono posizionati in zone impervie, difficili da raggiungere a confermare che c’è un criterio dietro quanto sta accadendo. Ma una volta spenti tutti questi incendi ci si dovrà interrogare anche su cosa fare di questi territori. «In primo luogo – insiste il sindaco – bisognerà bonificare tutta la zona. In queste aree di sono delle case e strade di collegamento che andranno tutte rimesse a nuovo». Ma c’è soprattutto la necessità che le amministrazioni «prendano il controllo del patrimonio boschivo». E qui le necessità di comitati e quelle dell’amministrazione seguono lo stesso sentiero. Sul piano politico «a settembre – continua il sindaco – io e tutti i sindaci della Valle del Trionto andremo alla Regione a chiedere proprio questo: trovare il modo per dare alle amministrazioni la possibilità di gestire questo patrimonio». Sfruttare dunque chi conosce questi territori per metterlo a guardia di un patrimonio che giorno dopo giorno rischia di essere cancellato».
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