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Alcune infermiere

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COSENZA – «Il problema è il solito della sanità in Calabria: manca la programmazione, la visione di lungo periodo». Non usa mezzi termini Fausto Sposato, presidente provinciale del collegio Ipasvi commentando la vicenda riguardante i concorsi per infermiere banditi dall’azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro e Annunziata di Cosenza. Sposato parte da un dato e cioè la ricerca della Federazione nazionale infermieri che ha calcolato in 4000 la carenza di infermieri in Calabria.

«Se questo dato è vero, perchè le nostre aziende ospedaliere emanano bandi per poche unità di personale? Se si leggono i piani di assunzione delle nostre aziende vedremo che il totale ammonta a poche centinaia di unità. E’ evidente che uno dei due fra i manager delle nostre aziende e la federazione sta mentendo – spiega Sposato – e siccome conosco il rigore con cui la Federazione ha elaborato questa statistica, penso che il problema sia nell’incapacità di programmare dei nostri manager. Del resto se la sanità in Calabria è ridotta in questo modo un motivo ci sarà».

Sposato spiega che in Calabria quindi si dovrebbe procedere ad un concorso per stilare una unica graduatoria regionale, dalla quale possano attingere tutte le aziende ospedaliere e territoriali calabresi. «Anche perchè chi partecipa al concorso a Catanzaro, lo fa anche a Cosenza. Il rischio è che in graduatoria ci sia due volte la stessa persona. Va poi considerato che ai concorsi partecipano un po’ da tutto il Meridione. E’ chiaro che un infermiere della Puglia o della Basilicata, appena trascorsi i sei mesi di prova farà di tutto per tornare più vicino a casa».

Infine il responsabile dell’Ipasvi ricorda che il commissario Scura «ha assunto da una graduatoria del Pugliese Ciaccio del 2007, perchè non fare una graduatoria unica regionale da che sò 2000 abilitati? Insomma quello che Sposato non capisce è perchè le nostra aziende sanitarie «tendono ad escludere piuttosto che ad includere in una tragica carenza di personale». Ma il presidente dell’Ipasvi ne ha anche sulle modalità di svolgimento del concorso, i famosi test preselettivi che non sono altro che quiz a risposta multipla.

«Penso che questi quiz piuttosto che essere incentrati su domande come chi ha scritto la Traviata, dovrebbero essere incentrati su domande tecnico-professionali. Altrimenti il rischio è che passeranno i test chi ha una particolare cultura mnemonica, ma chi ha fatto esperienza e ha conseguito una serie di titoli di studio venga fatto fuori. Lo dico – aggiunge Sposato – con particolare riferimento al concorso di Cosenza dove i titoli non vengono presi in considerazione in questa fase e a me pare un’assurdità». Altra assurdità per Sposato e non aver previsto percorsi di stabilizzazione per gli infermieri che da tempo prestano servizio in azienda.

«Ci sono colleghi che non sono rientrati nella legge Madia per pochi mesi. Alcuni sono stati formati e specializzati, come quelli che prestano servizio nelle sale operatorie che senza di loro non sarebbero mai state aperte. Adesso li mandiamo via, gettando alle ortiche la formazione che hanno avuto questi colleghi? Mi sembra un’assurdità».

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