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Le relazioni sul senso del viaggiatore tra luoghi e storie di Francesco Bevilacqua e Antonio Nasso al Premio Vercillo
«KAHLIL Gibran diceva: “Io sono un viaggiatore e un navigatore, ma ogni giorno scopro una nuova regione della mia anima”». Nel corso della prima edizione del premio “Cristina Vercillo”, Antonio Nasso, videogiornalista e documentarista di “Repubblica” e la “Stampa” e Francesco Bevilacqua, scrittore e fotografo naturalista, hanno preso per mano i ragazzi delle scuole, stimolandoli a tracciare nuovi orizzonti di consapevolezze e visioni: il primo lo ha fatto attraverso “La costruzione di una narrazione per immagini”, e il secondo portandoli per le vie della “Calabria: viaggio nell’esotico d’Europa”.
IL VIAGGIO DEL VIDEOGIORNALISTA ANTONIO NASSO
Dall’Ucraina a Chernobyl fino allo Stretto di Messina, Antonio Nasso catapulta i giovani in un’esperienza pensata e creata ad immagini e suoni grazie ad «un grande contenitore di libertà, l’audio video, che ci permette di essere noi stessi e di mettere la nostra passione al servizio del prodotto che realizziamo». Un viaggio, quello del videogiornalista, che si affronta «incrociando regole e sensibilità personale», chiedendosi «come un evento influenza la vita di tutti i giorni», vissuto attraverso le storie che si raccontano e tenendo sempre ben presente «la stella polare della correttezza verso chi ci fa dono della propria parola».
FRANCESCO BEVILACQUA E L’AMNESIA DEI LUOGHI IN CALABRIA
E poi ci ha pensato Francesco Bevilacqua a svegliare i ragazzi da quella che lui definisce «la malattia endemica in Calabria, ovvero l’amnesia dei luoghi e il coma neurovegetativo toponomastico» di chi non conosce la propria terra e né insegna a riscoprirla. Abbatte gli stereotipi Bevilacqua, raccontando il perché di un «esotico di prossimità», «primitivo», nel quale si può scegliere come viaggiare.
«La Calabria ha un valore interiore», dice lo scrittore e fotografo naturalista. «Voi quando finirete il vostro percorso nel liceo avrete il compito di stabilire cosa fare nella vostra vita e dove farlo. E molti purtroppo non resteranno in Calabria. Andrete in giro per il mondo. Ma questa regione ha un valore. Qualcuno diceva che “la bellezza salverà il mondo, se il mondo salverà la bellezza”. Ed ecco che noi siamo chiamati a proteggere la bellezza: quando viaggiamo non dobbiamo viaggiare come i turisti che lo fanno per rapinare esotismo a buon mercato o giudicare i luoghi. Il vero viaggiatore si vuol far cambiare dai luoghi che visita. E il viaggio deve essere allora un’esperienza che tende al mutamento. Dobbiamo fare esperienze che ci aiutino a migliorare e a capire chi siamo attraverso il “viaggio degli stanziali”, il “viaggiare restando”. Perciò – conclude – voi che siete giovani, viaggiate ovunque nel mondo, ma provate a capire la Calabria, provate a scoprirla e riscoprirla davvero, prima di decidere, un giorno, di lasciarla perdere definitivamente».
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