Il tavolo dei relatori
4 minuti per la lettura“Donne: sicurezza sul posto di lavoro e gestione del proprio corpo. È ancora un problema di genere”, il focus della Fidapa di Cosenza e Rende
COSENZA – “Donne: sicurezza sul posto di lavoro e gestione del proprio corpo. È ancora un problema di genere”. È il titolo del convegno organizzato dalle past presidenti della Fidapa di Cosenza e della Fidapa di Rende nell’ambito del tema internazionale 2021-2024 “Nuove azioni attraverso la cooperazione”. Moderatrice del convegno: Anna Cerrigone, componente del consiglio di sezione della Fidapa di Cosenza.
A seguito dei saluti delle presidenti Elena Pistilli (Fidapa Cosenza), Annamaria Palopoli (Fidapa Rende) e Pina Genua (Fidapa Distretto Sud Ovest), la Past president nazionale Fidapa Bpw Italy Maria Concetta Oliveri ha introdotto il tema della tavola rotonda. «In questo convegno sono stati scelti due aspetti intrinseci della sicurezza delle donne molto attuali che rientrano a pieno titolo nell’agenda della politica nazionale, europea e internazionale».
Dopodiché, ha posto l’accento sui pregiudizi relativi alle capacità professionali delle donne in particolari ambiti lavorativi. Entrando nel vivo del convegno, la past presidente Fidapa di Cosenza, Angela Maria Zarro, ha delineato l’excursus normativo in materia di sicurezza sul lavoro, esaminando le differenze di genere anche sul fronte della prevenzione. Dopodiché, ha analizzato le prospettive legislative che consentono di creare nuovi posti di lavoro a favore delle donne. Infine, ha spiegato in cosa consiste la certificazione della parità di genere. «Si tratta di un’attestazione rilasciata da un ente terzo che comporterà per le aziende virtuose, che ne siano in possesso, la possibilità di fruire di benefici in termini di sgravi contributivi e di conseguire un punteggio premiale per accedere agli aiuti di Stato e comunitari».
La past president Fidapa di Rende Maria Pia Galasso, responsabile task force salute Fidapa Distretto Sud Ovest, ha messo in luce le criticità ancora esistenti nei posti di lavoro ed i passi in avanti necessari per tutelare la salute psicofisica della donna: «La donna ha difficoltà a raggiungere le vette della carriera rispetto agli uomini, ma soprattutto ha difficoltà nel tutelare la maternità. La donna incinta è sottoposta spesso a stress, responsabile di nascite pretermine e bambini di basso peso».
La Galasso ha evidenziato che le nuove sfide per tutelare le donne sui posti di lavoro devono partire da un cambiamento radicale a livello culturale, sociale ed economico «affinché la donna possa avere una famiglia ed esprimere le sue inclinazioni professionali».
A parlare della differenza di genere rispetto ai danni conseguenti all’esposizione ai fattori di rischio chimico, fisico, biologico ed ergonomico presenti in azienda è stata Rosella di Benedetto, coordinatore regionale per la consulenza tecnica per la sicurezza e salute Inail. L’esperta ha spiegato che «È necessario effettuare una valutazione dei rischi con il Dvr, considerando il genere, l’età e lo status di migrante, al fine di individuare interventi mirati per la prevenzione e la riduzione dei fattori di rischio». Inoltre, ha anticipato che l’università di Pisa, in collaborazione con l’Inail, ha elaborato il software Varidige «che permette di effettuare la valutazione dei rischi, considerando le differenze di genere, per consentire alle aziende di avere la certificazione qualità di ottica di genere».
Partendo dal rapporto in materia di infortuni e malattie 2022, ha evidenziato un dato particolare: «Nei primi tre mesi del 2022, il numero di denunce da contagio Covid-19 è superiore a quello dell’intero anno 2021: questo perché siamo rientrati a lavorare a pieno ritmo. L’aumento di infortuni ha interessato principalmente il genere femminile. Aumento registrato nel settore Gestione conto-Stato».
A seguire, Mariella Pecora (dirigente medico del servizio di sorveglianza sanitaria dell’Asp di Cosenza) ha analizzato il problema della violenza di genere partendo dalla definizione di gender equality e dagli elementi che influiscono sulle differenze di genere tra cui: cultura e stereotipi, istruzione e formazione, politiche pubbliche e sociali inadeguate, child penality, scarsa neutralità nei processi di selezione e promozione aziendale rispetto al genere, divisione sbilanciata del lavoro domestico e di cura. Come individuare la presenza di problemi sul posto di lavoro? La dr.ssa Pecora ha elencato alcuni «indicatori aziendali come assenteismo, mobbing, comunicazione aggressiva, isolamento, frequente ricorso ai servizi sanitari e indicatori individuali come abuso di alcol, tabacco, tossicodipendenza, ansia, depressione, irritabilità, burnout».
Dopodiché ha spiegato a chi rivolgersi e quali sono le forme di prevenzione più efficaci: misure di carattere strutturale, logistico e tecnologico, misure di carattere organizzativo, formazione e informazione. A chiusura del convegno, Delly Fabiano (docente Unical e responsabile nazionale Task force Innovazione) ha sottolineato che «Dopo la pandemia, abbiamo registrato un vero e proprio collasso economico, occupazionale e sociale che ci ha lasciato un’Italia ancora più divisa. La pandemia ha accentuato le diseguaglianze e le donne sono state maggiormente penalizzate. La società ha dovuto progettare nuovi sistemi di vita e di lavoro».
La docente ha puntualizzato quali sono i vantaggi dello smart working nelle aziende private e nella PA nonché l’importanza di «riconquistare la dignità lavorativa attraverso azioni incisive dello Stato e della comunità europea».
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