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NUOVO appuntamento domani pomeriggio alle ore 17,30 nella sala “Sandro Tito” della redazione centrale del Quotidiano a Castrolibero con la rassegna “Giornalisti nella Storia”.

Dopo gli eventi dedicati a Pippo Fava ed Enzo Biagi, stasera toccherà a Gianni Brera, autore di grandi pagine del giornalismo sportivo su una carriera lunga cinquant’anni. A raccontare quello che viene considerato un importante punto di riferimento del giornalismo sportivo italiano sarà Adalberto Scemma, giornalista e scrittore, il cui intervento sarà moderato dal caporedattore del Quotidiano del Sud Cristina Vercillo.

Alcuni degli articoli più significativi di Brera saranno letti dall’attore cosentino Ernesto Orrico. Daranno inoltre il loro contributo alla serata i musicisti del Conservatorio “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza i maestri arpisti Stefania Binetti e Maria Cristina Chiarelli. Gianni Brera era nato l’8 settembre 1919 a San Zenone Po, in provincia di Pavia, e a soli 16 anni, nel 1935, iniziò a scrivere piccoli articoli a commento del campionato della Sezione Propaganda sul settimanale sportivo milanese “Lo schermo sportivo”. Pare fosse un giovane calciatore di discreta tecnica ma ben presto, e su ordine della famiglia, lasciò di giocare per dedicare maggior tempo agli studi. Nel 1945 fu chiamato alla Gazzetta dello Sport da Bruno Roghi: si propone per scrivere articoli di calcio e di boxe, invece fu mandato a seguire la per lui sconosciuta atletica leggera, imparando presto ad amare le sue discipline. Nel 1949 è inviato al Tour de France e a soli 30 anni viene nominato direttore della rosea (il più giovane direttore italiano), carica che mantenne fino al 1954.

Due anni dopo venne chiamato a dirigere la redazione sportiva de Il Giorno diede vita a una delle sue rubriche più famose “L’Arcimatto” sul Guerin Sportivo, settimanale di cui assunse la direzione nel 1967. Negli anni Settanta tornò a scrivere per la Gazzetta dello Sport e, dopo un breve periodo al Giornale di Montanelli, arrivò a Repubblica dove rimase fino alla morte, avvenuta per un incidente stradale il 19 dicembre 1992. Autore di diversi neologismi diventati poi di uso comune (catenaccio, contropiede, melina, goleador…) e di diversi soprannomi (Abatino per Rivera, Rombo di tuono per Riva, Bonimba per Boninsegna…) difese a spada tratta la filosofia del calcio cosiddetto all’italiana, ovvero tutto catenaccio (altro neologismo) e contropiede. Scrisse diversi saggi e sette romanzi, uno dei quali, “Il corpo della ragassa” divenne un film diretto da Pasquale Festa Campanile.

La rassegna “Gironalisti nella Storia” è organizzata da Fondazione Mario Dodaro, Il Quotidiano del Sud, l’Istituto per gli studi storici e in collaborazione con il Conservatorio “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza.

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