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Giuseppe, 21 anni, studente di Scienze politiche: rabbia e sconforto e la valigia pronta per dopo la laurea
Cercare di costruirsi un futuro nella propria terra è sicuramente la volontà della maggior parte di noi ragazzi, ma quando poi ci si guarda effettivamente intorno, ci si rende conto che è molto difficile farsi strada in questa regione (…). Esistono dei pro e dei contro, sia se si decide di restare e sia se si decide di partire. Una partenza implica comunque un distacco dagli affetti più cari, dalla propria terra, e soprattutto bisognerà ambientarsi in un luogo diverso, con altre usanze e altre tradizioni, sia che si resti in Italia o no. Guardando l’altra faccia della medaglia però, possiamo renderci conto dei grossi problemi che riguardano la Calabria (…). Sono anni che ci vengono promesse delle riforme, dei cambiamenti, ma nella realtà dei fatti la Calabria rimane una delle regioni più povere d’Italia, con un tasso di disoccupazione elevatissimo. Da quello che si evince la voglia di partire, nella mia testa, è molto forte, anche se sono consapevole che bisognerebbe rimanere e non abbandonare, ma la paura di non avere un futuro supera la voglia di restare.
Restare o partire? Per i ragazzi calabresi la libertà di scelta non esiste. Giuseppe Sposato – 21 anni, studente di Scienze politiche all’Unical – lo spiega in maniera molto chiara nell’intervento apparso venerdì 5 gennaio nella rubrica “Post Millennials” (LEGGI I DETTAGLI DELL’INIZIATIVA). Tra rabbia e sconforto, sembra sappia già, come diversi coetanei che lo hanno preceduto in questo spazio, che dopo la laurea sarà costretto a partire.
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Potete leggere l’intervento integrale acquistando dallo store digitale l’edizione del Quotidiano di venerdì 5 gennaio.
Il nuovo appuntamento con la rubrica – lo spazio dedicato dal Quotidiano ai ragazzi di età compresa tra i 16 e i 22 anni – è per domani 12 gennaio. Per intervenire è possibile mandare una mail all’indirizzo mf.fortunato@quotidianodelsud.it
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