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A Castrolibero, nella sala Tito de “Il Quotidiano del Sud”, Luca Palamara, ex magistrato al centro di uno dei più clamorosi scandali giudiziari degli ultimi anni, ha presentato “Il sistema”.


Grande partecipazione e vivaci dibattiti hanno segnato l’incontro conclusivo della manifestazione culturale “Impressioni di Settembre” a Castrolibero. Protagonista della serata, ospitata nella sala Tito de “Il Quotidiano del Sud”, è stato Luca Palamara, ex magistrato al centro di uno dei più clamorosi scandali giudiziari degli ultimi anni. Con la presentazione del suo libro “Il sistema”, scritto insieme ad Alessandro Sallusti, Palamara ha svelato retroscena sconcertanti sui meccanismi di potere che influenzano la magistratura, intrecciati profondamente con politica e istituzioni. Il volume denuncia i condizionamenti che, secondo l’ex magistrato, manipolano nomine e relazioni nei più alti livelli della giustizia. L’incontro, moderato dalla giornalista Isabella Roccamo, ha visto la partecipazione del sindaco di Castrolibero, Orlandino Greco, e dell’assessore Nicoletta Perrotti.

LUCA PALAMARA PRESENTA “IL SISTEMA”

Nel suo libro, Palamara delinea il quadro allarmante di un sistema che «si autoalimenta attraverso dinamiche di potere che marginalizzano chiunque osi sfidarle». La pubblicazione, che ha riscosso grande successo editoriale, rappresenta, nelle parole dell’ex magistrato, un tentativo di raccontare una verità scomoda e di dare voce ai magistrati onesti che operano in un contesto estremamente complesso. Nel corso dell’incontro, Palamara ha ripercorso le tappe della sua carriera, dagli come pubblico ministero a Reggio Calabria fino alla presidenza dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) e all’elezione nel Consiglio Superiore della Magistratura (CSM).

L’ex magistrato è stato radiato nel 2021, dopo un’inchiesta che lo ha coinvolto per presunti rapporti illeciti con imprenditori e politici e per aver manipolato le nomine giudiziarie. Scandalo che lo ha visto al centro di uno dei più grandi casi di malcostume giudiziario degli ultimi anni. Nonostante la sentenza di radiazione, che egli stesso ha definito “ingiusta” e contro la quale ha presentato ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, Palamara ha continuato a mantenere una posizione pubblica attiva, candidandosi in politica e fondando l’associazione “Oltre il Sistema”.

Con chiarezza e precisione, l’ex magistrato ha toccato i punti più critici della sua analisi. La sua affermazione iniziale ha lasciato subito il segno: «“Il sistema” non è un racconto contro la magistratura, ma un racconto nato dall’esigenza di squarciare quel velo di ipocrisia che spesso fa parte del sistema di poteri. Quel racconto doveva servire alla classe politica, e non solo, per mettere sul tavolo una serie di problemi e chiedersi come ha funzionato la giustizia Italia dal 1948 in poi, anno in cui è entrata in vigore la nostra Costituzione». «La storia che ho raccontato con Sallusti nel 2021– ha aggiunto – è una storia che si ripete. Basta leggere i giornali. Il sistema usa le informazioni riservate per colpire il nemico di turno, specialmente se si tratta di chi è stato democraticamente eletto da una parte politica, magari sgradita a un’altra».

L’EPISODIO DELL’HOTEL CHAMPAGNE

Un momento particolarmente atteso è stato il racconto dell’”Hotel Champagne”, luogo simbolo di uno degli scandali che hanno scosso la magistratura italiana. Palamara ha ripercorso i fatti, descrivendoli come uno specchio di un sistema consolidato, dove nomine e rapporti tra magistrati e politici si decidono in sedi ufficiose, lontano dalle regole istituzionali. In particolare, si discuteva della nomina del successore del procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone.

LA RIFORMA CARTABIA

«La riforma Cartabia ha moltiplicato questi accordi – ha spiegato l’ex magistrato – rendendo il sistema ancora più complesso. Prima i membri erano 27 (24+3), oggi sono diventati 33. Se prima per essere nominati bisognava arrivare alla fatidica soglia dei 13, oggi la soglia è di 17. Chi fa politica, lo sa: bisogna cercare accordi. Questo è quello che non ha funzionato. Bisognava avere il coraggio di cambiare. Per trovare una via d’uscita, una soluzione poteva essere il sorteggio. Sorteggiando chi deve andare al Consiglio superiore della magistratura, si toglie il potere di scelta alle correnti».

LUCA PALAMARA DENUNCIA LA FUGA DI NOTIZIE

A colpire il pubblico è stata la sua denuncia sulla fuga di notizie. «Le informazioni riservate – ha precisato Luca Palamara – non provengono mai dall’avvocato, come si dice. Se un’intercettazione esce fuori lo sanno il pubblico ministero che indaga e la polizia giudiziaria che la ascolta. Se le indagini fossero portate fino in fondo salterebbe il banco del sistema».

CHI DETIENE IL POTERE IN ITALIA?

«Nella Prima Repubblica, quando si poneva la domanda “Chi detiene il potere in Italia?”, si pensava al partito, al segretario del partito, al capobastone. Oggi, che i partiti non ci sono più, o sono liquidi o liquefatti, a seconda dei punti di vista, chi conta di più sono le cordate di potere all’interno delle quali vivono un po’ di personaggi che leggiamo sui giornali: chi fa un’indagine, un appartenente alla polizia giudiziaria, il mondo dell’intelligence, un giornalista di riferimento. Se la polizia giudiziaria passa notizie riservate, il giorno dopo non puoi più andare in giro anche se il processo deve ancora iniziare. Di fronte a questo, cosa fa la politica?», ha osservato l’ex magistrato.

LA NECESSITÀ DI CAMBIAMENTO

Palamara non ha risparmiato critiche rivolta alla politica, accusata di non riuscire ad affrontare una riforma strutturale del sistema giudiziario. Il messaggio dell’ex magistrato è chiaro: il sistema giudiziario italiano, così com’è, non funziona. Le nomine, gli accordi e le fughe di notizie sono tutti tasselli di un meccanismo che rischia di minare la fiducia dei cittadini nella giustizia. Tuttavia, l’ex magistrato ha lasciato aperto uno spiraglio di speranza, auspicando un cambiamento che, secondo lui, potrebbe partire solo da una classe politica determinata: «Se la politica riuscisse ad assumersi la responsabilità di fare riforme, ci sarebbe un segnale importante. Forse, non abbiamo una classe politica strutturata per affrontare temi così delicati», ha concluso Palamara.

A chiudere la serata è stato il sindaco di Castrolibero, Orlandino Greco, che ha espresso preoccupazioni sul tema della commistione tra magistratura e politica, evidenziando come questa dinamica stia erodendo la fiducia nelle istituzioni. «La società del nostro tempo allarma», ha dichiarato Greco.

Le parole del primo cittadino hanno tracciato un quadro inquietante di un sistema dove i confini tra giustizia e politica sono sempre più labili. «La crisi dei partiti del 1992 ha messo in contrapposizione la magistratura e la classe politica. Come si può pensare che debbano essere messi sullo stesso piano e che il sistema giudiziario venga omologato al sistema politico? Oggi si va alla ricerca dei dossier, si rischia che la magistratura venga delegittimata per questa facilità nell’essere parte integrante della politica».

L’incontro si è concluso tra gli applausi del pubblico.

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