Il procuratore di Paola Pierpaolo Bruni
2 minuti per la letturaPAOLA (COSENZA) – “L’inquinamento elettorale: il mercimonio del voto con riferimento ai reati contro la pubblica amministrazione e alle collusioni politico-mafiose”.
E’ il titolo del libro scritto dal procuratore della Repubblica di Paola, Pierpaolo Bruni, che sarà presentato giovedì 8 luglio alle ore 16,30, nell’ambito di una discussione tra autorevolissimi esponenti del mondo della Magistratura e dell’Università. Il tema oggetto del dibattito, in particolare, è “L’inquinamento elettorale”, con riferimento ai seguenti aspetti: “Il voto e la sua promessa nei reati di corruzione”; “L’inquinamento elettorale politico-mafioso”; “Lo scambio elettorale politico-mafioso”.
I lavori saranno introdotti e moderati da Vincenzo Maiello, professore ordinario di diritto penale all’Università Federico II di Napoli. Discuteranno sul tema: Domenico Airoma, procuratore della Repubblica di Avellino; Antonio D’Amato, componente del Consiglio Superiore della Magistratura; Enrico Mezzetti, professore ordinario di Diritto penale all’Università Roma Tre. Concluderà il dibattito Pierpaolo Bruni, procuratore della Repubblica di Paola, sotto scorta da anni perché finito nel mirino di pericolose organizzazioni criminali ‘ndranghetistiche.
Il procuratore Bruni, tra l’altro, anche recentemente è stato vittima di distinti episodi di gravi minacce e propositi di delegittimazione, sia ad opera di soggetti gravitanti negli ambienti della criminalità organizzata di Cetraro, sia dal capo di una loggia segreta della massoneria.
Ripercussioni, queste ultime, legate all’attività del magistrato, particolarmente attente proprio all’inquinamento elettorale ed a varie entrature mafiose nella Pubblica amministrazione. Nel corso dell’evento sarà dunque presentato il volume: “L’inquinamento elettorale” di Pierpaolo Bruni (Giappichelli 2021). Un lavoro che prende le mosse da una serie di problematiche procedimentali e processuali affrontate nel corso della esperienza di Bruni sia presso le Procure ordinarie, sia presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro.
“Per lo più – si legge nella prefazione, rintracciabile sul sito di Giappicelli – mi sono occupato di reati contro la P.A., di reati societari e, presso la Dda, ho orientato le investigazioni per ricostruire le collusioni e le cointeressenze tra l’ala più propriamente militare delle organizzazioni ndranghetistiche e la élite della classe imprenditoriale e politica, nella consapevolezza che la mafia sia “fenomeno di classi dirigenti” (citazione di Pio La Torre, assassinato dalla mafia il 30 aprile del 1982 a Palermo)”.
Il testo ha ad oggetto l’esame dei riflessi penalistici di quelle condotte che “alterano e condizionano in modo patologico la libertà di espressione del voto democratico”. “La rilevanza della questione – prosegue la prefazione – riposa nel fatto che laddove il voto venga espresso a seguito di illecite forme di mercimonio o addirittura imposto con modalità mafiose, si genera un gravissimo vulnus alla libertà di espressione della volontà popolare da cui discende una forma di etero direzione o etero imposizione che, in concreto, crea seri dubbi circa il fatto che l’eletto con tali modalità possa dirsi effettiva espressione della volontà dei consociati.
Il dibattito si terrà su Zoom. Si potrà partecipare senza prenotazione (accesso consentito a 100 partecipanti): link https://zoom.us/j/92889454236 – Id riunione (92889454236), passcode (597155) – Link + passcode o Id riunione + passcode.
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