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Alcuni panini di Mi 'Ndujo

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Mi ‘Ndujo, polemica per il nuovo panino “U Ghiegghiu”

VACCARIZZO ALBANESE – Gli amministratori locali plaudono alla trovata di marketing, l’Eparchia di Lungro insorge. A scatenare le due opposte reazioni il lancio di “U Ghiegghiu”, il nuovo panino di “Mi ‘Ndujo”, il marchio tutto cosentino di panini ‘sanizzi’, lanciato nel 2007 e che oggi conta 9 punti vendita (sei dei quali a Roma).

Il panino – di cui ancora non si conoscono gli ingredienti – “racconterà la tradizione arbëreshë (Italo-Albanese) presente in tutta la Calabria. Un insieme di gusti che esalteranno il loro patrimonio identitario presente nella nostra regione. A breve e con tutta l’ironia che ci contraddistingue nascerà il Paninazzo: U Ghieggiu (jejju) – scrive “Mi ‘Ndujo” su Facebook – La Calabria che non ti aspetti!”.

L’ironia, però, non tutti l’hanno colta. Di sicuro non l’ha colta il protosincello dell’Eparchia di Lungro in Calabria, Papas Pietro Lanza, che su Facebook ha chiamato la comunità religiosa alla protesta, ricordando che “U Ghiegghiu” per gli italo-albanesi non è un elemento identitario, ma un termine dispregiativo.

«Non possiamo avere un panino “Mi ‘Ndujo” denominato “u ghiegghiu” che si prefigge di rappresentare il patrimonio identitario e la presenza Arbëreshe in Calabria. È semplicemente offensivo. Eleviamo la nostra protesta e chiediamo a chi ha avuto l’infelice idea di ritirarla. La nostra identità non si può racchiudere in un panino e in un termine ancor oggi usato in modo dispregiativo» scrive Papas Pietro Lanza.

Il termine popolare” ghiegghio” è usato dai calabresi per indicare l’italo-albanese o l’arbresh. L’espressione “ghjeghiu” evoca il modo di dire e gli adagi usati dalle popolazioni calabresi nei confronti degli esuli albanesi che si stabilirono nel Mezzogiorno per lo più nel XV secolo.

I risentimenti, i contrasti e i livori tra la popolazione locale e i nuovi arrivati si sintetizzavano nella dispregiativa espressione usuale nei paesi italiani limitrofi ai centri arbëreshë: “Quannu vidi u ghiegghiu e u lupu, spara prima u ghiegghiu e pu u lupu”.

Papas Pietro Lanza durante una celebrazione per Skanderbeg

I sindaci del territorio – in particolare l’Arberia jonica presilana – invece hanno accolto con soddisfazione il progetto. Pochi giorni fa gli imprenditori di “Mi ‘Ndujo”, Roberto Bonofiglio ed Eugenio Romano, hanno incontrato a Vaccarizzo Albanese una delegazione di amministratori. Il sindaco Antonio Pomillo, padrone di casa, ha illustrato i contenuti e gli obiettivi del progetto, culturale e d’impresa al tempo stesso, insieme alla società e al comunicatore Lenin Montesanto.

«Il progetto nasce – come riporta una nota – dalla consapevolezza, passione e dalla determinazione di svelare ai calabresi e al resto del mondo l’autentico valore aggiunto e le straordinarie potenzialità di sviluppo del patrimonio identitario distintivo di questa terra; a partire dalla biodiversità agroalimentare e dalla ricchezza enogastronomica».

Al confronto sono intervenuti il sindaco di San Giorgio Albanese, Gianni Gabriele, il delegato alla Cultura di San Demetrio Corone, Emanuele D’amico, il vicesindaco di San Cosmo Albanese, Arcangelo Minisci, il sindaco di Falconara Albanese, Francesco Candreva e Cristiana Smurra dell’associazione europea “Otto Torri sullo Jonio”.

Ad esprimere soddisfazione per il progetto condiviso con istituzioni e produttori locali dei comuni calabro- albanesi è stato anche l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, cui di recente il presidente Occhiuto ha conferito la delega sulle minoranze linguistiche.

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