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Davide Covello e Luigi Sprovieri a Roma (foto di Rocco Daniele)

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SE è vero che gli opposti si attraggono lo si capisce guardando Davide e Luigi. Insieme da quasi 10 anni, il 3 luglio convoleranno a nozze. E in queste righe, con l’ironia che li contraddistingue ma anche con la loro profondità di sentimenti, raccontano questi anni insieme e non solo. Di una consapevolezza raggiunta a piccoli passi e il tanto atteso coming out; di due famiglie splendide che hanno saputo comprendere sin da subito i propri figli e le loro proposte di matrimonio meravigliose, le sorprese, i viaggi in giro per il mondo e il non saper fare a meno l’uno dell’altro.

È il momento più importante nella vita di un ragazzo omosessuale e il più difficile. Come avete fatto coming out e come hanno reagito le vostre famiglie?

Davide Covello: «Il primo approccio l’ho avuto con amici, non solo della comunità Lgbtqi+. Sono però stati i miei stessi genitori a venirmi incontro, dicendomi che non era assolutamente un problema la mia omosessualità e che l’unico loro timore fosse quello che gli altri mi facessero del male. Il resto è venuto naturale. Hanno continuato a guardarmi negli occhi sempre nello stesso modo».

Luigi Sprovieri: «Il mio coming out è arrivato nel 2014, dopo un anno che stavo già con Davide. Dopo aver attraversato momenti difficili, fin quando c’è stato il bisogno di uscire allo scoperto. La prima a saperlo in assoluto fu mia sorella Maria Teresa, poi mia sorella Anna. Dopo lo confessai a mio padre. Stavamo camminando, io piangevo e gli dissi “papà, a me piacciono gli uomini”. Lui mi rispose: “va beh, andiamoci a prendere un aperitivo”. Mia madre quella sera era arrabbiata, ma non perché fossi omosessuale, solo perché aveva paura. Mi disse “tu sei mio figlio, ti amerò per sempre, ma condividi con me quello che hai nel cuore”, era più un urlo di aiuto perché si sentiva messa da parte anche se poi è stata parte fondamentale del mio percorso».

Quando e come vi siete conosciuti?

Luigi: «Il 17 novembre del 2012, ero in palestra e vidi questo ragazzo. Mi piacque subito e trovai il modo di scoprire il suo nome. Lo aggiunsi su Facebook e iniziammo a parlare. Davide pensava che io non volessi nulla di serio, io gli dissi che la prossima volta lo avrei salutato. La volta successiva, sempre in palestra, ero su una cyclette, lo vidi nello specchio ma abbassai la testa. Fu proprio Davide ad avvicinarsi. Mi disse “meno male che dovevi salutarmi”. Da lì è stato un sorprenderci a vicenda, lui mi chiamò il giorno dopo, erano le 2 del mattino, io ero ancora fuori e mi disse di andare con lui a conoscere i suoi amici. Mi regalò un bracciale che è stato al mio polso per tanto tempo».

Chi ha fatto il primo passo e chi ha baciato per primo?

Davide: «La prima mossa la fece Luigi, poi il primo bacio fui io a darlo».

Luigi: «Eravamo in un parchetto vicino casa dei miei genitori e finalmente Davide mi baciò. Io ero sempre in costante imbarazzo con lui. Sebbene spesso andavo a sorprenderlo quando era a lavoro, mi dovevo sempre caricare perché dovevo sembrare super figo! Ricordo quando lui lavorava in una gioielleria, a fine giornata stava svuotando la vetrina, io alzai la gamba, schiena al muro, lo guardai e gli feci ciao. Un po’ come nei film al primo approccio».

Da quanto tempo state insieme e da quanto convivete?

Luigi: «Stiamo insieme da 9 anni e mezzo. Anche se ci siamo conosciuti a novembre 2012, la nostra frequentazione è durata circa un mese e mezzo. Ci siamo messi insieme l’1 gennaio, la notte di capodanno. Eravamo ad un veglione, intorno alle 2 di notte palesai il mio sentimento nei confronti di Davide e lui mi disse “hai aspettato fin troppo tempo” e mi baciò».

Davide: «Luigi si trasferì a Roma per finire l’università dopo nove mesi che stavamo insieme. Io decisi di seguirlo. Sostanzialmente conviviamo dal 2013 ma con qualche anno di stop, non perché non stessimo insieme ma perché Luigi per lavoro si è poi trasferito negli Stati Uniti, poi a Londra, quando tornò non potevamo ancora permetterci una casa assieme. Perciò su 9 anni complessivi, sono 5 anni pieni di convivenza».

Che cos’è che vi tiene uniti?

Davide: «Samo completamente diversi, ma quello che ci tiene uniti è anche e soprattutto la consapevolezza che ci siamo l’uno per l’altro e che sempre saremo uno accanto all’altro».

Luigi: «Siamo agli antipodi. Lui ordinato, io disordinato. Non ha molta pazienza, io invece ne ho tanta. Lui riesce a cancellare, io invece porto rancore. La pensiamo diversamente su tutto: dalla politica ai colori, dagli outfit alla vita di ogni giorno, dal come si guida una macchina a come si invia una mail. Ma forse dopo il battibeccarci, è quella voglia di venirci sempre incontro alla fine che ci unisce. E sapere che se allungo la mano lo trovo sempre accanto a me, ragion per cui io ogni notte devo toccargli con il piede la gamba perché altrimenti vado in ansia».

Qual è il peggior difetto del vostro compagno e qual è invece il miglior pregio?

Davide: «Il peggior difetto di Luigi è che è presuntuoso. Pensa sempre di avere ragione, è troppo puntiglioso. Ma il miglior pregio è che è tanto buono, estremamente disponibile e presente nella mia vita».

Luigi: «Il peggior difetto di Davide è la mancanza di pazienza, perde le staffe anche per cose inutili, ma oramai so come calmarlo. Il suo miglior pregio è, anche in questo caso, la sua presenza costante e l’essere sempre dalla mia parte, è il mio primo tifoso».

Insieme avete girato il mondo. Viaggio più bello?

Luigi: «Sicuramente in Australia nel 2016. Il più bello per me perché in quella occasione, il 30 agosto mi ha chiesto di sposarlo. Purtroppo ci sposiamo solo nel 2022 per mille vicissitudini. Ma anche il Giappone è stato bello, soprattutto perché Davide è un amante di anime e manga, non potevamo non andarci».

Davide: «Tra l’altro, vista anche l’occasione, abbiamo deciso di tatuarci entrambi l’Australia».

Quando vi sposate?

«Ci sposiamo il 3 luglio. Dovevamo già farlo il 12 giugno dello scorso anno, ma causa covid non è stato possibile. E per fortuna, perché quel giorno grandinava!».

Come sono state le vostre proposte?

Luigi: «Davide mi ha chiesto di sposarlo a Sidney. Quella sera eravamo a cena su una barca, mi chiese di fare delle fotografie e mentre ci avviavamo lui mi disse “ti devo dire una cosa”. Mi giro e lo trovo inginocchiato per la proposta. Ho iniziato a ridere, perché in queste situazioni reagisco o piangendo a dirotto o ridendo a crepapelle, cosa che potrebbe accadere anche al matrimonio (ride, ndr)».

Davide: «Luigi, nel 2019, con la sicurezza che finalmente potevamo coronare il nostro sogno, mi ha chiesto di sposarlo nel mio paese d’origine, in un posto per me importante, al castello di Rose. Ha coinvolto tutti: amici più stretti, parenti, futuri testimoni, tutti».

Come procede l’organizzazione del matrimonio? Peraltro Davide è un wedding planner, quindi sarà tutto una passeggiata…

Luigi: «Procede bene, anche perché l’organizzazione era già partita nel 2019 dopo la mia proposta. È stato quindi un viaggio molto lungo ma organizzato nei minimi dettagli, soprattutto perché Davide è del mestiere. È stressante, è difficile, complicato, però nel complesso è anche estremamente divertente. Almeno per me, Davide forse è un po’ più ansioso».

Ci anticipate qualcosa?

Luigi: «Una cosa simpatica è che ci sposerà mia cognata, la sorella di Davide. Dovevamo scegliere una persona per noi importante e come punto di riferimento abbiamo scelto lei, sempre presente e ha sempre orecchie e cuore aperto quando abbiamo bisogno e non solo».

Davide: «Per quanto riguarda la cerimonia, abbiamo deciso di farla un po’ in stile americano, con la presenza di damigelle e cavalieri e sarà completamente all’aperto. Il colore predominante è il verde salvia. Si svolgerà in un unico luogo ma in tre momenti. Prima ci sarà la cerimonia, con un lungo corteo tra damine, paggetto, damigelle e cavalieri e poi l’entrata di Luigi. La sposa è lui!».

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