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Nonna Giuseppina con i congiunti

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CELICO (COSENZA) – Seduta sulla poltroncina avvolta in uno scialle frangiato nonna Giuseppina, un secolo di vita, si racconta con estrema lucidità. Nata il 9 febbraio del 1922 ha da poco spento 100 candeline. 

Per celebrare l’importante traguardo raggiunto il Comune di Celico le ha consegnato una targa a nome dell’intera comunità e il sindaco Matteo Lettieri ha offerto la torta per i festeggiamenti. Alla piccola cerimonia hanno partecipato tra dolci e palloncini, oltre ai familiari più stretti, l’assistente sociale Ilaria Lopez, la presidente dell’Associazione culturale “Maria Concetta Pantusa” Carmela Filicetti, il presidente del Consiglio Comunale Mario Scalise, il Comandante dei vigili urbani Michele Cairo e il sacerdote Don Matteo Imbrogno; la donna, infatti, ha ricevuto anche la Benedizione Apostolica su pergamena.

Ad avvicinare nonna Giuseppina alle altre figlie, ai nipoti e ai pronipoti sparsi nel mondo, nel giorno del centesimo compleanno, ci ha pensato la tecnologia. Una videochiamata di gruppo ha consentito ai parenti lontani di rendere la circostanza speciale oltre le aspettative, nonostante la pandemia.

La nonnina, chiamata affettuosamente dai cittadini “Peppinella”, è una donna forte e coraggiosa: ha vissuto l’orrore della Seconda Guerra Mondiale, ha sfidato l’epidemia di tifo in nome della solidarietà, ha sperimentato fin da piccola la fatica fisica del lavoro in campagna, ha conosciuto, anche se indirettamente, l’emigrazione e ha fronteggiato ogni difficoltà, ogni dolore che la vita non le ha risparmiato, senza mollare di un centimetro la presa. Giuseppina, figlia di una famiglia di contadini, all’età di 16 anni, giovanissima, sposa Luigi De Michele, si trasferisce per amore da San Pietro in Guarano a Celico e dà alla luce cinque figlie: Rosanna, Pia, Lea, Maria e Carmela. Tutte donne meravigliose a cui ha trasmesso principi e valori. In contrada San Nicola “Peppinella” lavorava la terra e badava al bestiame. Piantava verdure e ortaggi, accudiva i maiali, mungeva le mucche, raccoglieva i frutti maturi e le castagne, insomma svolgeva le mansioni più umili «con dignità e onestà» per contribuire al sostentamento della famiglia.

La stessa, benvoluta da tutti, ha assistito diverse vecchiette e da mamma sensibile e premurosa qual è narra di aver sfamato nelle difficoltà non solo le sue figlie; ha allattato, infatti, anche altri bambini del paese.

«Durante la guerra abbiamo accolto tanta gente che scappava per mettersi in salvo e rifugiarsi dai bombardamenti – Giuseppina racconta dei raid aerei – La guerra è brutta, un giorno in campagna a San Nicola eravamo quaranta persone ammassate in una stanza». 

Il messaggio trasmesso ai giovani è quello di lottare sempre per la pace. La figlia Rosanna aggiunge: «Mamma ha seguito in tv la situazione in Ucraina e, vedendo le immagini dei bambini in lacrime, ha manifestato grande dispiacere ed è parsa contrariata proprio perché la guerra l’ha vissuta».

Giuseppina ricorda il marito con affetto e si commuove quando cita il suo nome. Rimasta vedova diversi anni fa, non ha mai perso il suo carisma, ha continuato a prendersi cura della famiglia che l’ha sempre considerata una guida fondamentale. Vola cinque volte in Canada dove si sono sistemate quattro delle sue figlie dalle quali non è stato facile separarsi: non l’hanno fermata gli aeroplani, la dogana, la lingua straniera e tutte le difficoltà che può incontrare durante il viaggio chi non sa né leggere e né scrivere. A Toronto per i nipoti preparava i piatti della tradizione calabrese, si lasciava truccare con prodotti make up e agghindare con accessori eleganti. Tutt’oggi non rinuncia alle cure estetiche: senza la crema per il viso la giornata non può cominciare. Dall’altra parte del mondo, però, ha sempre ricercato i rapporti di vicinato e la solidarietà che solo Celico le sa regalare.

Difatti è sempre tornata in Italia ed oggi vive nel centro presilano accudita dalla figlia Rosanna e dai nipoti Eugenio e Gilda. Le figlie ironicamente la chiamano “a comandante”, perché ha sempre fatto valere le sue posizioni anche nel rapporto con il marito Luigi. Una donna dalla tempra fortissima, precisa e ordinata, autosufficiente fino all’età di 92 anni.

«È stata anche una ricamatrice di festoni e punto a giorno», raccontano. Nonna Giuseppina si è sottoposta liberamente al siero anticovid: «Sono forte, non ho paura, da giovane non ho mai avuto una febbre, un raffreddore».  A suo tempo “Peppinella” fece anche la vaccinazione contro il vaiolo. La pandemia, purtroppo, ha ridotto drasticamente le visite di parenti e amici che però hanno continuato a manifestarle affetto e gratitudine in altro modo. In occasione della festa di compleanno le hanno inondato l’abitazione di fiori e piante.

«Ne approfittiamo per ringraziare i celichesi, gli amici e i parenti che ci hanno omaggiato», concludono le figlie mentre Giuseppina saluta tutti con la mano emozionata e felice: «Sono rimasta contentissima della festa, una cosa meravigliosa. Vi ringrazio».

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