I Tummarinari di Donnici al cospetto del Papa
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COSENZA – La tradizione musicale calabrese in visita da Papa Francesco. L’esperienza vissuta a Roma dai Tummarinari di Donnici si potrebbe riassumere con queste parole. Il primo settembre scorso, infatti, sono stati ricevuti da sua santità Papa Francesco nella sua consueta Udienza Generale del mercoledì.
Chi sono i Tummarinari?
Quella dei “tummarinari” (tamburinari) è una tradizione diffusa in vari paesi della Calabria. Nello specifico, diversi esempi di musicisti che ne ripropongono la tradizione sono presenti nei paesi limitrofi all’area urbana di Cosenza.
In sostanza, si tratta di suonatori di tamburo militare e grancassa, organizzati in squadre, ossia in gruppi strumentali. Ogni squadra è costituita solitamente da due o tre tummarinari e da un grancasciaru (suonatore di grancassa).
I musicisti sono soliti accompagnare in diverse occasioni lo svolgimento di manifestazioni pubbliche, festive e rituali, tipiche della tradizione della comunità calabrese.
Tra i territori che conservano e difendono con affetto e convinzione la tradizione dei Tummarinari c’è anche Donnici i cui tummarinari, come detto, sono stati ricevuti dal Santo Padre.
L’omaggio al parroco giunto a Roma a piedi dalla Calabria
Ma la loro visita alla Sante Sede non è stata solo l’occasione per partecipare all’udienza settimanale ma anche quella di potersi esibire al cospetto del Santo Padre.
In più un momento indimenticabile lo hanno vissuto quando hanno potuto accogliere al suono di tamburi e grancassa anche il loro parroco, Don Santino Borrelli, che ha raggiunto la Santa Sede percorrendo più di 700 km a piedi.
La gioia dei Tummarinari calabresi
I protagonisti di questa suggestiva esperienza hanno voluto «condividere con voi la nostra felicità e soprattutto ringraziare tutti coloro che ci sono accanto, ad iniziare da Don Santino, la Parrocchia di San Michele Arcangelo e la comunità di Donnici tutta. Un pensiero, inoltre, va a tutti i tummarinari e ai costruttori dei casali e della presila Cosentina, con i quali speriamo di portare avanti questa tradizione. Un attestato di stima va ad Ippolito Reda per la sua maestria nel costruire i nostri strumenti».
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