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Foto di gruppo alla fine della conferenza stampa del Muinafest

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Muinafest, il festival interculturale che si tiene a Cosenza dal 20 al 22 settembre, un incontro tra popoli e scoperta di tradizioni


MUINA è il festival interculturale che si tiene a Cosenza dal 20 al 22 settembre. Muina significa confusione ma, in questo caso, il rumore e la confusione servono per accendere i fari sulle tante comunità presenti in città e per scoprire nuovi mondi. E Muina è incontro tra i popoli e scoperta di culture e tradizioni. In questo Muina è anche chiasso creativo.
Il Muinafest è promosso dalla Consulta Intercultura di Cosenza che, in questo momento, riunisce 28 comunità di diverse nazionalità presenti in città. La manifestazione sarà articolata in una tre giorni di dibattiti, sport, mostre d’arte, una rassegna di cortometraggi, musiche, balli e canti tradizionali, tutto all’insegna dell’interculturalità, della condivisione e dell’amicizia.

IL PRIMO DEI TANTI MUINAFEST A COSENZA

Il sindaco Franz Caruso, sottolineando che questo sarà il primo di tanti Muinafest, ha parlato del percorso avviato con la Consulta interculturale e dell’impegno nei confronti della cittadinanza che cresce anche attraverso queste etnie. «Cosenza – ha detto ancora Caruso – è città solidale, che accoglie e che vuole che sia rispettato il diritto di tutti ad essere cittadini di questo nostro Paese e le azioni di legalità, di cui Muinafest si occuperà in un apposito panel nella giornata di sabato 21 settembre, sono importanti proprio per riconoscere i diritti a ciascuno dei cittadini che vivono nella nostra città. È bello vedere sfilare gli abiti tradizionali di ogni etnia, ma è molto più importante conoscere, da parte di chi vive a Cosenza, quelli che sono i propri diritti e soprattutto vederli rispettati. Partiamo da qui, perché vogliamo che ci sia una contaminazione».

Il primo cittadino, scorgendo nel programma del festival la partita di cricket tra la comunità del Pakistan e quella del Bangladesh, di domenica 22 settembre alle 9.30 al Marchesino di Rende, ha colto tra le righe un segnale e, insieme un messaggio «che – ha detto – fa capire che dalla comunità cosentina, dall’amministrazione comunale e dalla Consulta intercultura c’è una propensione a superare qualsiasi barriera e steccato ideologico o di campanile. Sono per la città unica – ha ribadito Franz Caruso – però, come voglio che nulla sia imposto agli altri, non voglio che altri impongano niente a me. Sono un uomo libero e vorrei che le comunità fossero sempre libere. Per cui la scelta di fusione deve partire da una condivisione dal basso, non da un’imposizione dall’alto».

LA COSTRUZIONE DI UNA CITTA’ INTERCULTURALE

Deus ex machina dell’evento il presidente della Consulta Intercultura Ibrahima Deme Diop. «Questa sarà una grande festa – ha detto – che contribuirà a costruire una città interculturale». Alla conferenza di presentazione dell’evento hanno partecipato: l’assessore Veronica Buffone, la consigliera delegata del sindaco alla cultura, Antonietta Cozza, la consigliera comunale Alessandra Bresciani e il presidente dell’associazione “La Terra di Piero”, Sergio Crocco che ha parlato dell’inaugurazione del Parco dei nonni prevista per il 20 settembre alle 18.30 su via Misasi.
Interessanti le testimonianze dei componenti il direttivo della Consulta, uomini e donne di diversa nazionalità, che hanno illustrato la loro esperienza e il contributo offerto nell’organizzazione del festival. Una frase su tutte: «Venire in Italia è stata una necessità ma restare a Cosenza è stata una scelta».

L’inaugurazione del “Muinafest” è fissata per le 10 di venerdì 20 settembre al Museo dei Brettii e degli Enotri che, insieme a Piazza Carratelli, sarà una delle due location della manifestazione. Chi in questi giorni vorrà partecipare alla manifestazione si troverà a visitare mostre, ad assistere alla proiezione di cortometraggi o a riflettere durante i convegni che parlano di legalità e migranti. Ma si potrà anche partecipare ai laboratori creativi e a momenti musicali. E poi i giochi come quello della “pignata” della comunità cubana o il “rito del tè” proposto dalla comunità marocchina. La chiusura di domenica sarà affidata alla sfilata di abiti tradizionali dal mondo.
Una tre giorni per lasciarsi contaminare da culture diverse e per aprire le braccia al mondo.

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