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Cosenza si è tinta di colori e speranza il “Cosenza Pride 2024”, manifestazione promossa dall’Arcigay Cosenza e patrocinata dall’Amministrazione comunale.
Cosenza si è tinta di colori e speranza con il “Cosenza Pride 2024”, manifestazione promossa dall’Arcigay Cosenza e patrocinata dall’Amministrazione comunale. Da Piazza Loreto a Piazza dei Bruzi, il corteo, che ha visto una grande partecipazione, ha inondato le strade della città con un entusiasmo contagioso, musica travolgente (la sigla del Cosenza Pride è stata realizzata dal trio calabrese Free Love) e cartelloni eloquenti per reclamare a gran voce il rispetto dei diritti della comunità LGBTQIA+.
Bandiere arcobaleno hanno sventolato fieramente nel vento, simbolo di un movimento che lotta per l’uguaglianza e la piena accettazione. Uno dei cartelloni più significativi recitava: «Ci chiedono di rispettare il sistema ma non c’è alcun rispetto nel sistema per noi». Un messaggio chiaro e potente, simbolo del sentimento di tanti partecipanti che hanno affollato le strade per rivendicare parità e dignità.
UN’INVASIONE DI COLORI E SPERANZA PER I DIRITTI LGBTQIA+
Le drag queen, con i loro costumi e make-up impeccabili, hanno illuminato la giornata aggiungendo un tocco di glamour e spettacolo all’evento. Doretta, presidente onorario di Arcigay “I Due Mari” di Reggio Calabria, ha condiviso con noi il suo orgoglio nel partecipare all’evento: «Il Pride deve essere una festa, e speriamo che arrivi presto il giorno in cui possa essere solo questo. Oggi, il Pride è una celebrazione che porta con sé l’impegno di reclamare i diritti fondamentali che uno Stato deve riconoscere. Esistiamo e chiediamo solo di essere trattati con la stessa dignità e rispetto riservati a tutti gli altri cittadini». Doretta ha sottolineato: «Partecipo al pride in abiti da drag queen perché sono una di coloro che lavorano maggiormente nel settore dell’animazione per eventi che comprendono non solo la comunità LGBT ma anche eventi prettamente etero come matrimoni, addio al celibato e nubilato. Credo che con il divertimento, l’allegria, il sorriso e la buona educazione si possa arrivare a rispettare il prossimo».
Un’altra voce significativa è stata quella di Rateds, insegnante presso la scuola di drag queen recentemente aperta a Cosenza. Rateds ci ha parlato dell’iniziativa “Drag Yourself”, un progetto sviluppato insieme ad Arcigay Cosenza e alla collega Zia Gina: «Abbiamo avuto una risposta inaspettata dalla gente. Solitamente, si pensa alla drag queen come un uomo che si traveste da donna. In realtà, si tratta di un laboratorio aperto a tutti, uomini, donne, a prescindere dal proprio orientamento sessuale. Abbiamo insegnato ai partecipanti come truccarsi, confezionare abiti e parrucche e come stare su un palco. È stato entusiasmante vedere quanto, oggigiorno, la città di Cosenza sia interessata al mestiere del drag».
COSENZA PRIDE 2024: L’INIZIATIVA DI COSENZAPP
Non è mancato il supporto di iniziative locali come quella di Daniele Spadafora di CosenzApp, che ha trasformato un atto di odio in un potente messaggio di solidarietà: «Abbiamo sostenuto il pride da quando abbiamo annunciato la data perché proprio in quell’occasione, il nostro post è stato inondato da frasi di disprezzo e odio nei confronti della manifestazione. Abbiamo pensato di trasformare l’odio in sostegno donando due euro per ogni persona che aveva commentato negativamente quel post. Da lì, ci siamo resi conto che non era sufficiente fermarci a questo, così abbiamo realizzato una serie di contenuti informativi raccontando alcune storie della comunità LGBTQIA+ per educare chi ci seguiva, sperando che prima o poi il fatto che un bambino abbia due mamme o che ci sia una scuola per drag queen a Cosenza non faccia tanto scalpore e non scateni tanto odio».
Daniele ha osservato che, accanto ai commenti negativi, sono stati numerosi anche i messaggi di supporto. «Mi auguro che prima o poi si possa vivere in maniera più tranquilla e civile, soprattutto sui social, perché rappresentano uno spazio in cui le persone, nascondendosi dietro un monitor, si sentono libere di dire qualsiasi cosa. Spero che riusciremo a calmare questa ondata di odio sui social», ha concluso.
Il Cosenza Pride 2024 ha dimostrato come una città possa unirsi sotto l’arcobaleno dei diritti, trasformando le strade in un teatro di inclusività e speranza. La manifestazione non è stata solo una festa, ma anche un potente atto di resistenza e richiesta di riconoscimento, un passo in avanti verso un futuro più giusto e inclusivo per tutti.
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secondo me il problema non e’ quello di fare avere dei diritti a lesbiche gay o trans,la soluzione e’ liberarsi dalle religioni organizzate e dalla loro morale,se ci si libera da questo condizionamento tantecosevanno a posto e l umanita’ vivra’ senza sforzo