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COSENZA – Le storie delle vittime di mafia e le testimonianze dei loro familiari sono al centro dell’evento organizzato per oggi pomeriggio (17,30) dal Quotidiano del Sud e dalla Fondazione Mario Dodaro nella sala consiliare del Comune di Cosenza. S’intitola “Mafia: la memoria delle donne” perché in una strage che ha visto morire tanti uomini (ma anche bambini, moglie e madri) sono loro, le donne, a farsi spesso carico del dolore, della resistenza, della necessità di portare avanti famiglie praticamente distrutte dalla mafia. La giornalista Luciana De Luca le interrogherà e farà ascoltare, attraverso le loro voci, i racconti delle tragedie che queste persone hanno attraversato con grande coraggio.
Sarà un modo per celebrare a Cosenza la “Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie” che si svolge il 21 marzo prossimo. Nel corso dell’iniziativa parleranno: Teresa Cannata, figlia di Domenico, l’elettricista ucciso con una carica di tritolo posizionata sotto il davanzale di una finestra, il 16 aprile del 1977 a Polistena. Doris Lo Moro, magistrata e politica calabrese, Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo Borsellino, Angelo Garavaglia Frangetta, presidente del Movimento delle Agende rosse, Brizio Montinaro, fratello di Antonio Montinaro, caposcorta del giudice Giovanni Falcone, Francesca e Tita Biccheri, mamma e nonna di Mariangela Anzalone uccisa a 9 anni insieme al nonno Giuseppe Biccheri, a Oppido Mamertina e Anna e Antonio Fava, genitori di Celestino Fava, il ventiduenne ucciso a Palizzi il 29 novembre del 1996.
Sarà grazie alla testimonianza di Marisa Manzini, sostituto procuratore presso la procura generale di Catanzaro, che saranno ricordate anche le donne nate e vissute in contesti mafiosi che hanno cercato di allontanarsi dalle loro famiglie pagando con la vita il loro atto di ribellione. Sono storie terribili e spesso tragiche che raccontano della spaventosa capacità delle organizzazioni mafiose e delle famiglie che ne fanno parte, di creare vere e proprie trappole in cui le persone più deboli finiscono per essere chiuse per sempre.
L’incontro si concluderà con il referente regionale di Libera Giuseppe Borrello che traccerà la figura di don Italo Calabrò, la testimonianza esclusiva di una donna di mafia che ha aderito al progetto “Liberi di scegliere” e l’intervento di don Giorgio De Checchi, sacerdote impegnato con “Libera” nella costruzione di nuovi percorsi di legalità. L’intero evento sarà reso visibile nei giorni successivi sul sito del Quotidiano del Sud sul canale YouTube del Qds e sulle sue pagine social
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