Luigi Pruneti, Gran Maestro dell’OMTI
2 minuti per la letturaRENDE (COSENZA) – “Ambire a ricostruire una Massoneria degna del suo nome, una Massoneria che senza dimenticare il passato e la tradizione, viva nel presente e sia proiettata verso il futuro, all’insegna della trasparenza, della cultura, della solidarietà e degli intramontabili valori di Libertà – Uguaglianza – Fratellanza”.
Queste le parole del Prof. Luigi Pruneti, Gran Maestro dell’OMTI, durante la conferenza stampa tenutasi a Rende, presso Villa Fabiano venerdì 1 luglio, in occasione del suo arrivo in Calabria per la celebrazione del Solstizio d’estate del Sud Italia.
L’Ordine Massonico Tradizionale Italiano (abbreviato in OMTI) è una comunione che comprende oltre 105 logge distribuite nel territorio nazionale, in maggioranza logge miste di uomini e donne, ma anche logge maschili e logge femminili; e con officine all’estero (Berlino, San Pietroburgo, Santo Domingo, Varsavia) e triangoli massonici in Italia e all’estero (Monteriggioni, Bari, Londra e Mosca), è un’isola di libertà di pensiero e d’iniziative, affidate all’autonomia delle logge, come accadeva in origine, perché, Luigi Pruneti, fondatore dell’OMTI, è convinto che il confronto fra le diversità sia creativo e comporti una crescita comune.
Le questioni di politica e di religione devono restare al di fuori di quella esperienza iniziatica che è la Massoneria, ciò che invece è più che mai importante oggi – nella generale crisi di valori etici, politici e religiosi che domina la nostra epoca – è piuttosto il ruolo rivestito dalla cultura, rifuggendo nel contempo da ogni forma di vuoto formalismo e di dogmatismo.
La massoneria italiana dal dopoguerra ha peccato nel non aprirsi alla società civile, errando è rimasta chiusa in se stessa, si è fatta percepire come un corpo estraneo, non ha cercato il dialogo, se non malamente e in tempi recenti, non si è mai fatta portatrice di istanze, progetti, idee d’interesse generale, al contrario si è presentata, molte volte, come un contesto autoreferenziale, infarcito di stereotipi desueti e di basso livello culturale. L’OMTI guarda oltre, guarda ad altro, fortemente convinto che solo coinvolgendo e non convincendo si possano realmente costruire cattedrali.
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