Il Gay Pride di Cosenza del 2017
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COSENZA – Il Cosenza Pride viene sospeso «per favorire un confronto pubblico». È la decisione presa dagli organizzatori dell’evento previsto inizialmente a Cosenza il 9 luglio (con una lunga marcia di avvicinamento dal 30 giugno) dopo l’affondo del direttivo di Arcigay Cosenza “Eos” che lo scorso 24 giugno si dissociava dall’iniziativa (LEGGI) per divergenze (non solo organizzative) con i promotori del Pride riuniti nella realtà Invasione Queer, “Fem.In. Cosentine in lotta” in testa.
«Abbiamo sempre accolto ogni dibattito facendone oggetto di discussione e anche di autocritica, continuiamo a farlo oggi», scrivono gli organizzatori del Pride che già nelle ore immediatamente successive alla nota di Arcigay avevano deciso di annullare la conferenza stampa di presentazione della manifestazione. «Nelle ultime ore il dibattito sul Pride è stato acceso e non esente da aspre critiche. Per il bene del territorio, ma soprattutto della comunità LGBTQIA+ e di chi la anima, l’organizzazione del Pride previsto per il 9 Luglio è sospesa, per ripartire da un momento di dibattito che possa coinvolgere tutte le realtà nonché le singole soggettività e che sia da spunto per nuove forme di rappresentanza e differenti modi di vivere momenti di tale inclusività, così come ci hanno dimostrato esperienze recenti di altre città».
ABBIAMO FATTO DEGLI ERRORI
«“Invasione Queer” – precisano – è un’idea, un percorso, pensato ed iniziato da tempo per il quale il Pride voleva essere solo un momento di lancio e non un punto d’arrivo. L’amore verso la nostra città e il fermento sociale e culturale che da sempre la animano ci spingono ad aprirci pubblicamente al confronto, onde evitare ulteriori incomprensioni, fraintendimenti e dissapori che di sicuro non giovano alla comunità e all’obiettivo comune, che non è un evento, ma la lotta alle discriminazioni per identità di genere e orientamento sessuale, per la libertà di essere ciò che si vuole essere. Tutto ciò non può essere sacrificato a causa di dissapori. Tutte le realtà aderenti al percorso Invasione Queer si riconoscono sicuramente degli errori in fase organizzativa, ed evidentemente i tentavi fatti per evitare questo epilogo non sono stati sufficienti. Queste situazioni non ci appartengono e ci addolorano ed è per questo che facciamo un passo indietro, con l’auspicio di poterne fare altri in avanti, insieme».
UNA SINTESI, PER IL BENE DI TUTTI
Necessario, dunque, trovare una sintesi per il bene della città e della comunità. «Esistono assunti ideologici differenti e modus operandi diversi tra attivismo in senso stretto ed associazionismo, chi ci conosce lo sa – sottolineano gli organizzatori del Pride – ma questo non può andare a svilire né l’una né l’altra posizione tra le quali crediamo sia importante trovare una sintesi, non per il nostro bene ma per il bene della cittadinanza. Vogliamo che dalle diversità si generino ricchezze, iniziative e conquiste al fine di creare un terreno abbastanza fertile in cui coltivare una società migliore».
QUEER E PRIDE, PERCHÉ NO?
Tra le critiche mosse da Arcigay c’era l’associazione dei termini queer e pride, definita «una contraddizione in termini». Non la pensano così i promotori del Pride Cosenza: «Negli anni passati, così come quest’anno, si sono svolti e si svolgeranno Queer pride in tutta Italia. Per noi, definirsi Queer non significa non voler rivendicare quello che siamo; anzi, noi rivendichiamo la nostra fluidità in contrapposizione a un sistema che ci vuole definire con schemi fissi per catalogarci, includerci e assorbirci al suo interno. Del resto, il Pride appartiene alla comunità LGBTQIA+, laddove la Q sta proprio per Queer. Non vogliamo che il sistema ci includa e ci accetti, vogliamo cambiarlo affinché nessuno/a si senta più escluso/a. La pluralità è sempre stata il fulcro del nostro percorso. Idee, gruppi, persone e battaglie variegate unitə verso un solo obiettivo. Questo non vuol dire fare un calderone ma aver scelto una base ideologica peculiare nella quale rientrava anche l’idea del Pride 2021».
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