X
<
>

Share
3 minuti per la lettura

Michele Miglionico, maestro indiscusso di stile e raffinatezza, ha affascinato il pubblico del cineteatro Garden di Rende in occasione del gran finale del festival Moda Movie.


Conquistare il pubblico con stile è un’arte riservata a pochi maestri, e Michele Miglionico è senza dubbio uno di questi. La sua sfilata al cineteatro Garden di Rende, in occasione del gran finale del festival Moda Movie, ha incantato tutti i presenti. Il festival, che celebra i talenti della moda, del cinema e delle arti, con la direzione artistica dell’instancabile patron Sante Orrico, ha visto Miglionico come special guest della 28ª edizione. Le sue creazioni hanno portato in passerella un’eleganza senza tempo e uno stile lussuoso e ricercato, con un’impeccabile cura dei dettagli. Il perfetto equilibrio tra raffinatezza e innovazione ha confermato ancora una volta la sua eccezionale maestria. Per saperne di più, abbiamo intervistato Michele Miglionico.

Una carriera costellata di successi e riconoscimenti. Michele, può raccontarci come ha iniziato nel mondo della moda?

«Ho debuttato nel calendario ufficiale della Camera nazionale della moda italiana perché un mio collega aveva deciso di non sfilare più. In 15 giorni, nel gennaio del 2000, organizzai la mia prima presentazione a Roma con una collezione dedicata alla ‘carabiniera’. Quell’anno, le donne entravano nell’Arma, così disegnai un abito da sera che si univa alla divisa ufficiale realizzata da Rocco Barocco. Da lì, è iniziata la mia storia».

Le sue creazioni sono state apprezzate su passerelle internazionali da Roma a Shanghai. Ha vestito numerose personalità. Qual è la sua esperienza nel lavorare con clienti così diverse?

«Lavorare nell’alta moda significa avere un contatto diretto con le clienti e instaurare un rapporto di fiducia. La moda ha un linguaggio universale, ma quando si tratta di spettacolo, è diverso. In Cina, il rosso mi ha portato fortuna, mentre in America, lo stile sobrio e raffinato mi ha fatto incontrare e vestire personalità come Nancy Pelosi e Condoleezza Rice».

Quali sono i tessuti che predilige per le sue creazioni?

«Chi sceglie le mie creazioni ama indossare giacche, soprabiti o cappe. Il tessuto double è uno dei miei preferiti sin da quando lo vidi lavorare negli atelier durante il mio apprendistato».

Quali sono stati i suoi punti di riferimento nel mondo della moda?

«L’insegnamento più grande fu quello di Fausto Sarli, maestro della lavorazione del double. Poi, Mila Schön e Valentino. Ho appreso qualcosa da ogni grande stilista che ha segnato la storia della moda italiana».

Quali collezioni hanno sfilato sul palcoscenico del festival Moda Movie?

«Ho portato alcuni capi che raccontano la mia storia: dai primi passi nel mondo della moda alla collezione dedicata a Barbie; un po’ della collezione del 2008 sui diamanti e della collezione delle Madonne lucane. Quest’ultima, in particolare, è molto richiesta perché racconta il mio territorio».

Tema della 28ª edizione del festival Moda Movie è “Green future- ambiente, beni culturali, economia circolare”. Tra gli altri, sulla passerella ha sfilato un abito particolarissimo, dico bene?

«Esatto! Si tratta di un abito realizzato con un tessuto del ’52, usato in origine dal grande Schubert. A proposito di sostenibilità, mi piace l’idea di recuperare un bel tessuto, dargli una seconda chance, farlo rivivere. Da oltre una stagione, soprattutto per la collezione delle Madonne lucane, sono andato alla ricerca di tessuti conservati in archivi».

Un consiglio ai giovani fashion designer?

«I giovani, oggi, sono molto più consapevoli di noi riguardo all’ambiente. Suggerisco di prestare attenzione a tutto ciò che ci circonda. Ogni collezione, una volta realizzata, diventa archivio, quindi bisogna essere responsabili anche nella produzione».

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE