Dino Zoff al San Vito nel 1967 con la formazione giovanile del Cosenza
4 minuti per la letturaCOMPIE oggi ottant’anni Dino Zoff. Un monumento nazionale, più che un calciatore. Uno dei migliori portieri al mondo, la serietà fatta persona, icona nazionale del mondiale 1982, tra i pali e come portavoce della squadra.
Quanti episodi da enciclopedia e Wikipedia. Lo scopone sull’aereo con Pertini, ma anche gli anni da allenatore di club e della Nazionale compresa polemica da uomo verticale con Berlusconi dopo la sconfitta per l’Europeo. Friulano e taciturno, gentiluomo d’altri tempi, l’atleta dei record che tutti conoscono.
Quando un mito sfiora la tua storia locale ti appartiene ancora di più, ed ecco come abbiamo scoperto Zoff incontrare il Cosenza e il suo stadio grazie ad una vecchia foto ricordo. Il nostro Alessandro Chiappetta, occupandosi della pubblicazione del concerto inglese della band punk cosentina Lumpen, in un video ha notato una fotografia scattata al San Vito di Cosenza nel 1967 con dieci ragazzi in calzoncini e un portiere con la tuta. Si riconosce un giovane Dino Zoff, ha 25 anni, in posa con i giocatori della giovanile del Cosenza di quell’anno. Silvio Marino, tifoso appassionato di collezionismo di foto storiche del Cosenza, e nipote di glorie rossoblu, ci ha aiutato a ricostruire la storia della foto.
Il primo novembre 1967 al San Vito oggi Marulla giocò la Nazionale italiana di Ferruccio Valcareggi. Per i ragazzi nati tra il 1958 e il 1962, quella partita fu la prima volta alla stadio per un ricordo memorabile, come raccontò sul Quotidiano anche il nostro compianto collega Antonino Catera. Gli occhi e le memorie furono soprattutto per Riva e Mazzola, De Sisti esordì in azzurro per quella goleada contro Cipro. Gigi “Rombo di Tuono” segnò una tripletta (primi goal in azzurro) e Mazzola una doppietta nella partita di qualificazione per l’Europeo che si vincerà l’anno dopo per la prima volta.
Ma questa è la storia di Dino Zoff a Cosenza. Secondo portiere di quella nazionale che schierava numero 1 Ricky Albertosi del Cagliari. Da poco Zoff è andato a giocare con il Napoli, dopo molti campionati a Mantova, ma è già un campione ammirato sulle pagine sportive. La Nazionale in quell’ottobre del 1967 arriva a Cosenza qualche giorno prima per allenamenti e testare il terreno nuovissimo e molto apprezzato. La sgambatura è con le giovanili. Non c’erano i telefonini. E il fotografo organizza il ricordo con Zoff che si schiera in formazione tipo con quei ragazzini. Grazie a Silvio Marino, nipote del mitico Ciccio Delmorgine, vecchia gloria rossoblu dal 1936 al 1952 e allo zio Teobaldo DelMorgine in quella foto ritratto, siamo in grado di declinare quei cognomi tipicamente cosentini che affiancano Zoff in quel ritratto appeso al muro e che sicuramente hanno ancora in mente e nel cuore il loro ricordo. Come in un album Panini possiamo trascrivere e recitare in piedi: Orrico, Zoff, Aloe, Delmorgine, dell’ultimo purtroppo non si ricorda la schiatta, mentre accasciati sono Gramoglia, Miceli, Buccieri, Tucci, Marasco II e Marasco.
Tornerà Zoff al San Vito, vent’anni dopo. Da allenatore della Juventus in Coppa Italia. Domenica 21 agosto 1988, in uno stadio strapieno come Italia-Cipro, il Cosenza neopromosso in B, allenatore Bruno Giorgi, in notturna sfida la Signora d’Italia. C’era Bergamini in campo, sugli spalti uno striscione ricorda la povera Roberta Lanzino barbaramente uccisa, e la partita finisce 0-0. Il presidente del Cosenza, don Peppino Carratelli, non perde l’occasione prima del match di premiare Zoff con una targa che si va aggiungere alla sua imponente bacheca.
Da qualche parte ci saranno altre foto ricordo anche di quella sera, bel ricordo anche quello, ma la foto del 1967 di Zoff al San Vito ha un’epica da Gianni Mura con colonna sonora da Ennio Morricone. Polvere di stelle di una cometa del calcio.
E vogliamo chiudere questo ricordo con un’altra foto. Molto insolita per il serioso portiere che la notte che vinse il Mundial, ultimo ad uscire dallo stadio, bevve due bicchieri di vino con Gaetano Scirea, suo compagno di stanza, godendosi in quel modo la storica vittoria. “Non potevamo andare in discoteca, avremmo sprecato tutto” ha ricordato Zoff.
Che ci piace anche ricordare per i suoi ottant’anni con una sua foto che balla. Che grande uomo Dino Zoff. Anche i seri ogni tanto si divertono.
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