Il vescovo monsignore Bonanno
1 minuto per la letturaSCALEA (COSENZA) – «Quanta pazienza Signore!», ha esclamato il vescovo della Diocesi di San Marco Argentano-Scalea, Leonardo Bonanno, alla luce delle diverse “scosse di assestamento” (è così che le definisce) percepite negli ultimi giorni in vari territori della Diocesi, negli ambienti laici, per il «trasferimento di qualche parroco».
Lagnanze ingiustificate – è il pensiero del religioso – scaturite dal normale esercizio della funzione vescovile, e che «non denotano coscienza e/o maturità ecclesiale» da parte dei fedeli. In virtù di ciò, monsignor Leonardo Bonanno ha deciso di prendere carta e penna e scrivere al “al Clero diocesano”, mettendo i classici puntini sulle “i”.
«Cari confratelli – esordisce – dopo il trasferimento di qualche parroco si verificano “scosse di assestamento” (si fa per dire) per lo più tra i laici. Le motivazioni di queste reazioni sono intuibili ma certamente non denotano coscienza e/o maturità ecclesiale».
Quindi precisa: «Tali trasferimenti vengono decisi dal vescovo a norma del can. 522 del Codice di Diritto Canonico e della Delibera CEI numero 17 del 6 settembre 1984, che prevedono il trasferimento di sede dopo 9 anni di servizio pastorale del parroco. Evidentemente – ammonisce con eleganza – il vescovo (che non può dire tutto ne’ a tutti) si avvale del suo discernimento e delle ispirazioni del Signore per operare in questo e in altri ambiti della vita diocesana».
Poi un esempio molto significativo che fa appello alle sensibilità dei singoli: “Nell’Arma dei Carabinieri i nostri capitani vengono trasferiti dopo tre o quattro anni di servizio. Hanno mogli e figli e vengono mandati in sedi dove spesso non vi è nemmeno l’alloggio libero. Che bell’esempio per chi pensa che preti siano degli impiegati, da poter vivere comodamente, e i vescovi i loro datori di lavoro». Dunque, «quanta pazienza Signore!».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA