Lo striscione per i festeggiamenti ad Acri
3 minuti per la letturadi ROCCO BENVENUTO
QUESTA mattina, in Piazza San Pietro, papa Francesco dichiarerà santo il beato Angelo d’Acri, al secolo Luca Antonio Falcone (1669-1739). A poco meno di tre anni di distanza dalla canonizzazione di San Nicola Saggio da Longobardi, un altro cosentino sale agli onori degli altari.
Dopo la canonizzazione di San Francesco di Paola (1416-1507), avvenuta il 1° maggio 1519 e di cui nel 2019 si celebrerà il 500° anniversario, è intercorso un lunghissimo periodo senza che alcun calabrese sia stato inscritto nel catalogo dei santi, mentre, in questi ultimi tre lustri, ne sono stati proclamati ben quattro. Dapprima, il 19 maggio 2002, San Giovanni Paolo II ha dichiarato santo il francescano Umile da Bisignano (1582-1637).
Tre anni dopo, il 23 ottobre 2005, Benedetto XVI ha canonizzato il reggino S. Gaetano Catanoso (1879-1963), fondatore della Congregazione delle Suore Veroniche del Volto Santo. Più recentemente, il 23 novembre 2014 papa Francesco ha elevato agli onori degli altari S. Nicola Saggio da Longobardi (1650-1709), fratello oblato dei Minimi, e, oggi, S. Angelo d’Acri, frate Minore Cappuccino. Analizzandoli in base alla famiglia d’appartenenza, gli ultimi cinque santi calabresi possono essere così suddivisi: due Minimi (Martolilla e Saggio), due Francescani (il riformato fr. Umile e il cappuccino P. Angelo) e un sacerdote diocesano (Catanoso).
Su cinque santi, solo San Gaetano appartiene alla diocesi di Reggio Calabria-Bova, mentre gli altri quattro sono nati nell’odierna arcidiocesi di Cosenza-Bisignano. Originariamente, ne era oriundo solo il Paolano, perché Sant’Umile e Sant’Angelo hanno avuto i natali in diocesi di Bisignano e San Nicola in quella di Tropea. Osservando il lasso di tempo che intercorre tra la data di beatificazione e quella di canonizzazione di ciascuno, emerge che, con due distinte inchieste canoniche, una per essere dichiarato beato e l’altra santo, chi impiegò meno tempo ad essere proclamato santo fu S. Francesco di Paola, beatificato il 7 luglio 1513 e canonizzato il 1° maggio 1519.
Un paio di anni in più ci vollero per San Catanoso, beatificato il 4 maggio 1997 e canonizzato otto anni dopo, il 23 ottobre 2005. Molto lungo, invece, fu il tempo che trascorse per la dichiarazione di santità degli altri tre: Sant’ Umile fu beatificato il 29 gennaio 1882 e, dopo 120 anni, dichiarato santo il 19 maggio 2002. Di più ne sono occorsi per Sant’Angelo, beatificato nella Basilica di San Pietro il 18 dicembre 1825 e che stamani, a distanza di 192 anni, sarà proclamato santo. Nonostante i due processi, quello diocesano e quello apostolico, si siano svolti molto celermente, per giunta in tre sedi differenti (Longobardi, Cosenza e Roma), il primato della causa più lunga è detenuto da S. Nicola, beatificato il 17 settembre 1786 da Pio VI, ma canonizzato da papa Francesco solo il 23 novembre 2014, dopo ben 228 anni.
Chi sarà il prossimo beato calabrese ad essere inserito nell’albo dei santi? L’elenco ufficiale dei candidati non è molto lungo. In ordine cronologico, il più anziano beato è Pietro Paolo Navarro (1560-1662), martire gesuita, nato a Laino Borgo (diocesi di Cassano allo Jonio) e dichiarato beato da Pio IX il 7 luglio 1867. Segue Suor Elena Aiello (1895-1961), originaria di Montalto Uffugo (arcidiocesi di Cosenza-Bisignano), Fondatrice dell’Istituto religioso Suore Minime della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo, che è stata beatificata a Cosenza il 14 settembre 2011 dal cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. L’ultimo calabrese beatificato è stato un compaesano di Santo Angelo, l’arciprete Don Francesco Maria Greco (1857-1931), anch’egli fondatore di un Istituto religioso, le Piccole Operaie dei Sacri Cuori. Alla presenza sempre del cardinale Amato, il solenne rito si è svolto il 21 maggio 2016 di nuovo a Cosenza, all’interno dello stadio San Vito.
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