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La provincia di Cosenza

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Studenti disabili senza assistenti all’autonomia e alla comunicazione: il bando della Provincia Di Cosenza per reclutare figure specialistiche va deserto, ecco per chi non suona la campanella

NEGAZIONE del diritto allo studio, mancata inclusione degli studenti con disabilità o che necessitano di assistenza specialistica per poter vivere in pieno il mondo della scuola, profonda mortificazione della dignità degli stessi studenti, genitori e professionisti del settore dell’assistenza specializzata, scarsa lungimiranza organizzativa e per la gestione di un servizio di importanza fondamentale proprio perché destinato a minori che vivono una disabilità, ma che dalla stessa non si vogliono far sconfiggere o limitare, e alle loro famiglie: sono questi i punti cardinali di una vicenda che sfiora l’assurdo e indigna.

La campanella del primo giorno di scuola è suonata da alcune settimane ma, ad oggi, nella provincia di Cosenza, per alcuni gradi di scuola, mancano ancora le figure di assistenti all’autonomia e alla comunicazione. Di chi si tratta? La figura, prevista anche dal Piano regionale sul diritto allo studio, è variegata e include diverse tipologie di professionisti tra cui, a titolo esemplificativo e non esaustivo, educatori, tecnici del comportamento, psicologi, esperti di comunicazione aumentativa alternativa, ma anche esperti di lingua dei segni e del sistema di lettura e scrittura Braille.

STUDENTI DISABILI SENZA ASSISTENTI NELLA PROVINCIA DI COSENZA

Pensate, ad esempio, ad uno studente cieco o sordo, il quale per il proprio percorso scolastico non può affidarsi solo all’insegnate di sostegno, per quanto specializzato, ma che ha bisogno ovviamente di una figura professionalmente formata in relazione alla specifica disabilità che vive. Perché quest’anno queste figure non erano già in classe, ad aspettare lo studente con specifici bisogni, all’apertura dell’anno scolastico? A quanto è emerso dietro a tutto ciò ci sarebbe un “pasticciaccio”, per dirla con Gadda, riconducibile all’ente Provincia di Cosenza, che non si sarebbe mosso per tempo. Cerchiamo di ricostruire la vicenda: in primo luogo va chiarito che c’è una differenza tra le scuole secondarie di secondo grado e tutti gli altri ordini di scuola per la gestione di questo servizio.

Nel primo caso il referente è la Provincia, nel secondo i Comuni. La Regione trasferisce (in alcuni casi a rendicontazione) le risorse alla Provincia e ai Comuni. Sulla base dei bisogni di ogni scuola la Provincia e i Comuni, ognuno per sua competenza, trasferiscono i fondi alle scuole, le quali fanno a loro volta un bando per reclutare le figure specialistiche a seconda di che tipo di professionista sia necessario, relativamente alle disabilità o alle necessità degli studenti per i quali il servizio è richiesto. Ovviamente per fare tutto questo ci sono dei tempi tecnici previsti dalla normativa oltre a quelli per la semplice realizzazione del bando. Il tutto parte dunque dalla comunicazione di Province e Comuni alle scuole relativa al via libera per l’avvio dei bandi.

COSA È SUCCESSO QUEST’ANNO?

Già un ritardo in tale contesto genera ovviamente disservizi nella presenza delle figure specializzate a scuola e, quindi, difficoltà per lo studente che ne necessità. La tempestività e l’organizzazione è quindi elemento fondamentale. Cosa è successo quest’anno? A quanto segnalato da diverse famiglie e professionisti di assistenza alla comunicazione e alla persona la Provincia di Cosenza emette un bando in data 18 agosto con scadenza a settembre per reclutare una cooperativa per affidare la gestione del servizio di assistenza alla Comunicazione insieme al servizio di trasporto per la scuola secondaria di secondo grado, sempre per persone con disabilità o bisogni speciali. Il bando, oltre ad apparire tardivo, a pochi giorni dall’avvio delle lezioni, va deserto.

Ciò cosa comporta? Un immenso disagio per tantissimi soggetti: gli studenti con disabilità, in primo luogo, che pagano sulla propria pelle questa situazione e si ritrovano in classe senza l’assistenza di cui necessitano. Ma anche le loro famiglie, che vedono negato il diritto allo studio per i propri figli. Non ultimi, pagano queste dinamiche tutti i professionisti del settore dell’assistenza specializzata in ambito scolastico, che attendono un bando da parte delle scuole le quali hanno già comunicato di non poter procedere, non avendo avuto notizie da parte della Provincia.

COSA ACCADRÀ ORA, COME SARANNO SUPPORTATI GLI STUDENTI DISABILI DELLA PROVINCIA DI COSENZA?

Cosa succederà ora? Sempre a quanto emerso, in attesa di conferma, parrebbe che la Provincia si sia attivata con una nuova procedura d’urgenza i cui effetti, tuttavia, ad oggi non si sono ancora dispiegati. Lo stato attuale delle cose è dunque di profonda prostrazione per tanti attori del mondo della scuola, che non solo devono vivere e convivere con una disabilità ma che non possono neppure fare ricorso a quegli strumenti legati alla tanto decantata inclusione scolastica che oggi, in relazione a quanto raccontato, appare sotto alcuni aspetti un’utopia. Eppure questo è solo il primo, triste, capitolo di una storia ancora tutta da raccontare nella sua interezza e assurdità.

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