L'Unical
5 minuti per la letturaRENDE (COSENZA) – Il corso di laurea in Comunicazione e Dams dell’Unical cambia volto e si adegua ai tempi che cambiano. E questo vale sia per il corso di laurea triennale che per i corsi magistrali. Chi dal prossimo anno accademico si troverà a studiare le discipline previste dal corso di studi, avrà di fronte diverse novità e tutte con l’obiettivo di offrire ai laureati una preparazione finale che faciliti sempre più l’ingresso nel mondo del lavoro.
Spiega la coordinatrice del corso, la professoressa Claudia Stancati: «Per i damsisti o damsatori, come mi piace chiamarli, offriamo un percorso ricco. Un viaggio a Y, con crediti comuni all’inizio e poi la possibilità di scegliere profili diversi. Si può anche prendere una laurea in due classi diverse con l’integrazione di un po’ di esami. Certo, le risorse offerte dal Ministero non sono sterminate ma l’arricchimento che offriamo ai nostri studenti è garantito. E da quest’anno la Magistrale è molto legata alle discipline informatiche».
Sui percorsi offerti dalla laurea Magistrale si sofferma il professor Carlo Fanelli: «Uno molto interessante – rivela – è Dams e storia dell’arte, organizzazione delle arti, della musica e del teatro. Un’offerta che nasconde un lavoro certosino fatto dietro. Abbiamo riequilibrato delle situazioni che c’erano prima, legate a un eccesso di materie del cinema, e abbiamo rimpolpato le materie di teatro. E c’è il ritorno della danza, importante in un territorio come il nostro che è pieno di scuole di danza. Un’altra cosa alla quale teniamo parecchio è il marketing culturale e l’organizzazione di eventi, insegnamenti che cominciano con una sorta di prologo nella triennale ma poi sono previsti diversi crediti in complessivo».
Territorio è una parola chiave. Il legame con esso, il rapporto con esso, è da ritenere assolutamente cruciale per una facoltà universitaria. Dice ancora Fanelli: «Bisogna insegnare che il teatro ha alle spalle una macchina aziendale e spiegare come funziona. Il teatro, del resto, è un’azienda dal Settecento e ha bisogno di figure professionali specifiche. Noi vogliamo proprio formare queste figure, ragazzi che siano pronti a lavorare in questo campo in maniera creativa e competente. Senza dimenticare che chi studia le discipline dello spettacolo deve tenere ben presente le dinamiche della comunicazione e l’economia. I docenti che verranno a insegnare queste discipline sono economisti ed esperti del settore che si sono formati nei teatri. Vogliamo quindi offrire un know how che prima non c’era: conciliare l’aspetto teorico e storico del teatro, di drammaturgia, cinema, danza con la necessità di costruirsi un bagaglio culturale da mettere a frutto nel mondo del lavoro. Una cultura spendibile, insomma. Soprattutto di questi tempi, in cui si attende una grande ripartenza alla quale tutti guardiamo con fiducia».
Non solo teoria, però. Comunicazione e Dams offre ai propri studenti anche delle esperienze fattive “sul campo”: «Cerchiamo di allargare il più possibile la parte laboratoriale – assicura la professoressa Stancati – certo, ci sono delle difficoltà legate a quello che ci consente il Ministero ma riusciamo lo stesso a invitare fior di professionisti che, coi loro interventi, possano ispirare gli studenti. La didattica a distanza, scoperta durante la pandemia, è una strada in più».
Il Dams può contare anche sulla rete dei teatri presenti nell’ateneo e che negli anni scorsi hanno offerto agli studenti e al territorio anche iniziative di qualità. Può essere una strada da continuare a percorrere? La riflessione dei due docenti si fa ad ampio raggio: «Accendere le luci dei teatri costa molto – confessa il professor Fanelli – ma piano piano dobbiamo convincere che sarebbero soldi investiti. Stiamo studiando dei progetti che prevedono che tutto quello che cammina dentro Comunicazione e Dams debba essere veicolato nelle strutture di cui si è dotata l’Unical. Il nuovo rettore deve ascoltare e rispondere alle esigenze di tutte le eccellenze dell’ateneo stesso».
Intanto le richieste di iscrizione aumentano sempre di più, ed è boom soprattutto per studenti provenienti dall’estero. Ma qual è il profilo dello studente che nel 2021 sceglie di iscriversi al Dams? «Da quattro anni a questa parte abbiamo ragazzi motivati ed eccellenti, con una vocazione umanistica chiara ma anche con un’ottima formazione di base e questo mi fa molto contenta – afferma la professoressa Stancati – sono molto creativi, capaci di lavorare con gli strumenti informatici con i quali, del resto, sono nati». «C’è una consapevolezza nei ragazzi che prima non c’era – aggiunge il professor Fanelli – e quelli meno convinti fanno in fretta a capire che questa facoltà non è un parcheggio. Racconto una cosa: mi è capitato, qualche anno fa, di chiedere agli studenti del primo anno il motivo che li aveva spinti ad iscriversi. Non ottenni risposta. Ora è diverso. In questi ragazzi ho ritrovato è la passione verso qualcosa, si interessano di cose che poi li spingono a scegliere i nostri studi. Poi ci sono sempre quelli che pensano ad arrivare a Xfactor o ad Amici, ma noi forniamo strumenti teorici per fare un mestiere in maniera più consapevole. La differenza la capiscono presto».
E allora chi è oggi il laureato in Comunicazione e Dams? La conclusione è affidata al professor Fanelli: «In questi giorni sto raccogliendo video di miei ex studenti per raccontare la vita dopo il Dams e mi sono reso conto che anche quelli non brillanti alla fine sono riusciti a costruirsi un percorso. C’è chi fa l’organizzatore teatrale, chi, come Aiello, diventa un cantante di successo, chi fa il corista. L’obiettivo nostro è quello di dare un fondamento forte di conoscenza, dare la possibilità di mettere a frutto la creatività. Sono ragazzi che trovano lavoro prima perché hanno una maggiore apertura mentale, in generale quelli di materie umanistiche, e vanno meglio ai colloqui di lavoro. Sono ragazzi che hanno le ali. Noi proviamo a spiegare come si aprono e indicare come si vola».
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