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C’È una foto che il rettore dell’Unical Gino Crisci proietterà in aula magna, durante la cerimonia del passaggio di consegne con il suo successore, Nicola Leone.
(LEGGI LA NOTIZIA DELL’ELEZIONE DI NICOLA LEONE )
L’immagine ritrae la firma dell’accordo di programma con la Regione Calabria: allo stesso tavolo siedono i rettori dei tre atenei calabresi e il governatore.
Per Gino Crisci quella foto è importante perché dentro c’è il rinnovato dialogo tra le università e con la Regione.
LEGGI LA NOTIZIA DELL’ELEZIONE DI CRISCI NEL 2013
«In questo sessennio gli enti territoriali hanno “scoperto” finalmente il sistema universitario calabrese. Tradotto in cifre, significa che il nostro ateneo ha goduto in questi anni di 72 milioni di euro di finanziamenti, già incassati, mentre altri 11 sono in arrivo. Un contributo importante, viste le esigue risorse correnti del nostro bilancio: siamo quintultimi per rapporto tra entrate ordinarie e numero di studenti».
Sono queste risorse extra il risultato più importante del suo mandato?
«No. Quello che mi porterò dietro è la consapevolezza che i calabresi hanno imparato a guardare con occhi nuovi all’Unical. Siamo per loro una delle realtà maggiormente rappresentative del territorio. I calabresi possono essere orgogliosi della loro università perché in tanti settori facciamo scuola. Penso al trasferimento tecnologico: abbiamo mostrato che l’innovazione può essere veicolo di sviluppo per questa regione. La Regione su questo ci ha seguito: in quei 72 milioni di euro ci sono anche 65 progetti, finanziati con fondi Por, nati dalla collaborazione tra università e aziende. Senza contare i vari accordi con partner industriali che abbiamo stretto in questi anni e che vogliono investire nella nostra ricerca».
Qual è invece il ricordo che la rattrista di più di questi sei anni?
«L’incapacità di fare massa critica o, detto in altri termini, la scoperta che gli ostacoli peggiori li trovi “in casa”. Da questo punto di vista non abbiamo mostrato alcuna novità. Ci siamo adeguati a un’abitudine tutta calabrese».
Cosa farà dal primo novembre?
«Tornerò a occuparmi di Beni culturali. Sono anche il presidente del distretto tecnologico dei Beni culturali, il primo in Italia. Voglio rilanciarlo. E poi per un altro anno sarò presidente del Cams».
La politica non la tenta?
«In passato l’ho già fatta. Sono stato anche candidato nel ‘93 al Consiglio comunale di Cosenza. Sa però una cosa? Io non faccio parte di lobby, né di consorterie, come Massoneria o Opus Dei. Al di là dei buoni rapporti personali che si sono creati, i partiti a me guardano con diffidenza perché sanno che sono uno spirito libero».
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