Gli studenti dell'Unical a Scampia nel 2017
2 minuti per la letturaRENDE (COSENZA) – Sono 50 gli studenti dell’Università della Calabria che parteciperanno al primo Campus dell’Antimafia sociale organizzato dal sesto Forum della Rete delle R-Esistenze Meridionali che si terrà a Scampia, da domani, venerdì 18, fino a domenica 20 maggio, presso l’Officina delle Culture Gelsomina Verde.
Il Forum è nato sei anni fa dalla fusione delle esperienze di Pedagogia della R-Esistenza, progetto scientifico-didattico dell’Università della Calabria, e di (R)esistenza Anticamorra di Scampia, e si pone l’obiettivo di trasformare in prassi, attraverso il confronto con i territori, le nozioni pedagogiche che gli studenti apprendono nei corsi accademici.
Gli universitari di Arcavacata si confronteranno con le locali realtà associative e sociali, alla ricerca di modelli empirici di pedagogia dal basso. La manifestazione, organizzata senza denaro pubblico in continuità con la storia politico-pedagogica degli organizzatori, è articolata in tre giornate, che prevedono mostre fotografiche, incontri, dibattiti, visite del Quartiere e dei suoi presidi di resistenza culturale e territoriale, inclusi i beni confiscati alle mafie e riutilizzati socialmente, come il Fondo Amato Lamberti sito in località Chiaiano e gestito da (R)esistenza Anticamorra. Alle iniziative parteciperanno, tra gli altri, lo scrittore Pino Aprile, e i giornalisti Michele Inserra e Gianfranco Bonofiglio.
«Lanciamo l’idea del Campus dell’Antimafia sociale, dichiarano Ciro Corona e Giancarlo Costabile, per lavorare in modo organico e metodico all’affermazione di una cultura della cittadinanza attiva e dei diritti sociali che sono il vero antidoto alla società mafiosa e alla sua pedagogia. La lotta alle mafie, continuano Corona e Costabile, non può nutrirsi di retorica e passerelle: occorre rilanciare il modello di Peppino Impastato che faceva della militanza e della testimonianza i vettori del suo impegno civile. Le R-Esistenze Meridionali, chiudono Corona e Costabile, si pongono come soggetto territoriale dinamico e concreto in grado di farsi incubatore di una pedagogia militante della Costituzione quale strumento di ricostruzione socio-economica del Paese, a partire dal Meridione. Vogliamo essere una narrazione del riscatto meridionale attraverso la lotta, e non del lamento attraverso la rassegnazione».
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