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COSENZA – LA chiusura del dipartimento di Ingegneria per l’ambiente e il territorio e ingegneria chimica per ora è rinviata. Il punto è stato ritirato dall’ordine del giorno del Consiglio d’amministrazione, che avrebbe dovuto decidere se disattivare o meno il Diatic, e la governance concederà al dipartimento un paio di mesi per riguadagnare la soglia minima di docenti prevista per restare attivo. La neo costituita commissione per il rilancio del Diatic, presieduta dal professor Raffaele Molinari, dovrà insomma impegnarsi per riportare l’organico, oggi ridotto a 29 docenti, a 35, come previsto dalla legge Gelmini.
«Abbiamo tenuto conto del parere del Senato, che ci chiedeva di valutare la soluzione meno traumatica possibile e di garantire ai docenti afferenti al Diatic il diritto di voto» commenta il rettore Gino Crisci.
Il Senato accademico una settimana fa aveva dato parere negativo (7 voti contrari, 6 favorevoli e 5 astensioni) alla proposta di chiusura del Diatic, ma ancor prima aveva approvato, con 14 voti a favore, una mozione in cui raccomandava al CdA, nel caso in cui avesse deciso di disattivare, di cercare la soluzione meno traumatica, garantendo il diritto «costituzionale» di voto ai colleghi afferenti al dipartimento.
Tra un mese si vota per eleggere i nuovi direttori di dipartimento e i 29 docenti ancora nell’organico del Diatic, rimasti momentaneamente senza sede, si sarebbero trovati esclusi dalla tornata elettorale.
Andranno al voto invece anche loro per rinnovare gli organismi del Diatic e tra due mesi si capirà se il loro mandato è destinato a durare. Una candidatura nel frattempo è stata già presentata ed è quella del professor Giuseppe Mendicino.
«In questa difficile situazione, accogliendo le sollecitazioni dei miei colleghi, ho inteso dare la disponibilità alla candidatura alle elezioni del direttore del Diatic, che si terranno il prossimo 17 maggio, e raccogliendo la sfida, che ritengo sostenibile, di rilanciare il dipartimento sulla base di un piano, richiesto dal Senato Accademico e predisposto dal Diatic e che io sposo pienamente – ha scritto mercoledì alla comunità accademica, tramite il bollettino interno “Mercurio” – Ho inteso informare personalmente il rettore della mia candidatura e ho anche immediatamente offerto la mia disponibilità, sin da subito, a interloquire con gli organi dell’università, in particolare, con il Consiglio di Amministrazione al fine di individuare un percorso condivisibile da far intraprendere alla comunità del Dipartimento per il suo rilancio».
Nella mail, inviata alla vigilia della seduta del CdA che ha rinviato la chiusura del Diatic, il docente si diceva anche pronto «a intraprendere tutte le iniziative, anche di plateale protesta, che possano far affermare il diritto all’autodeterminazione e a dare continuità e slancio» al Diatic.
Ci sono ora due mesi di tempo per farlo. «Se arriveranno segnali positivi e il dipartimento ritornerà all’organico minimo di 35 docenti, non avrò alcun problema ad annullare la procedura. In caso contrario – dice il rettore Crisci – dovremo attenerci alle norme».
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