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Quasi 4mila gli aspiranti professori iscritti ai corsi dell’Unical per conseguire i 24 crediti formativi universitari necessari nel nuovo percorso di immissione in ruolo
SONO quasi 4mila gli aspiranti professori che si sono iscritti ai corsi dell’Unical per conseguire i 24 cfu (crediti formativi universitari) necessari nel nuovo percorso di immissione in ruolo. L’acquisizione dei 24 crediti – distribuiti tra gli ambiti di pedagogia, psicologia, antropologia e metodologie didattiche – è propedeutica alla partecipazione al nuovo concorso per l’accesso al Fit (Formazione iniziale e tirocinio): il percorso di prova triennale che conduce all’immissione in ruolo. Gli studenti ancora iscritti possono seguire i corsi aggiuntivi e sostenere gli esami senza pagare ulteriori tasse, i già laureati devono sostenere dei costi che raggiungono, come tetto massimo, la cifra di 500 euro: varia in funzione dei crediti da acquisire e dell’Isee. All’Unical i corsi sono iniziati da un paio di giorni, preceduti da polemiche e proteste degli aspiranti docenti che, all’avvio delle lezioni, si sono visti riconoscere del proprio pregresso percorso universitario meno crediti del previsto. La questione è complessa e molto tecnica, cerchiamo di fare ordine.
I CORSI – Dei quattro ambiti disciplinari individuati dal ministero abbiamo detto. Il ministro dell’Istruzione, con decreto, ha previsto anche gli obiettivi formativi da raggiungere e non è detto che coincidano con i programmi dei corsi e degli esami già dati dagli aspiranti prof. Facciamo un paio di esempi. Un candidato, già laureato, potrebbe aver seguito un corso di pedagogia della comunicazione e aver sostenuto l’esame: non è detto che quel corso gli abbia fornito tutte le nozioni di pedagogia generale, settore previsto dal ministero. Oppure, il candidato potrebbe aver seguito un corso di pedagogia speciale nel lontano 2000 e chiedere che gli venga convalidato: sono passati però 18 anni, le norme sono cambiate e il corso nel frattempo potrebbe essere stato aggiornato. L’Unical, insomma, ha fatto queste valutazioni e ha affidato ai docenti il compito di verificare la corrispondenza tra gli obiettivi formativi dei corsi erogati negli anni dall’ateneo e quelli fissati dal ministero, tenuto conto che i ragazzi poi dovranno partecipare ad un concorso. Esaurita questa fase, l’ateneo ha pubblicato un elenco dei crediti convalidabili, prima delle iscrizioni.
LE LAMENTELE – I ragazzi sostengono che l’Unical sia stata troppo severa, rispetto al resto degli atenei italiani, perché ha convalidato meno crediti di quelli esibiti dai ragazzi con i piani di studio delle loro lauree. Le richieste al settore Didattica non si contano. Molte sono ancora in fase di valutazione e gli uffici hanno consigliato ai ragazzi di seguire comunque i corsi in attesa della risposta. Una soluzione potrebbe arrivare in settimana: il delegato alla Didattica Francesco Scarcello riunirà la commissione “pre Fit”. I ragazzi iscritti ai corsi dell’Unical mercoledì alle 14 e 30 si ritroveranno in sit-in sotto il palazzo del rettorato (cubo 25b), in attesa di notizie dalla commissione e dal Senato accademico che si riunirà quel giorno.
I PIANI DI STUDIO – «Esiste un problema di natura tecnica che dobbiamo risolvere, assumendocene la responsabilità» ha scritto nei giorni scorsi il direttore del Dipartimento di Studi Umanistici Raffaele Perrelli, con una mail su Mercurio, il bollettino dell’ateneo. Perrelli, che della commissione “pre Fit” è anche membro, segnalava un «baco» da correggere nei piani di studio. Le “equipollenze” riconosciute dall’ateneo nella prima fase di costruzione del percorso pre Fit non avrebbero trovato corrispondenza nei piani di studio definiti nella seconda fase. Un esempio potrebbe tornarci utili. Immaginiamo un candidato già laureato che ha sostenuto e superato da studente universitario un esame di pedagogia generale da 9 crediti. Prima di iscriversi scopre, dall’elenco pubblicato dall’ateneo, che di quell’esame sostenuto alcuni anni prima potrà vedersi convalidati “solo” 6 crediti. Si iscrive, ma davanti ai piani di studio scopre che in realtà gliene saranno riconosciuti solo 2, perché non è stato previsto un corso da 6 crediti di pedagogia generale, ma tre moduli da 2 crediti per altrettanti settori d’ambito pedagogico. Nello scambio su Mercurio, ancor prima dell’intervento di Perrelli, il professor Roberto Guarasci (direttore di Lingue e scienze dell’educazione) bocciava ogni possibilità di convalida: sono settori diversi, 6 crediti di Pedagogia generale – questa la sua argomentazione – non possono coprire anche quelli previsti per Storia della Pedagogia e Pedagogia speciale. Diverso, però, il problema posto da Raffaele Perrelli, che ritiene fondata la questione posta dai ragazzi. Per dirla in soldoni: da un lato l’ateneo dichiara il numero di crediti convalidabili per ogni esame già sostenuto, dall’altro non consente ai ragazzi di ottenerne il pieno riconoscimento, perché non c’è corrispondenza con i piani di studio disponibili. Una questione che è all’attenzione del settore Didattica e che potrebbe essere risolta – ma è solo un’ipotesi – con piani di studio personalizzati.
LA CGIL – I ragazzi hanno interessato anche i sindacati della scuola. Pino Assalone, segretario della Flc Cgil, si dice «preoccupato» e spera in una soluzione. «Altrimenti – dice – assisteremo alla fuga verso enti e associazioni private».
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