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di CIRO CORONA*
TERMINATO tra lo splendore e le meraviglie architettoniche, culturali e paesaggistiche della città di Napoli, il V Forum delle R-Esistenze Meridionali si presenta ormai non solo come un appuntamento atteso dal Quartiere ma soprattutto come un concreto incubatore di strategie volte al riscatto sociale delle periferie.
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Nato 5 anni fa dalla fusione delle due esperienze culturali promotrici: il progetto scientifico-didattico Pedagogia della R-Esistenza dell’Università della Calabria e (R)esistenza Anticamorra di Scampia, il Forum oggi gode del supporto e sostegno scientifico di figure che da sempre rappresentano l’emblema della rottura con il fantomatico mondo della mera narrazione del fenomeno mafioso.
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E’ proprio questo il vero obiettivo del Forum: creare modelli alternativi socio-culturali e occupazionali, promuovendo una rete organica di economia solidale che coinvolga i territori e i suoi attori produttivi, annientando, in tal modo, la sottocultura indotta di un Sud parassitario, inferiore, irriscattabile e destinato all’emigrazione di massa. La sfida dell’economia sociale passa dalla capacità di mettere insieme mondo “profit” e “no-profit” in una sorta di sistema virtuoso ed ecosostenibile, utilizzando la leva strategica del coinvolgimento “dal basso” del territorio, degli “ultimi”, dei “senza coscienza”, ovvero di coloro che non avendo mai avuto la possibilità di poter scegliere i percorsi della propria vita, vogliono dare una sterzata alla loro condotta esistenziale.
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Il Forum si presenta pertanto innovativo, e non solo nell’aspetto narrativo ma soprattutto nella sua filosofia di base, cardine di un nuovo modo di pensare il Sud, l’antimafia sociale, le periferie. Basta antimafia borghese, antimafia di professione, antimafia pagata con fondi pubblici finalizzata a garantire ad una casta di baroni la costruzione di percorsi politici, basta antimafia di facciata che riempie le piazze di giovani e acerbe coscienze per tradirle il giorno dopo dalle poltrone dei Palazzi, basta con la retorica di icone dell’antimafia e con la strumentalizzazione delle giovani vite spezzate in faide senza fine. Il Forum vuole altro, è già altro.
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Ad esempio, è costruzione di modelli operativi di innovazione sociale attraverso la valorizzazione di beni comuni e la riconversione di beni confiscati, che offrono effettive possibilità occupazionali producendo, trasformando, commercializzando, investendo nei luoghi del Quartiere e delle aree cittadine limitrofe. Bisogna, dunque, cambiare paradigma. Un Sud che produca per il Sud, al Sud, col Sud. A quanti obietterebbero che stiamo scrivendo il libro dei sogni rispondiamo con esempi tangibili, che dimostrano la possibilità di arrestare il processo storico di drenaggio delle risorse meridionali a favore delle aree settentrionali del Paese.
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Piccoli strumenti come lo è “La Cassa del Mezzogiorno”, progetto di economia solidale partito da Scampia, dall’Officina delle Culture Gelsomina Verde e dal Fondo Amato-Lamberti, e che tende ad espandersi coinvolgendo oramai le realtà del Meridione; grandi strumenti come la piattaforma di crowdfunding “Sud 2.0” lanciata dallo scrittore -giornalista Pino Aprile. Le imprese sociali, dunque, come riscatto, antidoto, soluzione reale alle urgenze della irrisolta Questione Meridionale.
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Dal Forum delle R-Esistenze Meridionali emerge un dato di fatto incontrovertibile, la rottura avviata di un paradigma secolare: l’incapacità produttiva del Mezzogiorno e la sua difficoltà antropologica al dinamismo sociale. Scampia dimostra che esiste un Sud che si libera dalle catene culturali di subalternità e diventa volano di sviluppo attraverso un processo storico di economia dal basso che parte dai territori; un Sud che, dalla costruzione di questi modelli di riqualificazione urbana e sociale, è in grado di mettere in discussione lo schema dominante di un’antimafia funzionale soltanto alle logiche di potere delle caste e delle mafie.
Un’economia che come processo storico non poteva che partire da Scampia, da quella che era la capitale delle mafie (e della disoccupazione) degli ultimi 30 anni e che dal basso, nonostante la sua collocazione periferica, è riuscita a ribaltare la propria storia. Un Sud che libera il Sud, senza servi, né padroni.
*Presidente dell’Associazione (R)esistenza Anticamorra Scampia
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