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Un momento della relazione sui dati

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RENDE (COSENZA) – Tra le università italiane l’Unical si conferma uno degli atenei con maggior presenza di studentesse. Le donne, tra le matricole Unical, rappresentano il 58,8 per cento: quasi tre punti in più della media nazionale. Rapporto inverso quando si prende in esame la componente dei docenti: gli uomini all’Unical sono la maggioranza, con dati superiori rispetto alle medie nazionali. Sono alcune delle conclusioni che emergono dal primo bilancio di genere dell’Università della Calabria, curato da Giovanna Vingelli, ricercatrice di Sociologia, per il Comitato unico di garanzia dell’ateneo. I dati relativi agli studenti e al Pta sono aggiornati al 2015, mentre quelli dei docenti al 2016.

GLI STUDENTI

L’Unical, spiega Giovanna Vingelli, si conferma uno degli atenei «più femminilizzati» d’Italia. Tra gli iscritti il 58,8 per cento è rappresentato da studentesse, mentre la media nazionale è del 56,2 per cento. Un fenomeno che nasce da un combinato disposto di ragioni, generali e territoriali, non ultima la resistenza delle famiglie – ​a quanto pare non del tutto vinta – a mandare le figlie a studiare fuori regione. Il dato, ad ogni modo, non è omogeneo. Alle percentuali bulgare del Dipartimento di Lingue e Scienze dell’educazione (il 94 per cento degli iscritti qui è donna) corrisponde un risicato 13 per cento tra le aule del Dipartimento di Ingegneria informatica. La presenza di donne resta significativa nei corsi d’area umanistica, sociale e giuridica, ma anche nei Dipartimenti di Farmacia e Biologia. Molto più bassa la percentuale di aspiranti donne ingegnere. La concentrazione femminile in alcuni settori, la cosiddetta segregazione orizzontale, «segnala che la scelta del corso di laurea – ​dice Giovanna Vingelli – non è poi così libera». Aspettative e contesto, insomma, sembrano spingere le donne verso quegli ambiti votati all’insegnamento. Il futuro dopo la laurea, poi, è l’altra nota dolente. Le ragazze sono più brave e diligenti dei compagni, ma fanno più fatica a trovare lavoro nel breve periodo. La ​sociologa definisce poi «drammatico» il dato relativo alla rappresentanza studentesca: a fronte di un base elettorale in maggioranza donna non si trova alcuna studentessa negli organi di vertice. Nel Consiglio degli Studenti sono presenti 53 ragazzi e 15 ragazze: numeri inferiori, spiega la ricercatrice, alla media nazionale.

PERSONALE TECNICO-AMMINISTRATIVO

Solo il 46,8 per cento del Pta (personale tecnico-amministrativo) è rappresentato da donne all’Università della Calabria. Un dato curioso, se si pensa che la media nazionale è attestata al 60 per cento. «Credo che la spiegazione sia intuitiva – commenta la ​ricercatrice – In Calabria l’università rappresenta una delle “aziende” principali. È un posto pubblico e prestigioso. Per questo le donne incontrano maggiori resistenze all’ingresso e gli spazi per loro si restringono, a vantaggio degli uomini».

I DOCENTI

L’Unical qui conferma il trend nazionale, con percentuali peggiori su cui incide forse anche la giovane età dell’ateneo: solo il 35,8 per cento della componente docenti e ricercatori è donna, a fronte del 37,1 per cento nazionale. Le donne fanno più fatica a fare carriera: tra gli ordinari, nel campus di Arcavacata, sono appena 29. In dati percentuale fa il 18,1 per cento a fronte dell 22,3 nazionale, con un’oscillazione che va dallo 0 per il Diatic (Ingegneria ambientale e chimica) al 36 per cento del Dibest (Biologia, ecologia e scienze della terra). Tra i docenti associati le donne rappresentano il 32,8 per cento (la media nazionale si attesta al 37), mentre le ricercatrici sono il 44,7 per cento (in Italia il 48). Quest’ultimo dato, però, non deve ingannare perché il pareggio con i colleghi non è a portata di mano: i dati sugli ingressi dei nuovi ricercatori segnalano in tutto il Paese il ritorno degli uomini. È l’indice di glass ceiling (il soffitto di cristallo) a fotografare poi le difficoltà di carriera delle donne. Deve essere pari a 1 per indicare uguali possibilità per uomini e donne. All’Unical, l’indice di glass ceiling con riferimento al passaggio di carriera da associato a ordinario è pari a 2,2. La media italiana è di 1,7. Speculare a questi dati è, naturalmente, la ridotta di presenza di donne tra i ruoli di vertice dell’ateneo: una sola direttrice di Dipartimento, tre senatrici e due consigliere d’amministrazione.

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