X
<
>

L'Università della Calabria

Share
5 minuti per la lettura

LA RICERCA dell’Università della Calabria si conferma forte nelle aree tecniche e scientifiche. È la prima – pur semplicistica – immagine che si ottiene dal rapporto Anvur sulla qualità della ricerca degli atenei italiani. L’agenzia ministeriale aveva diffuso a dicembre i risultati generali della Vqr (Valutazione della qualità della ricerca), che vedevano l’Unical al 47mo posto su 66 atenei statali. Martedì, con il rapporto finale, l’Anvur è scesa nel dettaglio delle 16 aree scientifiche, dei dipartimenti, dei settori scientifico-disciplinari. Ricavare una “pagella” esaustiva dalla mole di tabelle e analisi che accompagnano il dossier è difficile: è un bilancio in chiaroscuro, come quello del rapporto 2004/2010, fatto di luci e affanni, picchi e ritardi.

I DATI CON LE ALTRE UNIVERSITA’ CALABRESI

IL METODO – Il lavoro dei valutatori Anvur è durato 18 mesi e ha riguardato oltre 118mila lavori scientifici realizzati da circa 65mila tra professori e ricercatori in servizio in 132 strutture tra università, enti di ricerca e consorzi interuniversitari. Ogni docente o ricercatore doveva inviare due prodotti di ricerca, ovvero pubblicazioni: articoli apparsi su riviste scientifiche, libri o capitoli di libri. I metodi di valutazione – avvertenza importante – non sono sempre omogenei. Nelle aree tecniche e scientifiche si utilizzano parametri bibliometrici, che consentono di misurare l’eccellenza del prodotto sulla base del numero di citazioni e della classificazione delle riviste. Per altre aree, come quelle umanistiche, la valutazione si fa con la peer review: un revisore anonimo valuta il testo e la discrezionalità, in questo caso, è giocoforza maggiore.

LE AREE SCIENTIFICHE – Nelle classifiche dell’Anvur che fotografano i tre migliori atenei italiani per ciascuna delle 16 aree scientifiche previste l’Unical conquista un solo podio: è terza, tra le università di medie dimensioni, per l’area scientifica di chimica. Risultato bissato per scienze matematiche e informatiche, nella speciale graduatoria dedicata al lavoro dei neoassunti e dei neopromossi. Un altro podio l’ateneo lo sfiora nell’area di “Scienze mediche”: l’Unical non ha Medicina, ma la ricerca del dipartimento di Farmacia in quest’ambito si conferma un’eccellenza. Il campus di Arcavacata è quarto gli atenei di piccole dimensioni (categoria in cui rientra per l’ambito disciplinare), ma anche nella classifica nazionale che valuta in tutto 52 atenei. Scienze mediche è anche l’area che ottiene, all’Unical, la performance migliore, ben al di sopra del voto medio nazionale. Una conferma, rispetto alla Vqr 2004/2010.

I DIPARTIMENTI – Le performance dei dipartimenti vengono misurate pesando la valutazione della qualità della ricerca prodotta in rapporto alle pubblicazioni attese. L’indicatore finale di qualità della ricerca tiene conto dei giudizi sui prodotti, del voto sul lavoro di neoassunti e neopromossi, dei finanziamenti ottenuti con la partecipazione a bandi nazionali e internazionali. I risultati superiori al 100 (vedi tabella) indicano i dipartimenti che hanno contribuito in modo più marcato al risultato finale dell’ateneo.

Tabella ricerca Unical

La performance migliore è quella del dipartimento di Ingegneria informatica, modellistica, elettronica e sistemistica. Sopra il 100 anche Farmacia, Matematica e informatica, Economia, Chimica e Ingegneria meccanica, energetica e gestionale. Fanalino di coda Scienze politiche.

Sul suo risultato, però, ha pesato il forte astensionismo, esito della protesta promossa in autunno, in tutta Italia, per denunciare il costante sottofinanziamento del sistema universitario italiano. All’Unical il boicottaggio della Vqr ha prodotto un tasso d’astensione medio dell’11 per cento circa: nel dipartimento di Scienze politiche schizza al 34 per cento.

I SETTORI – L’analisi dei settori disciplinari (quelli censiti all’Unical superano il centinaio) regala qualche soddisfazione all’ateneo, con sette gruppi di ricerca che si piazzano al primo posto in Italia. A fare l’en plein è il settore Ing-Ind/24, “Principi di ingegneria chimica”, che raggiunge il voto massimo con 8 prodotti attesi su 8 (da ogni ricercatore si aspettava l’invio di almeno due lavori). Del gruppo fanno parte gli strutturati Domenico Gabriele, Vincenza Calabrò, Stefano Curcio, ma al risultato ha contribuito anche Bruno De Cindio, da quest’anno in pensione.

Afferiscono al dipartimento di Ingegneria informatica, Modellistica, Elettronica e Sistemistica (Dimes). Voto massimo, ma gruppo di ricerca più piccolo, anche per Med/46, “Scienze tecniche di medicina e laboratorio”: gli strutturati sono Marilena Lanzino e Adele Vivacqua, del dipartimento di Farmacia. Il dipartimento di Ingegneria meccanica, energetica e gestionale conquista due primi posti in altrettanti settori. È il caso di Ing-Ind/16, “Tecnologie e sistemi di lavorazione”, al quale appartengono i professori Luigi Filice, Giusy Ambrogio e Domenico Umbrello, e di Ing-Ind/14, “Progettazione meccanica e costruzione di macchine”. Del gruppo fanno parte il direttore del Dimeg Leonardo Pagnotta e i professori Franco Furgiuele, Luigi Bruno, Marco Alfano e Carmine Maletta. Per l’area di scienze mediche (e il dipartimento di Farmacia) ci sono altri due settori, poi, in cui l’Unical primeggia. Si tratta di Med/05 (Patologia clinica) e Med/04 (Patologia generale). Al primo settore afferiscono i docenti Daniela Bonofiglio, Stefania Catalano e Maria Luisa Panno.

Nel secondo gruppo fanno parte il direttore di Farmacia Sebastiano Andò e i docenti Ivan Casaburi, Francesca Giordano, Marcello Maggiolini, Loredana Mauro, Anna Maria Musti, Pietro Rizza, Diego Sisci. È il gruppo più numeroso, che ha fatto i conti con la concorrenza maggiore: 40 atenei valutati. Altro primo posto viene conquistato nel settore di Fis/06 (Fisica per il sistema terra): Vincenzo Carbone, direttore di Fisica, Antonella Greco e Gaetano Zimbardo.

SPIN OFF E TERZA MISSIONE – L’Università della Calabria è prima, tra gli atenei meridionali, per le sue imprese spin off. «L’ateneo presenta un’attività eccellente dal punto di vista dell’impatto occupazionale (con riferimento agli spin off, nda) e migliorabile sul piano dell’impatto e della sostenibilità economica. Le imprese – si legge nel rapporto – presentano una considerevole tenuta demografica, anche se la dinamica di crescita è migliorabile e così anche l’assorbimento da parte del mercato». Risultati «rilevanti», ripete più avanti il rapporto, confermati dai piazzamenti. Al primo posto tra gli atenei del Sud corrisponde infatti l’ottavo su scala nazionale (58 atenei valutati) e il terzo tra gli atenei di media grandezza (23).

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE