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COSENZA – «Lo spettacolo che sto preparando sarà meraviglioso, un capolavoro, un trionfo, come tutte le cose che ho sempre fatto. E il pubblico reagirà in maniera emozionante». Brunori SAS, ironico e irriverente, si diverte a raccontare il suo nuovo progetto: un tour che dal 12 marzo lo porterà nei teatri italiani per «Brunori Srl una società a responsabilità limitata», un nuovo live in bilico tra cabaret, musica e monologhi, nel quale verrà recuperato anche qualche brano di solito non in scaletta. Senza però tirare in ballo il maestro del teatro-canzone Giorgio Gaber. 

«Sicuramente non ho né il talento né la capacità di un personaggio come Gaber – dice il cantautore calabrese, reduce da un tour europeo nel quale ha presentato i brani del suo ultimo album «Vol.3 – Il cammino di Santiago in taxi», in un’intervista all’Ansa -. Lui aveva una modalità di stare sul palco legata alla recitazione, io faccio più riferimento alla stand up comedy all’americana e a comici come George Carlin, Bill Hicks. Mi piace l’idea di uno spettacolo come una chiacchierata informale con il pubblico». 

Oggetto dei suoi monologhi, che sono in fase di preparazione in questi giorni e che saranno un completamento delle sue canzoni, sarà «questa società a responsabilità limitata, anzi ormai scaricata, sia la mia che da Sas si vuole trasformare in società di capitali, sia questa in cui viviamo che si è profondamente trasformata e ognuno di noi ne è responsabile. Io? Io me ne tiro fuori, faccio uno spettacolo proprio per dire che non voglio responsabilità. Il mio personaggio di riferimento preferito è Don Abbondio», dice facendo finta di prendersi sul serio, ma ricordando sempre che Brunori SAS non è Dario Brunori, vero nome dell’artista.

Niente discorsi da intellettuale, promette, anche se non nasconde che vorrebbe stimolare la riflessione in chi lo andrà ad ascoltare. «Bisogna mediare con il sorriso. Anche se la satira in Italia non ha vita facile». E il discorso vira – inesorabilmente – sulla strage di Charlie Hebdo a Parigi. «Mi ha turbato, ma mi turbano ancora di più la deriva e la
strumentalizzazione dell’evento. Non si approfondiscono il contesto e le motivazioni. Non ho paura di dire quello che penso, ma l’importante è non essere impulsivi». E proprio in questo, spiega Brunori, sta anche il limite dei social network, che lui frequenta con il contagocce: «Danno la possibilità di dire qualcosa troppo velocemente e con troppa superficialità. Come nel caso delle due ragazze rapite in Siria, Greta e Vanessa. Ho letto cose che lasciano basiti».

Nel suo curriculum anche un «endorsement» di Pina Picierno (Pd) che per la sua campagna alle Europee scelse Fra milioni di stelle, un brano del cantautore che però si smarca: «Ho le mie idee, ma non sono un amante delle ideologie». Nessun inno in cantiere, dunque, come Fedez per il Movimento 5 Stelle? «Magari potrei fare quello del Cosenza calcio. Ma ne hanno già due», dice sconsolato. Brunori, comunque, inni a parte, non ama fermarsi troppo. «Tra il secondo e il terzo album mi ero preso una pausa, ma non mi ha fatto bene. Ora vorrei rimettermi a lavorare. Però in quanto meridionale, e dunque pessimista di default, magari il prossimo disco potrebbe non uscire mai, o uscire postumo», scherza. 

Sul Festival di Sanremo, ormai alle porte, invece, non si sbilancia. «E’ uno spettacolo tv con contorno di musica, non escludo a priori di andare, ma il mio percorso è stato ed è un altro. Purtroppo ormai in televisione, talent a parte, mancano gli spazi dedicati alla musica». 

Queste le date del tour: 12 marzo Pesaro, 13 marzo Milano, 14 marzo Genova, 20 marzo Perugia, 23 marzo Bologna, 24 marzo Mestre (Venezia), 26 marzo Roma, 27 marzo Prato, 31 marzo Palermo, 1 aprile Catania, 2 aprile Cosenza.

 

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