Paul Haggis
4 minuti per la letturaCASTROVILLARI – Con un pezzo di Hollywood a Castrovillari, si è chiusa l’edizione 2021 dell’i-Fest International Film Festival, evento cinematografico organizzato dall’associazione culturale White Side Group, con la direzione artistica di Giuseppe Panebianco.
Abbiamo avuto la fortuna di incontrare un vero mito del cinema: Paul Haggis. Oscar alla sceneggiatura per Crash di David Cronenberg, sceneggiatore del pluripremiato Million Dollar Baby, uno dei capolavori alla regia di Clint Eastwood.
Ogni film che ha visto Paul Haggis, come sceneggiatore, produttore e regista lascia sempre il segno nel cinema, impossibile non citare Flag of Our Fathers, diretto sempre da Eastwood, Nella Valle di Elah, dove è lui dietro la macchina da presa, e anche i due film di James Bond con Daniel Craig nei panni dell’agente segreto più amato dal cinema: Casino Royale e Quantum of Solace.
Come racconterebbe la pandemia ed il momento che stiamo vivendo?
«La pandemia è stato uno dei periodi più difficili che abbiamo affrontato come esseri umani, almeno sicuramente per quanto riguarda la mia esperienza di vita. Tanti sono morti, hanno sofferto o hanno perso i propri cari. Come molti anche io ho perso amici e colleghi. Inoltre tantissime persone hanno perso attività e risparmi di raccolti con la fatica ed il lavoro vita, altri soffrono di depressione schiacciante e degli effetti a lungo termine del Covid 19. È impossibile sopravvalutare come questo ci abbia colpito. Spero che possiamo prendere questa terribile esperienza condivisa e imparare da essa, ma come esseri umani, purtroppo, abbiamo dimostrato di non essere molto bravi in questo. Non riusciamo mai ad imparare dalla storia come società e ci troviamo sempre a lottare per affrontare questo tipo di crisi epocale o per sollevarci insieme e unirci per trovare soluzioni. Con il riscaldamento globale, saremo ancora più sfidati, così come i nostri figli. Vorrei essere ottimista, mi piacerebbe davvero, ma ho paura per noi. Tutto ciò che possiamo fare, nella vita e nel nostro lavoro, che è raccontare e comunicare, è continuare a usare le nostre voci e le nostre forze per chiedere il cambiamento, chiedere le politiche di visione comune con buon senso e compassione, dando sempre l’esempio agli altri personalmente ogni giorno che abbiamo davanti».
Che rapporto ha con l’Italia?
«Amo l’Italia da molti anni e vengo qui ogni volta che ne ho la possibilità. Ho scritto alcuni dei miei migliori film qui, come In The Valley of Elah e Casino».
Il suo è un cinema centrato sulle storie, sulle persone, sugli incroci fra loro – penso a Crash ma anche a Million Dollar Baby e Nella Valle di Elah – Come nascono le idee per le sue storie? È solo un’osservazione della realtà o la rappresentazione di una tesi?
«Purtroppo nessuno scrittore può dirti dove trova le sue storie, e nemmeno io. Cerco solo domande a cui non posso rispondere». Risponde facendo capire che gli dispiace ma nessun artigiano, né tanto meno un costruttore di storia mostra la sua cassetta degli attrezzi con i ferri del mestieri. È proprio vero, come dice, Arthur Bloch che chi sa fa, chi non sa insegna. Paul Haggis non vuole insegnare per ora (nda).
Quali sono i personaggi e le storie a cui è più affezionato?
«Io amo i personaggi si vedono condannati sconfitti, ma che si rifiutano di accettare il loro destino. Quelli che cercano sempre di resistere, sono quelli a cui ci affezioniamo di più e vogliamo che sopravvivano, molto di più degli stereotipi dei vincitori tradizionali. Amiamo le persone che combattono contro probabilità impossibili, che si vinca o si perda non è importante. La lotta fra le difficoltà della vita è ciò che definisce loro e noi».
Che differenze ha trovato nel modo di raccontare del cinema e della tv?
«Film e televisione sono ovviamente diversi come linguaggi, è evidente, ma lo storytelling è sempre stato storytelling. Lo schermo può essere più piccolo ma la palette di possibilità che si ha a disposizione è sempre molto grande».
Qual è secondo lei il futuro della narrazione per immagini – cinema e tv – nel momento in cui le piattaforme di streaming stanno crescendo sempre di più?
«Mi piacerebbe potertelo dire».
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