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COSENZA – È ispirandosi al comportamento delle formiche che gli ingegneri informatici di Eco4Cloud hanno ideato l’innovativo software che ha conquistato Telecom Italia, perché consente di ottimizzare le prestazioni dei data center e di risparmiare sui costi di hardware, licenze software ed energia. Il colosso italiano delle telecomunicazioni oggi è il principale cliente della startup cosentina e agli algoritmi di Eco4Cloud deve un taglio dei consumi energetici di 440 megawattora annui, che si traduce in una decisa riduzione dei propri costi in bolletta e delle emissioni di Co2 nell’ambiente.

Insomma, risparmio, efficienza e sostenibilità. Il successo di Eco4Cloud passa dalla Start Cup Calabria del 2011, in cui conquista il terzo posto, e dal Working Capital Pni, che vince ex aequo con i colleghi calabresi di Altilia. E i prossimi 3 e 4 dicembre la nuova edizione del Piano Nazionale dell’Innovazione sarà ospitata proprio in Calabria (LEGGI LA NOTIZIA), all’Unical. «Le business plan competition per noi sono state una vetrina fondamentale. Non abbiamo dovuto fare la spola alla ricerca di possibili investitori, ma li abbiamo incontrati lì» spiega Raffaele Giordanelli, amministratore delegato di Eco4Cloud e cofondatore. Del team iniziale fanno parte Carlo Mastroianni, Agostino Forestiero, Giuseppe Papuzzo.

«L’ideatore è stato Carlo, che nel 2011 era già ricercatore dell’Icar–Cnr, insieme ad Agostino. Lui ha messo su il team insieme a me e Giuseppe che con loro collaboravamo al Cnr. A noi si è poi subito unita Ivana Pellegrino, amministratore unico di E Way Enterprise», spiega Giordanelli. Oggi i dipendenti di Eco4Cloud sono in totale undici.

L’IDEA. Le soluzioni proposte da Eco4Cloud nascono nell’ambito della ricerca condotta da Mastroianni, Forestiero, Papuzzo e Giordanelli al Cnr su una classe innovativa di algoritmi bioispirati: imitano comportamenti osservati in natura per risolvere i problemi. Nel loro caso da risolvere c’era l’inefficienza dei centri d’elaborazione dati aziendali.

«L’algoritmo alla base di Eco4Cloud – spiega Giordanelli – consente di raggruppare il maggior numero di applicazioni sul numero più piccolo di server fisici, risparmiando così sui costi e migliorando anche le prestazioni. E lo fa nello stesso modo in cui le formiche ottimizzano lo spazio che hanno a disposizione nei formicai per organizzare le proprie risorse. Siamo partiti davvero da zero: avevamo solo l’idea e una prima strategia di go-to-market».

LA CRESCITA. Quell’idea da sola basta a catturare subito l’attenzione di importanti finanziatori. Tra il 2012 e il 2014 Eco4Cloud chiude un round complessivo di investimenti pari 2 milioni 50 mila euro con il sostegno di dPixel, Principia, Tim Ventures. Quando chiude l’accordo con quest’ultima, Eco4Cloud sta già collaborando da tempo con Telecom Italia che ne ha testato le soluzioni sui data center di Bari, arrivando ad un risparmio del 35 per cento. Alla fine del 2013 Eco4Cloud firma un contratto di fornitura con Telecom per tutta la rete interna. Vanta partnership importanti, a partire da Ibm e Hp enterprise. «Tramite loro puntiamo a raggiungere il mercato delle grandi imprese, che è quello di riferimento per Eco4Cloud. Stiamo chiudendo una serie di accordi per rafforzare il portfolio dei nostri casi di successo ed uscire così sul mercato internazionale», racconta Giordanelli. E la vittoria di gennaio ai prestigiosi Tech Trailblazers Awards, che ha visto Eco4Cloud, unica startup italiana arrivata in finale, aggiudicarsi la vittoria nel settore “IT sostenibile”, è un altro passo in avanti.

L’ECOSISTEMA CALABRESE. Raffaele Giordanelli dal mondo delle startup è affascinato. E ne parla con entusiasmo anche quando la conversazione scivola su temi più generali. «Il 2015 è stato un anno importante nel Paese, ci sono stati i primi exit significativi di startup italiane. Credo che questo possa iniziare a smorzare una certa diffidenza che si intercetta fuori dalla stretta cerchia degli addetti ai lavori. Perché le attese, quando si presenta una nuova startup, sono sempre molto alte ma bisogna rendersi conto che l’impresa richiede tempi per crescere. Possono essere variabili, naturalmente, e anche molto accelerati, ma non è una regola che vale per tutti. Quello che è certo è che con un’idea innovativa è possibile vendere all’estero e creare posti di lavoro qualificati», commenta Giordanelli che nell’impresa di Eco4Cloud si è lanciato proprio quando ormai stava pensando di trasferirsi fuori.

Non nega, naturalmente, le difficoltà del contesto calabrese. «Il nostro grande vantaggio è la presenza dell’università. Quarantamila studenti per 2 milioni di residenti rappresentano un bacino importante di competenze e i luoghi di coworking, come il Tag o gli incubatori, sono una fucina di idee. Se leggiamo l’innovazione prodotta dalla Calabria in rapporto a questi numeri possiamo dire senza dubbio che siamo ai primi posti in Italia. Nello sviluppo prodotto siamo avanti e il costo del lavoro, inutile negarlo, qui è più basso. Poi, però, bisogna pubblicizzare e vendere – ammette Giordanelli – E qui siamo lontani da ogni mercato. È questa la principale difficoltà: il posizionamento commerciale fuori dalla Calabria è una fase molto critica nella vita di una startup ed è qui che la Regione e le istituzioni potrebbero affiancare le imprese innovative. Magari con sgravi e agevolazioni per gli investimenti in pubblicità e promozione». 

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