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COSENZA – «Mi delude la disinformazione di chi mi sta accanto e mi conosce. Mi delude dover spiegare che l’Islam non è terrorismo, che i musulmani non sono terroristi. C’è poca conoscenza, così come c’è stato, credo, poco interesse della comunità islamica locale in questi giorni». Momo Ben Sabyh studia all’Unical ed è il protagonista di “In nome di nessun Dio”, cortometraggio su terrorismo e pregiudizio realizzato con i colleghi e amici di Laboratori Socrates come momento di riflessione dopo i fatti di Parigi.

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Il video, ritwittato e condiviso da Peppe Voltarelli, 99 Posse, L’Orso, è stato proiettato stamattina nel corso del seminario organizzato dall’associazione Elsa (The European Law Students’ Association) all’Unical sugli scenari internazionali all’indomani degli attentati di Parigi.

A relazionare, nell’affollata aula “Tommaso Sorrentino” i docenti Alberto Ventura (ordinario di Storia dei Paesi Islamici) e Claudio Di Turi (associato di Diritto internazionale). Ventura ha ribadito quanto sia necessaria una generale assunzione di responsabilità a vari livelli. «Il mondo accademico deve fornire competenze e strumenti critici per interpretare questi fenomeni. Purtroppo l’aziendalismo che ormai domina il mondo universitario ha tagliato molti insegnamenti. Da otto anni insisto perché l’Unical attivi un corso di lingua araba: è l’unico ateneo del Sud in cui non si insegna, ma la conoscenza approfondita del mondo islamico non può prescindere dalla conoscenza linguistica. Al mondo politico – ha proseguito Ventura – è richiesto di agire, poi, secondo quelle competenze. E al mondo dell’informazione si chiede maggiore accortezza, a partite dalla scelta dei titoli».

Di Turi ha analizzato invece il complesso quadro normativo internazionale, la scelta della Francia di non invocare la clausola di solidarietà (articolo 222 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea) ma di ricorrere all’articolo 42.7 del Trattato di Lisbona per trattare bilateralmente l’assistenza degli Stati membri, i cambiamenti nel diritto internazionale dopo l’11 settembre che hanno ammesso la legittima difesa armata anche quando l’attacco non arriva da uno Stato ma da privati o organizzazioni terroristiche che agiscono al suo interno.

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