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COSENZA – «La liquirizia migliore arriva dalla Calabria e più precisamente dalla cittadina di Rossano, dove Amarelli produce i più buoni prodotti derivati da questa radice miracolosa». Parola di due tra i più letti e prestigiosi settimanali tedeschi, Focus e Die Zeit, che dedicano due ampi articoli alla eccezionale produzione regionale di liquirizia, definita “una ricchezza sulla quale puntare assolutamente, il vero tesoro della Regione”. Lo rivela l’Osservatorio sulla stampa estera “BrandLab”, ideato dall’agenzia del massmediologo Klaus Davi per intercettare, attraverso il monitoraggio di oltre 100 autorevoli testate estere e principali social network, l’andamento dei brand italiani nel mondo.
Proprio nell’anno dell’Expo, in cui l’alimentazione e la cultura contadina vengono celebrate a livello universale, anche una regione come la Calabria, falcidiata da tanti problemi legati al lavoro e alla criminalità organizzata, trova nella sua famosa e buonissima liquirizia l’arma vincente per rilanciarsi a livello mondiale. Per il prestigioso Focus: «La liquirizia migliore arriva dalla Calabria. Nella cittadina di Rossano, Amarelli produce le più buone caramelle a base di questa radice dal gusto inconfondibile. Ma non solo: sono disponibili anche pasta, sale, birra o grappa al sapore di liquirizia. A Rossano c’è addirittura il Museo della Liquirizia di Amarelli, dove i visitatori possono vedere e assaporare le caramelle balsamiche che garantivano a Casanova un alito sempre fresco e risolvevano i problemi di stomaco di Napoleone. Dopo quello della Ferrari – conclude la rivista – il Museo di Amarelli è il museo aziendale più visitato d’Italia».
Ma non è da meno l’autorevole Die Zeit, che in un lungo reportage firmato da Georg Cadeggianini, traccia una mappa della liquirizia in Calabria, concludendo con un bel riferimento all’azienda di Rossano: «Chi vuole assaggiare la migliore liquirizia del mondo deve per forza venire nel Belpaese, precisamente nel profondo Sud, in Calabria. In località come Cariati, nella costa orientale, a Corigliano, nella Piana di Sibari, e a Rossano si concentra la raccolta e produzione dell’ ‘oro nero’ calabrese che già gli antichi romani usavano come dissetante, digestivo e rimedio per la tosse. In una regione come la Calabria è una ricchezza sulla quale puntare assolutamente, il vero tesoro della zona. A Corigliano, per esempio, il sapore della liquirizia entra ovunque, anche nelle osterie, nei risotti, nei grissini, nella salsa tartara, nel vino e nella grappa, pure nel sapone – spiega Cadeggianini, che poi passa a Rossano e alla gloriosa Amarelli – Si può dire che Rossano sia il quartier generale della liquirizia calabrese, qui si trova l’azienda Amarelli, il top in assoluto. Da quasi 300 anni questa azienda lavora l’estratto di questa radice miracolosa solo con questi ingredienti: acqua, calore e aria. Ogni giorno vengono prodotti 350 chili di oro nero. La quantità di liquirizia lavorata è quasi il triplo, passata sotto il vapore a 160 gradi. Il prodotto viene disposto in pentole d’acciaio e cotto 6-7 ore, diventando sempre più scuro. La massa ottenuta viene ridotta in cordoni sottili e pressata ottenendo la grandezza di caramelle. È questo il momento in cui diventa nera, nera come il riso di Sibari, nera come le tipiche olive della zona, nera come i ‘maiali neri’ che scorazzano nei dintorni. Nella proprietà della famiglia Amarelli si trova anche l’omonimo Museo della Liquirizia, assolutamente da visitare».
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