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SIBARI (CS) – Il sistema wellpoint per il drenaggio di falda mediante una serie di pompe idrovore che aspirano 24 ore su 24 e permettono all’area archeologica di Sibari, collocata sotto il livello del mare, di essere sempre asciutta, diventerà presto un lontano ricordo. Dal primo gennaio 2016, infatti, il drenaggio dei siti archeologici sibariti sarà garantito dalle “trincee drenanti”. Sibari sarà il primo sito archeologico a utilizzare questo metodo. Giovedì presso l’area archeologica di Sibari si è proceduto alla formale consegna dei lavori del progetto “Polo Museale della Sibaritide. Trincee drenanti e delle opere di riqualificazione e valorizzazione funzionale del Parco Archeologico di Parco del Cavallo”. Un intervento di circa 3 milioni e 600 mila euro finanziato anche questo con i Poin all’interno di una progettazione molto più ampia che prevede sul sito archeologico di Sibari un investimento di ben 18 milioni di euro. Interventi che prevedono anche i lavori, già iniziati, di “sfangamento dell’area archeologica”, cioè la ripulitura dei cinque ettari di area archeologica ricoperti da fango e detriti dal 18 gennaio 2013 quando il Crati ruppe gli argini e allagò, con circa 200 mila metri cubi di acqua, cinque ettari di Parco archeologico.
Tra i 18 milioni vi sono anche i lavori per la realizzazione dei nuovi depositi e di una nuova unità museale, il cosiddetto modulo Ippodameo, i lavori di completamento del nuovo modulo “Wallach” e i lavori di ristrutturazione e di riallestimento dell’area di Oasi Casa Bianca. Lavori che dovranno essere consegnati entro la fine di quest’anno e terminati entro il 31 dicembre 2015. Giovedì si è proceduto alla consegna dei lavori riguardanti la realizzazione delle trincee drenanti e delle opere di riqualificazione e valorizzazione funzionale del Parco Archeologico di Parco del Cavallo. Alla consegna hanno partecipato i tecnici della Sovrintendenza regionale dei Beni archeologici della Calabria, tra cui l’architetto Angela Canale, direttrice dei lavori, i rappresentanti della sociètà “Sibari Srl”, consorzio di imprese siciliane a cui, tramite gara d’appalto, sono stati affidati i lavori. «La consegna dei lavori – ha spiegato l’architetto Canale – è stata una consegna parziale. I lavori di questa prima fase, che durerà all’incirca 40 giorni, consisteranno nelle analisi preliminari e nella pulizia accurate di alcune aree. Le analisi preliminari prevedono alcune indagini (Georadar, indagini geomagnetiche e carotaggi) che saranno effettuate da esperti con nuove tecnologie che ci permetteranno di conoscere il sottosuolo prima delle perforazioni e dello scavo». E di effettuare «un attraversamento meno invasivo possibile». In contemporanea si inizierà anche una pulizia accurata di alcune aree del sito per riportare alla luce alcuni reperti che erano stati ricoperti nel corso degli anni. Finita questa fase “propedeutica” si inizierà con la realizzazione delle trincee drenanti. «Il progetto delle trincee drenanti – ha sostenuto l’architetto Canale – finora non era mai stato utilizzato nei siti archeologici». Dal 2016 in tutta l’area archeologica sibarita il sistema wellpoint andrà in pensione.
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