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COSENZA – Volti freschi e sguardi che sanno di futuro. Sorrisi contagiosi e piccole timidezze legate all’adolescenza. In sei ragazzi c’è il racconto della meglio gioventù della Cosenza di questi anni, di quella che ha creatività, fantasia, voglia di provarci. E con questo intento, lo scorso anno, hanno tentato un’avventura: partecipare con un loro video amatoriale alla realizzazione del primo social film di Gabriele Salvatores. Una giornata nella vita degli italiani, questo il tema dell’esperimento del regista premio Oscar, che ha chiesto agli italiani di mandare un video di un loro spezzone di giornata, quella del 26 ottobre del 2013. E così sei compagni di classe della V H del Liceo scientifico Fermi, hanno accettato la sfida. E l’hanno vinta.
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Loro sono Claudia Galdini, Maria Rosa Pellico, Niccolò Spagnuolo, Paolo Zunino, Camilla Longobucco e Simonetta Costabile. Insieme, si sono dati anche un nome, sono “Gli immaturi”. Ma è solo una definizione, perché questo gruppo di diciassettenni dimostra di avere una maturità tutt’altro che acerba. Idee chiare e pochi grilli per la testa, il cinema è un sogno, certo, ma bisogna confrontarsi con la realtà del lavoro. Per questo molti di loro, chiuderanno l’ultimo anno di liceo, e poi si prepareranno ad affrontare facoltà di medicina e ingegneria. Per ora si godono l’inaspettato regalo di essere tra i 632 video prescelti tra gli oltre 44.000 arrivati a l“Italia vista dagli italiani”.
E’ l’idea alla base di “Italy in a day – Un giorno da italiani”, che arriverà nei cinema italiani martedì 23 settembre e la sera di sabato 27 sarà trasmesso in prima serata su Raitre. Il film è un esperimento di cinema collettivo, un documentario per raccontare un giorno nella vita degli italiani secondo gli stessi italiani, coinvolti in maniera attiva nel progetto. Gabriele Salvatores ha infatti selezionato fra i video arrivati alla produzione una serie di filmati giunti da tutta la penisola montandoli poi in un’unica pellicola, presentata nei giorni scorsi alla Mostra del Cinema di Venezia.
I ragazzi hanno capito subito quale fosse lo spirito del progetto: la realtà, la quotidianità. Non hanno finto, non hanno recitato, non hanno scritto sceneggiature. E il loro video di un sabato di provincia ha fatto centro.
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