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MONASTERACE (RC) – La casa matta di Kaulon, il sito archeologico posto lungo il mare Ionio, continua a sorprendere gli addetti ai lavori per i recenti rinvenimenti emersi a seguito della campagna di scavo che è terminata proprio ieri.  Tante “buche” con altrettante falangi umane, che attengono ad una ritualità ancora tutta da studiare, è l’ultima sorpresa affiorata tra la sabbia in prossimità dell’ingresso del sito sui cui in questi ultimi anni si è concentrata l’attenzione degli archeologi a seguito della scoperta dei mosaici raffiguranti draghi, delfini e altri decori significativi. 

«Dal punto di vista della ritualità sono dei riti unici – ci ha dichiarato Maria Teresa Iannelli direttore archeologo di Kaulon – che non hanno precedenti almeno in Calabria». Nella stessa casa matta è affiorato inoltre un ambiente con una colonna che ne enfatizzava l’entrata e, ancora, un ambiente di servizio aperto con pavimentazione in acciottolato che si collegava alle terme. La campagna di scavo, durata tre mesi, è tornata utile anche per fare un rilievo sulle dimensioni e così comprendere l’ampiezza della casa stessa. 

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Si conclude così una fase importante della ricerca che ha visto impegnati, in un cantiere scuola,  alcuni studenti e laureati della facoltà di lettere dell’Università Federico II di Napoli, dell’Unical di Cosenza e studenti provenienti persino dall’Argentina tutti volontari seguiti e coordinati dall’archeologo Francesco Cuteri. «Grazie a loro – ha continuato la Iannelli – abbiamo raccolto tutto il materiale archeologico affiorato durante l’erosione costiera dell’inverno passato  e rinvenuto lungo tutta la scarpata». Frammenti  e materiale ceramico di particolare importanza. Altra importante attività di scavo è stata quella effettuata nel mese di giugno grazie agli studenti del Liceo Scientifico di Soverato che, attraverso una forma di partenariato con il Miur, hanno anche collaborato alla identificazione, al rilievo e al restauro dei materiali, di ben 17 pozzi d’acqua in muratura esistenti esternamente alla cinta muraria dell’antica Kaulon e che dimostra un arcaico sofisticato sistema di desalinizzazione. «Abbiamo lavorato su più fronti – dice  ancora la direttrice del museo  –  in collaborazione con il comune di Monasterace, che ha messo a disposizione gli alloggi per gli studenti, e grazie soprattutto alla raccolta di tre mila euro effettuata dagli alunni e dai professori della Scuola Media di Vibo Marina». 

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