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COSENZA – Non c’è nessuna università del Sud nelle prime venti posizioni della classifica stilata dal Sole 24 Ore sulla qualità degli atenei e guidata da Verona, Trento e Politecnico di Milano. L’Università della Calabria, su 61 atenei statali, finisce al 46mo posto, con il Politecnico di Bari e Lecce, mentre Reggio Calabria è ancora più giù – solo 52ma – e Catanzaro conquista un 40mo posto, a pari merito con Potenza, ma con una valutazione fatta su 11 anziché 12 indicatori. È una classifica rinnovata, perché tiene conto di nuovi criteri. I dodici indicatori contribuiscono a stilare due classifiche, una per la didattica e l’altra per la ricerca, che poi confluiscono in quella generale. 

Il Sole 24 Ore ha valutato gli atenei sulla base del numero medio di docenti (nei corsi di base e caratterizzanti per corso di laurea), della percentuale degli idonei che hanno ottenuto una borsa di studio, del numero di immatricolati che arrivano da fuori regione, del peso degli stage sulla carriera, della percentuale di credisti ottenuti all’estero, del tasso di abbandoni al secondo anno, della regolarità degli studi degli iscritti, del giudizio dei laureandi, del tasso di disoccupati ad un anno dalla laurea, della qualità della ricerca valutata dall’Anvur, della capacità di attrarre risorse e dei giudizi sui dottorati. Le rilevazioni fanno riferimento agli anni accademici 2011/2012 e 2012/2013 (tranne per il numero di immatricolati non calabresi, relativo all’anno in corso) e al rapporto Anvur 2013 sulla ricerca nel quadriennio 2006/2010. Nelle classifiche di merito, l’Unical fa meglio nella ricerca (44ma, con Reggio) che nella didattica (54ma). Reggio Calabria e Catanzaro, per la didattica, sono quasi fanalino di coda con la 58ma e la 60ma posizione, mentre per la ricerca Catanzaro si piazza al 21mo posto. 
Per quanto riguarda poi i singoli indicatori, l’andamento degli atenei calabresi è altalenante. Catanzaro riesce a salire nella parte alta della classifica nei giudizi che riguardano la ricerca e si attesta ad esempio al 20mo per l’alta formazione (i dottorati di ricerca) e al 21mo per la capacità di attrarre fondi. Ed è quarta nella speciale classifica costruita con il giudizio dei laureandi. Piomba però all’ultimo posto alla voce sostenibilità (che è costruita sul numero dei docenti), mobilità internazionale e tasso d’occupazione. 
L’ateneo di Reggio Calabria sale sul podio (terzo posto) per il numero di docenti, in rapporto ai corsi caratterizzanti e di base, ed è 15mo per competitività della ricerca. Precipita, però, quando l’indicatore è il tasso d’occupazione (penultimo) o la media dei crediti ottenuta dagli iscritti. L’Università della Calabria, invece, è uno degli atenei in cui si registra il minor numero di abbandoni: nella speciale classifica è 13ma. La premiano anche i giudizi dei laureandi, che le fanno ottenere un 7mo posto. La penalizzano, invece, il tasso di occupazione (56ma posizione), la percentuale di iscritti da fuori regione (57ma) e le borse di studio (54ma), un parametro che è al debutto nella classifica del Sole 24 Ore. In molti casi, insomma, gli atenei calabresi pagano anche le condizioni di contesto, a partire dalla difficoltà di trovare un impiego. Un destino del resto che condividono con le altre Università del sud, con l’unica eccezione di Salerno che nella classifica generale è 22ma. 
Il Sole 24 Ore sottolinea, al riguardo, i minori introiti per le tasse e le scarne risorse che le Regioni destinano al diritto allo studio. Emblematico è il parametro delle borse di studio, che vede l’Università della Calabria scendere tra le peggiori otto. All’Unical solo il 38 per cento degli idonei, infatti, risulta alla fine beneficiario. All’appello mancano 9 milioni di euro e quest’anno il Centro residenziale proverà con proprie risorse a raggiungere il 40 per cento dei beneficiari. Secondo i dati dell’Osservatorio regionale del Piemonte, per il diritto allo studio universitario, la Calabria è al penultimo posto con il 57,2% di borsisti effettivi rispetto agli idonei (e l’Unical quindi riceve risorse sotto la media regionale), seguita solo dalla Campania. 
«A conti fatti la regione dice ai calabresi bravi di andare a studiare fuori, dove avranno anche maggiori possibilità di ottenere una borsa di studio», diceva qualche giorno fa il prorettore al Centro residenziale dell’Unical, Luigi Filice, toccando proprio questo tasto dolente in occasione delle celebrazioni per l’anniversario del campus. Il rettore dell’Unical, Gino Crisci, nel frattempo ha chiesto ai suoi uffici un’analisi accurata dei dati e degli indicatori del rating.
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